February 11 2013
Togli Ratzinger, metti Balotelli
Marco Beccaria
Vi ricordate per quanto tempo si parlò delle possibili dimissioni di Giovanni Paolo II? Negli ultimi anni del pontificato, quando ormai era vecchio e molto malato, l’argomento compariva molto frequentemente nella chiacchiera pubblica, ma ricordo che si cominciò a parlarne quando ancora papa Wojtyła era in buona forma, addirittura attribuendogli dichiarazioni segrete, dimissioni già consegnate in busta chiusa, riserve mentali che l’avrebbero indotto a farsi da parte raggiunta una data età (i 75 anni, si disse per un po’, essendo all’epoca quella l’età della collocazione a riposo dei vescovi, salvo poi spostare in avanti la scadenza di un lustro alla volta quando il longevo papa polacco raggiunse, senza dar segno di volersi togliere di torno, prima i 75 e poi gli 80).
Ecco, a dimostrazione di quanto le logiche da bar, da social network e pure giornalistiche ci capiscano in media pochino delle questioni vaticane ed ecclesiali in genere, stavolta che un papa s’è dimesso davvero (e la questione è epocale: solo tre o quattro papi, a seconda delle interpretazioni, hanno abdicato nell’ultimo millennio) tutti son rimasti lì con l’espressione ebete di chi s’è fatto cogliere del tutto impreparato dalla notizia bomba. Salvo ricominciare subito a dirsi sconcertati, a far battute (alcune buone, altre meno), a pronosticare chi sarà il prossimo, ovvero in sintesi a riprendere come se nulla fosse la chiacchiera da bar.
In conclusione, mi sa che ha ragione un mio amico saggio e marchigiano che oggi, su Facebook, ha così chiosato il tutto:
«Io, per me, va bene tutto, ma i commenti aperti sotto la notizia che il Papa si dimette proprio no.
L’opinione di un assicuratore di Palagiano, appassionato di politica dal basso e di medicina olistica, sulla teologia e sulla gerarchia cattolica non mi interessa davvero; e non dovrebbe interessare a nessuno.»
Vabbe’, poi anche lui, Amico Saggio Marchigiano, l’ha scritto su Facebook, ma nessuno è perfetto.
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