Turchia, fotocronaca di un golpe fallito

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16 luglio 2016. Un uomo insanguinato chiede aiuto nei pressi del ponte sul Bosforo, a Istanbul, dove sono in corso degli scontri, durante il tentato colpo di Stato.
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16 luglio 2016. Sostenitori del presidente Recep Tayyip Erdogan protestano contro il tentato colpo di Stato, circondando un carro armato di fronte al Parlamento turco di Istanbul.
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16 luglio 2016. Un ragazzo fugge da piazza Taksim a Istanbul, dopo che si sono sentite esplosioni e si sono visti dei jet sorvolare l'area.
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15 luglio 2016. Militari entrano sul ponte Fatih Sultan Mehmet durante il tentativo di colpo di Stato.
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16 luglio 2016. Un uomo rimasto ferito durante gli scontri in piazza Taksim a Istanbul, dove dei militari hanno aperto il fuoco sulla popolazione, durante il tentato colpo di Stato.
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16 luglio 2016. Dei soldati coinvolti nel tentato colpo di Stato si arrendono ai sostenitori del presidente Erdogan, sul ponte sul Bosforo, a Istanbul.
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Alcune persone urlano contro i militari terrorizzati dopo il fallimento del tentato golpe - Istanbul, 16 luglio 2016
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Un uomo prende a frustate i militari turchi dopo il tentato golpe a Istanbul - 16 luglio 2016
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16 luglio 2016. Dei soldati coinvolti nel tentato colpo di Stato vengono aggrediti da sostenitori del presidente Erdogan, sul ponte sul Bosforo, a Istanbul.
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16 luglio 2016. Il corpo di un civile assassinato lungo il ponte del Bosforo a Istanbul, durante il tentato colpo di Stato.
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Vestiti, armi e caschi dei soldati dopo la resa nel tentato golpe militare - Istanbul, 16 luglio 2016
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16 luglio 2016. Un gruppo di persone ispezione la parte della Grande assemblea nazionale della Turchia, il Parlamento di Ankara, colpita dai bombardamenti durante il tentato colpo di Stato.
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16 luglio 2016. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, interviene attraverso FaceTime (il programma di videochiamata gratuito di Apple tramite internet) per mostrarsi incolume e lanciare ai connazionali l'appello alla resistenza. L'intervento è stato ritrasmesso in diretta dalla Cnn turca.
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16 luglio 2016. Erdogan pronuncia un discorso rivolto ai suoi sostenitori, dopo aver fatto ritorno incolume a Istanbul
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16 luglio 2016. Il Capo di Stato maggiore delle Forze armate, generale Hulusi Akar, e il primo ministro turco, Binali Yildirim, intervengono durante una conferenza stampa presso il Palazzo presidenziale di Cankaya ad Ankara.
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16 luglio 2016. Il primo ministro turco, Binali Yildirim, interviene durante una sessione straordinaria del Parlamento turco ad Ankara, in Turchia, subito dopo il fallito colpo di Stato.
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16 luglio 2016. Il Capo di Stato maggiore delle Forze armate, generale Hulusi Akar, applaudito durante una sessione straordinaria del Parlamento turco ad Ankara, in Turchia, subito dopo il fallito colpo di Stato.
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In uno scatto d'archivio, i ritratti di Fethullah Gulen e di Recep Tayyip Erdogan
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16 luglio 2016. Un soldato turco, sospettato di aver preso parte al fallito colpo di Stato, viene arrestato dalla polizia dopo essere sceso da un bus nel distretto di Bakirkoy a Istanbul.
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17 luglio 2016. Un uomo gioisce tra le bandiere nazionali turche durante i festeggiamenti per il fallimento del colpo di Stato, in Piazza Taksim a Istanbul.
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16 luglio 2016. Sostenitori di Erdogan in Piazza Taksim a Istanbul, poco dopo la diffusione della notizia del tentato colpo di Stato.
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16 luglio 2016. Bandiere turche sventolano intorno a piazza Kizilayad Ankara, dopo il fallimento del colpo di Stato.
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17 luglio 2016. Due giovani donne con il capo coperto partecipano a una manifestazione a sostegno di Erdogan davanti al municipio di Istanbul.
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17 luglio 2016. Una bandiera su cui campeggia il fondatore della Turchia moderna, Mustafa Kemal Ataturk, sulle spalle di un partecipante ai festeggiamenti per il fallimento del colpo di Stato, in Piazza Taksim a Istanbul.
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17 luglio 2016. La folla fa sventolare bandiere nazionali turche in Piazza Kizilay ad Ankara, sullo sfondo di un megaschermo che proietta un'immagine del presidente Erdogan, durante i festeggiamenti per il fallito colpo di Stato.
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17 luglio 2016. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan arriva ai funerali di alcune vittime del fallito golpe, tra cui l'amico e consigliere Erol Olcak, ucciso dai militari golpisti sul ponte del Bosforo a Istanbul con il figlio 16enne, Abdullah.
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17 luglio 2016. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan piange durante i funerali dell'amico e consigliere Erol Olcak, ucciso dai militari golpisti sul ponte del Bosforo a Istanbul con il figlio 16enne, Abdullah.
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17 luglio 2016. Una delle vittime del fallito colpo di Stato viene sepolto a Istanbul.
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17 luglio 2016. Un momento dei funerali di alcune vittime del fallito colpo di Stato, a Istanbul.
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17 luglio 2016. Un momento dei funerali di alcune vittime del fallito colpo di Stato, a Istanbul.
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17 luglio 2016. Un momento dei funerali di alcune vittime del fallito colpo di Stato, a Istanbul.
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Un tweet con una foto dei soldati denudati e legati dopo essere stati arrestati dalla polizia turca, in seguito al fallito golpe.
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18 luglio 2016. Un poliziotto punta una pistola verso una donna con le mani alzate, chiedendole di appoggiare in terra il pacchetto che tiene in mano, di fronte al tribunale di Ankara, Turchia.
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18 luglio 2016. Un poliziotto mette a terra un automobilista, durante unioperazione di controllo di fronte al tribunale di Ankara, Turchia.
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17 luglio 2016. Manifestanti in piazza Taksim, a Istanbul, fanno sventolare una bandiera nazionale turca e una bandiera del califfato ottomano, durante i festeggiamenti per il fallito colpo di Stato.
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17 luglio 2016. La folla fa sventolare bandiere nazionali turche in Piazza Kizilay ad Ankara, durante i festeggiamenti per il fallito colpo di Stato e a sostegno del presidente Erdogan.
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17 luglio 2016. Una donna con il capo coperto fa sventolare una bandiera nazionale turca in Piazza Taksim a Istanbul, durante i festeggiamenti per il fallito colpo di Stato.

Nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 luglio, a partire dalle 22, alcuni reparti dell'esercito entrano in azione nelle principali città della Turchia: la capitale Ankara, Istanbul e Smirne. Proclamano la legge marziale e il coprifuoco sull'intero territorio nazionale.

In un comunicato ufficiale, dalla televisione di Stato annunciano la presa del potere per proteggere la democrazia dal presidente Recep Tayyip Erdogan: "Il suo è un regime autoritario del terrore (...) e lo stato di diritto laico è stato di fatto eliminato". "Il potere politico ha perso la propria legittimità ed è stato rovesciato, e i suoi responsabili saranno processati". 

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A Istanbul viene chiuso il principale ponte sul Bosforo, lungo cui si spara, ​mentre Ankara è sorvolata da velivoli militari e lungo le sue strade si odono esplosioni e spari. Il Parlamento viene colpito da bombardamenti. Il generale Hulusi Akar, capo militare turco, viene preso in ostaggio dagli insorti nella base militare di Akincilar, alle porte di Ankara. Un elicottero militare viene abbattuto, diversi manifestanti vengono uccisi.

I social network vengono bloccati e viene occupata la sede della televisione di Stato. Bloccato anche l'aeroporto internazionale Ataturk. Il primo ministro della Turchia, Binali Yildrim, annuncia che è in atto un tentativo di rovesciare il governo. ​Tutti ​i ​partiti di opposizione, compreso quello curdo, condanna​no immediatamente il golpe.

Dopo ore in cui si era persa ogni sua traccia, il presidente Erdogan, che si trova in vacanza, interviene attraverso FaceTime​ - ritrasmesso ​in diretta ​da​lla​ CNN Turchia - esortando i cittadini turchi a scendere in piazza​ per protestare. Le folle islamiche nazionaliste rispondono all'appello, riversandosi in strada contro i militari insorti.

All'alba di sabato si ha notizia della resa dei primi gruppi di militari coinvolti nel colpo di Stato. Gradualmente, le truppe degli insorti abbandonano i carri armati e le forze di sicurezza governative riprendono il controllo dei luoghi strategici. Erdogan fa ritorno a Istanbul a preannuncia che "i responsabili" pagheranno "un prezzo salato per il loro tradimento della Turchia”.  

Almeno 290 persone sono morte durante il fallito golpe e 1400 sono rimaste ferite. Tra i caduti, 161 civili e almeno 104 "cospiratori" che sarebbero stati uccisi durante operazioni di sicurezza. 

Dopo il golpe fallito Erdogan ha dato inizio alle "purghe": oltre alle quasi 12.000 persone già sospese da polizia e magistratura, circa 1.500 dipendenti sono stati sollevati dai loro incarichi dal Ministero delle Finanze.  Tra gli altri l'arresto ha riguardato i comandanti della II e della III Armata dell'Esercito e soprattutto l'ex numero uno dell'Aviazione, generale Akin Ozturk, considerato il vero promotore del mancato golpe.

Le accuse sono di cospirazione per sovvertire l'ordine costituzionale con le armi, resistenza armata contro le autorità, costituzione di banda armata come pure, per alcuni, di cospirazione e attentato al capo dello Stato. Alcuni militari di alto rango dell'esercito coinvolti nel fallito colpo di Stato in Turchia sono fuggiti all'estero. 

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