Lifestyle
November 15 2012
Se state leggendo quest'articolo è probabile che anche voi, come chi scrive, abbiate maneggiato Topolino per un lungo periodo della vostra vita. Nell'infanzia e anche un po' dopo. Forse siete stati iscritti al Club di Topolino, convinti di ricavarne un vantaggio iniziatico mai del tutto chiarito; e leggendo avete sviluppato l'insana passione per le torte giganti e colorate cui si ispira il moderno cake design; e qualche volta ancora oggi vorreste tuffarvi in un mare di monete d'oro, come Paperone, o avere la soluzione ingegnosa per cavarvi dalle difficoltà come Archimede Pitagorico (e questo anche dopo aver scoperto che ha preso in prestito il nome da uno scienziato vissuto nel 200 A.C.).
E sono pensieri universali, che ci uniscono. Prima e dopo di voi (di noi) milioni di persone hanno fatto gli stessi sogni, per rimetterli in un cassetto nello stesso, imprecisato, momento dell'adolescenza. Perchè Topolino in questi giorni compie i suoi primi 80 anni. E se la matematica non è un'opinione, deve aver fatto quest'effetto a tre o quattro generazioni di italiani. Proprio così: Italiani. Topolino, nonostante l'imprinting americano di Walt Disney è stato e rimane uno dei più lucidi esempi di design narrativo Made in Italy. Le avventure più belle sono portano la firma di autori italiani. E ancora oggi i 2/3 delle storie di Mickey Mouse pubblicate nel mondo sono scritte e disegnate nel nostro paese. L'avreste mai detto?
E' una delle tante cose che scoprirete girando per la mostra Storie di una storia, realizzata dalla Walt Disney Company Italia in collaborazione con la Fondazione Franco Fossati, al WOW - Spazio Fumetto di Milano (fino al 20 gennaio 2013). Personalmente ne ho scoperte anche altre, sorprendenti...