Strage di Piazza della Loggia, due ergastoli dopo 41 anni

Piazza della Loggia a Brescia dopo l'attentato del 28 maggio 1974. ANSA
La commozione di Benedetta Tobagi a margine della lettura della sentenza dei giudici della Corte di assise di appello di Milano per la strage di piazza della Loggia a Brescia, 22 luglio 2015. ANSA/MATTEO BAZZI
I giudici della Corte di assise di appello di Milano hanno condannato all'ergastolo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte per la strage di piazza della Loggia a Brescia, 22 luglio 2015. ANSA/MATTEO BAZZI
I giudici della Corte di assise di appello di Milano hanno condannato all'ergastolo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte per la strage di piazza della Loggia a Brescia, 22 luglio 2015. ANSA/MATTEO BAZZI
I giudici della Corte di assise di appello di Milano hanno condannato all'ergastolo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte per la strage di piazza della Loggia a Brescia, 22 luglio 2015. ANSA/MATTEO BAZZI
Il pg Maria Grazia Omboni durante la lettura della sentenza dei giudici della Corte di assise di appello di Milano per la strage di piazza della Loggia a Brescia, 22 luglio 2015. ANSA/MATTEO BAZZI
Carlo Maria Maggi in una immagine di archivio. ANSA/ANDREA MEROLA
Loggia Brescia
Carlo Maria Maggi in una immagine di archivio. ANSA/ANDREA MEROLA
Maurizio Tramonte in una immagine di archivio. ANSA/FILIPPO VENEZIA
PROCESSO STRAGE DELLA LOGGIA, Maurizio Tramonte (in una foto archivio) di cui i pm Francesco Piantoni e Roberto Di Martino hanno chiesto ergastolo : oggi a Brescia 21 ottobre 2010 . PH FOTOLIVE FILIPPO VENEZIA
Il corpo di una delle vittime dell'attentato a piazza Della Loggia, coperto dagli striscioni dei manifesteanti, in una foto del 28 maggio 1974.  Il pm di Brescia al processo per la strage di piazza della Loggia ha chiesto quattro condanne all'ergastolo e un'assoluzione. Ergastolo per: Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Francesco Delfino e Maurizio Tramonte. Assoluzione, invece, per Pino Rauti. (ANSA)

È nella commozione liberatoria del presidente dei famigliari delle vittime, Manlio Milani, e in quella degli avvocati che per tutti questi anni hanno seguito la terza inchiesta sulla strage di piazza della Loggia a Brescia che si riassume l'esito del dodicesimo processo per l'eccidio che causò otto morti e cento feriti il 28 maggio del '74, durante una manifestazione antifascista.

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Perché i giudici della Seconda Corte d'assise d'appello di Milano hanno messo un punto fermo: quella strage fu di matrice ordinovista e fu ispirata da Carlo Maria Maggi, medico veneziano, allora ispettore di Ordine Nuovo per il Trivenento, condannato oggi all'ergastolo, così come l'ex Fonte Tritone dei servizi segreti, Maurizio Tramonte.

La verità storica e giudiziaria

E la sentenza dei giudici milanesi "apre una profonda riflessione sugli anni dal '69 al '74", per Milani che precisa: "È sempre brutto sentire la parola ergastolo, ma questa decisione tiene aperta la speranza e ora abbiamo anche una verità giudiziaria, oltre che una verità storica". Quella verità giudiziaria che non si è raggiunta per la strage di Piazza Fontana e per quella della Questura di Milano e che invece è ancora a portata di mano per quella di Brescia (i legali di Maggi e Tramonte aspettano le motivazioni per decidere un ricorso in Cassazione). La Suprema Corte, del resto annullando l'assoluzione di Maggi e Tramonte e rinviando il processo a Milano (Brescia non dispone di una seconda corte d'assise d'appello), avevano scritto di un "ipergarantismo distorsivo" da parte dei giudici di secondo grado bresciani nei confronti dei neofascisti che aveva finito per "svilire" i numerosi elementi raccolti contro di loro.

Strategia della tensione

Tramonte, per i giudici di Cassazione, era un soggetto troppo "intraneo" alla destra eversiva per essere un semplice informatore, che peraltro "non raccontava ciò che sapeva o aveva fatto". Maggi fu "propugnatore" della strategia delle tensione e dalla sentenza milanese esce inevitabilmente confermato il racconto di Carlo Digilio, l'armiere di Ordine Nuovo che aveva raccontato i retroscena del periodo stragista. Alla commistione tra galassia neofascista e servizi segreti aveva fermamente creduto l'ex giudice istruttore Guido Salvini che, appreso della sentenza, non risparmia critiche ai pm milanesi per l' inchiesta sulla strage di Piazza Fontana: "L'esito è il premio per un impegno, quello della Procura di Brescia, che non è mai venuto meno in tanti anni. Se la Procura di Milano avesse fatto altrettanto, credo che sarebbe stato possibile andare anche per piazza Fontana al di là di quella responsabilità storica che comunque le sentenze hanno accertato in modo indiscutibile nei confronti delle stesse cellule di Ordine Nuovo al centro del processo per Piazza della Loggia". (ANSA). 

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