Tanti auguri Raffaella: 70 anni da icona

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L'ESORDIO COME ATTRICE. A otto anni lascia la famiglia e l'amata Romagna per seguire  a Roma la fondatrice dell'Accademia Nazionale di Danza, Jia Ruskaja, ma già agli inizi degli anni '50 esordisce al cinema anche se interpretando piccoli ruoli. Poi nel 1960 si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia e fa il suo debutto in pellicole importanti. Nel 1965 gira Il colonnello Von Ryan con Frank Sinatra che s'infatua di lei. 


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MILLELUCI CULT. Con Mina conduce nel 1974 Milleluci, grande pezzo di storia televisiva italiana per la regia di Antonello Falqui che svelò durante un'intervista che fu proprio la cantante cremonese a volere al suo fianco la showgirl. Tra i tanti ospiti anche Alice ed EllenKessler, Aldo Fabrizi, Nilla Pizzi e Gorni Kramer (qui in foto). Stracult!


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IL MITO FRACCI. Raffa nasce ballerina di danza classica e tra gli ospiti di Milleluci vuole anche uno dei suoi miti, l' étoile Carla Fracci, che si presta per uno degli sketch della trasmissione, che fu per Mina l'ultimo spettacolo televisivo (poi si limitò ad alcune ospitate fino al ritiro definitivo nel 1978).


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L'AMICO CORRADO. Fu la Carrà a mostrare per la prima volta l'ombelico in tivù, ballando la sigla di Canzonissima, Ma che musica maestro! Siamo nel 1971 ed è il suo esordio al fianco di Corrado Mantoni, che diventa poi uno dei suoi più grandi amici. Con lui condusse anche Fantastico 3 nel 1982. 


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ASSALTO A RAFFA. Blobbato, replicato, riproposto mille volte: l'assalto di Roberto Benigni alla Raffa nazionale è considerato uno dei pezzi di storia della televisione italiana. Siamo nel 1991 e il Fantastico 12 condotto dalla Carrà è uno dei più visti di sempre. Il comico toscano prima le salta addosso, buttandola letteralmente per terra, poi parte con un monologo sui sinonimi che indicano l'organo genitale femminile. "Non ho avuto più occasione di incontrarlo, ma ho passato, quando ero stesa a terra, i cinque minuti più preoccupati e più pieni di risate della mia vita". Irriverente.


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PRONTO, RAFFAELLA? Nel 1983 è un nuovo esordio per la Carrà. La showgirl ultra moderna e paiettata lascia spazio alla conduttrice da salotto tivù, che intervista grandi personaggi e parla di argomenti seri. Quando la Rai affida a Boncompagni il lancio del mezzogiorno televisivo di Rai Uno, il regista e il suo autore Giancarlo Magalli puntano su di lei. "Prima di noi c'era il telescopio. Da zero a 14 milioni di telespettatori in una settimana. L'idea era un programma telefonico con Raffaella sempre in primo piano" ha raccontato Boncompagni. Il gioco dei fagioli di Pronto, Raffaella?, ideato da Magalli, è un altro pezzo di storia della tivù italiana. Nel 1985 torna alla prima serata con Buonasera Raffaella e nel suo salotto ospita gente comune, artisti internazionali e politici di spicco (come Giulio Andreotti). 


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CARRAMBA CHE ASCOLTI! Sorprese, grandi ospiti, incontri inaspettati e tante lacrime. E' il mix giusto che trasforma Carramba che sorpresa! (e poi Carramba che fortuna!) da show del sabato sera in programma evento, capace di rastrellare anche il 40% di share. Raffa catalizza gli ascolti e fa vendere in cinque anni oltre 125 milioni di biglietti della Lotteria Italia, a cui il programma è abbinato.


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LA STORIA CON BONCOMPAGNI. "Siamo agli opposti. Io anarchico e iconoclasta, lei credente. Io pigro, fannullone ma fortunatissimo. Lei una che lavora sempre" ha raccontato a La Stampa in questi giorni Gianni Boncompagni, suo compagno per moltissimi anni negli anni '70. "E' una compagna perfetta, fedele, onesta nei rapporti, la vedi dalla faccia". Anche quando si lasciano, il sodalizio prosegue in campo artistico. "Le ho scritto quasi tutte le canzoni che canta. Sembravano un'imbecillata, invece, stando ai bollettini Siae, mi fanno guadagnare una cifra impensabile. Perché vendono in tutto il mondo e il merito è soprattutto di Raffaella". 


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IL GRANDE AMORE. Come con Boncompagni, anche con Sergio Japino il sodalizio artistico e quello sentimentale s'intrecciano. Raffaella e il ballerino s'incontrano nei primi anni '80 e non si lasciano più. Lui inizia firmando le coreografie di Fantastico 3 ma diventa presto anche regista degli show della Carrà, firmando anche Carramba che sorpresa e il Sanremo del 2001. Anche oggi che la storia è finita i due sono in ottimi rapporti. 


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L'AMORE PER I BAMBINI. Amoreè uno dei progetti televisivi a cui la Carrà tiene di più: il programma, in onda su Rai Uno nel 2006, è dedicato al sostegno delle adozioni a distanza di cui la diva si fa promotrice assieme a molti altri personaggi dello sport, della musica e dello spettacolo. La foto-manifesto del programma è di Oliviero Toscani.  


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IL FESTIVAL TARGATO RAFFA. La Rai gli affida il progetto appena qualche mese prima, ma la Carrà non si scoraggia e prende il mano il 51° Festival di Sanremo nel 2001. E' la seconda donna dopo Loretta Goggi a condurre da sola il festivalone. Nonostante i grandi ospiti - da Russell Crowe ad Antonio Banderas, fino al camaleontico Fiorello - gli ascolti non decollano. Vincerà Elisa con Luce


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ICONICA RAFFA. Un po' tributo, un po' sigla da disco gay. L'omaggio di Tiziano Ferro s'intitola E Raffaella è mia ed è contenuto in Nessuno è solo pubblicato nel 2006. Nel video della canzone, uscita anche in versione spagnola col titolo Y Raffaella es mía, Raffa appare come una sorta di visione in tutto il suo splendore. 


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RAFFICA DI SIGLE. Nel novembre del 2007 esce Raffica, un doppio cd e un dvd che raccolgono le sigle cantate e ballate da Raffaella nel corso della sua carriera. In poche settimane vende oltre 50 mila copie. Il titolo? Un'invenzione di Gianni Boncompagni. Da Ma che musica maestro a Tanti auguri, passando per Rumore, Io non vivo senza teBallando Soca dance e Chissà se va, le sigle cult ci sono tutte.


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LE REGINE DELLA TIVU'. Siamo alla tredicesima edizione del Gran Premio Internazionale dello Spettacolo, condotta da Mara Venier e Corrado Mantoni: Raffaella Carrà si porta a casa il mitologico telegatto per la Miglior trasmissione di varietà. 


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COPPIA D'ORO. La Carrà ha condotto i Telegatti tre volte: nel 1991 con Corrado, nel 2000 con Paolo Bonolis e nel 2004 con Gerry Scotti. A Bonolis rilascerà una delle sue rare interviste televisive, nel 2006, durante Il senso della vita: incontro intenso e carico di grande ironia ed emozione.  


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COLLEGHI E AMICI/1 Tra gli amici di Raffaella Carrà c'è Renato Zero


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AMICI E COLLEGHI/2 Incontro ai vertici della tivù: nel 2001 a Sanremo la Carrà ospita Mike Bongiorno.


AMICHI E COLLEGHI/3 Per le rare apparizioni televisive italiane (sempre accompagnate da polemiche), Diego Armando Maradona sceglieva i programmi della Carrà a cui la lega una lunga amicizia.


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LA GRANDE RAFFA. Esce nel 2011 il brano di Bob SinclairFar l'amore, remix di A far l'amore, e diventa subito un tormentone estivo. "Quella canzone l'avevo scritta con Franco Bracardi, grande artista, persona squisita - ha raccontato Boncompagni - Sinclar ha ripreso solo la strofa di Bracardi e non il motivo pensato da me. Quando gliel'ho chiesto mi ha risposto che il mio era volgare. Ma ti pare? Io ho taciuto, tanto prendo i diritti, enormi. Paolo Ormi ci aveva messo gli arrangiamenti. Eravamo un gruppetto di successo. Scrivevamo quelle canzonacce e dicevamo "Che porcata" e quelle vendevano in tutto il mondo". Paolo Sorrentino ha inserito il brano nella colonna sonora del film La grande bellezza


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L'ULTIMA AVVENTURA. Camaleontica Raffa, ha accetto la sfida di diventare giurata del talent show di Rai Due, The Voice of Italy, assieme a Riccardo Cocciante, Noemi e Piero Pelù. I suoi guantini sono diventati subito un oggetto feticcio, i suoi giudici erano quelli più empatici e, elemento non secondario, i suoi duetti hanno dato una botta gaya allo show. In finale ha portato Silvia Capasso, tra i concorrenti più talentuosi. Sfida riuscita. 


Come si diventa icona? Difficile dirlo. Forse nemmeno sedendosi strategicamente a tavolino qualcuno avrebbe potuto disegnare una carriera simile a quella di Raffaella Carrà. Cinquant'anni di successi, qualche scivolone e mille vite professionali in una.

Ballerina, attrice, cantante e conduttrice: showgirl completa, tanto per usare una di quelle espressioni ritrite, capace di aggredire il passare degli anni inventandosi sempre qualcosa di nuovo. E forse il segreto di Raffaella Carrà sta proprio lì: cambiare sì, ma senza mai trasformarsi veramente. Complici anche i grandi uomini della sua vita, cioè Gianni Boncompagni e Sergio Japino.

Il caschetto biondo, il trionfo di paillettes, le canzoni dai ritornelli virali che piacciono trasversalmente a tutti, dai gay agli etero, dai bambini ai meno giovani. Dall'ombelico sfoggiato per la prima volta in tivù - siamo nel 1970 - fino al guantino festish indossato a The Voice: tutto ciò che Raffa tocca, si trasforma in pezzo di storia del costume italiano.

Amata, parodiata, assurta a emblema del nazional popolare, Raffaella Carrà resta la protagonista indiscussa dello spettacolo italiano. Della serie: se non ci fosse, bisognerebbe inventarla. Tanti auguri Raffa!

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