Alitalia dice sì a Etihad

Si è conclusa dopo cinque ore la riunione del Consiglio d'amministrazione dell'Alitalia convocato per esaminare la lettera d’intenti della compagnia araba Etihad contenente le condizioni alle quali la società sarebbe disposta ad entrare nel capitale del vettore italiano. Nel comunicato diffuso al termine del vertice la società dà mandato all'amministratore delegato Gabriele Del Torchio e al presidente Roberto Colaninno, a "proseguire le trattative finalizzate alla stesura di un accordo definitivo". Alitalia ha poi "espresso apprezzamento per la proposta di Etihad che, stando alle indiscrezioni dei giorni scorsiu, sarebbe disposta a salire fino al 49% del capitale della compagnia, attraverso un investimento complessivo di 600 milioni di euro ma a patto che il debito della compagnia di 560 milioni venga “ristrutturato”, ovvero, a patto che le banche se ne facciano carico magari trasformando i debiti in quote di capitale oppure rinviando i tempi di rimborso. E' uno dei nodi più intricati dell’operazione e, a quanto pare, chi si occupa di convincere le banche a non porre ostacoli è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano del Rio che ieri ha visto gli istituti coinvolti (Intesa ha 280 milioni di crediti e Unicredit 140 e sono i maggiori azionisti , mentre Mps vanta crediti per 93,3 milioni). A questo riguardo il presidente del collegio sindacale della compagnia di bandiera, Tommaso di Tanno ha detto che la trattativa con gli istituti di credito "è ancora in corso". Poi c’è il capitolo degli esuberi: Etihad avrebbe contabilizzato 2500 persone di troppo che dovrebbero lasciare l’azienda. Su questo i sindacati non si sono ancora espressi ed è importante conoscere la loro posizione prima che il governo sia il proprio via libera per evitare che accada ciò che accadde nel 2008 quando i sindacati bloccarono il passaggio dell’Alitalia ad Air France. Intanto la società ha convocato l'assemblea dei soci per il 25 luglio (in seconda convocazione) per l'approvazione del bilancio del 2013 che dovrà essere approvato dal Cda stesso il 13 giugno prossimo.

Poi c’è il ruolo degli aeroposrti: Linate e Malpensa in Lombardia e Fiumicino a Roma. Etihad avrebbe deciso di fissare l’hub per i voli intercontinentali a Fiumicino trasformando Malpensa nell’hub dei voli cargo (merci) mentre i voli da e per Linate dovrebbero essere completamente liberalizzati abolendo il cosiddetto decreto “Bersani-bis” che pone un tetto ai voli sullo scalo milanese. Questo comporterebbe un ripensamento abbastanza profondo del business di Malpensa che, nato come scalo passeggeri, diventerebbe uno snodo del traffico merci mettendo a rischio nuovi posti di lavoro. Per questo ieri il presidente della Lombaardia, Roberto Maroni, particolarmente preoccupato per la sorte di Malpensa, ha polemicamente detto di aver cercato il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi ma di "non aver avuto risposta". Immediata la risposta del ministro: "Smettiamola di usare in modo strumentale allarmismi infondati basati su voci che non corrispondono su quanto realmente scritto nel piano".

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