TripAdvisor, interviene l'Antitrust

Dopo Expedia e Booking, i giganti delle prenotazioni on line finiti nel mirino ieri, adesso tocca a TripAdvisor. Poche ore fa, attraverso una nota pubblicata sul suo sito, l’Antitrust ha comunicato l’avvio di un’istruttoria per pratica commerciale scorretta nei confronti del popolare sito di recensioni ristoalberghiere. Obiettivo: “verificare se la società adotti misure idonee a prevenire e limitare il rischio di pubblicazione di false recensioni, sia sotto il profilo informativo che relativamente alle procedure di registrazione”.  

La decisione dell’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato guidata da Giuseppe Pitruzzella, come si legge ancora all’interno del comunicato “è stata adottata alla luce delle numerose segnalazioni pervenute da parte di consumatori, di proprietari di strutture turistiche (alberghi, ristoranti e altri luoghi di ritrovo) e dell’Unione Nazionale Consumatori”.

Del problema delle finte reviews sul popolare portale della civetta si era occupato nei mesi scorsi anche Panorama. Le critiche rimangono sempre le stesse: i pareri sarebbero spesso vaghi e approssimativi, a volte del tutto inventati o pubblicati da un operatore al solo scopo di promuovere se stesso danneggiare un concorrente. Basta mettere in fila qualche numero, tuttavia, per capire che a nessuno, neppure agli scontenti, conviene rimanere fuori dal meccanismo delle stellette: sui motori di ricerca le anteprime di TripAdvisor si piazzano di solito al secondo posto, subito dopo la pagina ufficiale del locale cercato, mentre nel 2013 il 49 per cento degli utenti italiani ha effettuato una prenotazione perchè spinto da una recensione positiva (erano il 35 per cento nel 2010). Se a ciò si aggiungono le oltre 10 milioni di condivisioni mensili su Facebook non è difficile farsi un’idea dell’onnipresenza, della forza, del potere persuasivo conquistato da TripAdvisor nel tempo.

Le segnalazioni giunte al Garante sono state moltissime anche nel corso degli ultimi mesi, e fanno il paio con altri provvedimenti che in epoca recente hanno messo al centro delle attenzioni il turismo on line. A febbraio era toccato alle compagnie aeree low cost, sanzionate dalla stessa authority. Poi proprio nella giornata di ieri Expedia e Booking, che insieme controllano oltre il 70 per cento delle prenotazioni via web, sono state sottoposte a un'analoga istruttoria.  Lo scopo, in questo caso, è verificare se davvero il loro algoritmo aiuti a trovare offerte convenienti o se, al contrario, ostacoli la possibilità di trovare sconti migliori altrove.   

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