Strage di Orlando: l'abbraccio di Obama alle famiglie

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Un uomo con un cartello contor l'uso facile delle armi in America nel giorno della visita del presidente Obama a Orlando, Florida - 16 giugno 2016
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Il governatore della Florida Rick Scott (al centro) guarda il presidente Usa Obama e il Senatore Marco Rubio al loro incontro a Orlando - 16 giugno 2016
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Il sindaco di Orlando Buddy Dyer dona una maglietta di "Orlando United" al presidente Obama al suo arrivo in città - 16 giugno 2016
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16 giugno 2016. Il presidente Usa Barack Obama con il vice presidente Joe Biden posano fiori sul luogo della strage omofoba di Orlando.
Il presidente Usa Barack Obama con il vice presidente Joe Biden dopo aver posto una corona di fiori sul luogo della strage omofoba di Orlando - 16 giugno 2016
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Il presidente Usa Barack Obama con il vice presidente Joe Biden dopo aver posto una corona di fiori sul luogo della strage omofoba di Orlando - 16 giugno 2016
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Il presidente Usa Barack Obama lascia Orlando - 16 giugno 2016
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Il presidente Usa Barack Obama lascia Orlando - 16 giugno 2016

"Queste famiglie sono parte delle famiglia americana". Per la nona volta durante il suo mandato presidenziale Barack Obama ferma tutto e parte per portare il suo sostegno ad una comunità colpita al cuore dalla violenza cieca.

Questa volta la destinazione è Orlando, in Florida, dove è giunto per abbracciare i familiari delle vittime della strage al Pulse, per portare il suo conforto ai sopravvissuti dilaniati dal dolore e dalla "colpa" di essere sfuggiti alla mano omicida, per ringraziare di persona chi ha prestato i primi soccorsi, i medici, gli infermieri, le forze dell'ordine precipitatesi nella notte tra sabato e domenica al night club da cui giungeva il grido d'aiuto.

La strage di Orlando

ANSA/ SITE/ RITA KATZ
Omar Seddique Mateen in una foto postata sul suo profilo Twitter da Rita Katz, direttrice del Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste in rete. I jihadisti, riferisce il Site, lodano il killer, tuttavia, riferisce la stessa Katz, non ci sono al momento rivendicazioni della strage. 12 giugno 2016.

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Poliziotti e agenti dell'Fbi davanti al Pulse nightclub di Orlando (Florida), dopo la strage, 12 giugno 2016

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13 giugno 2016. La Grand Place di Bruxelles, in Belgio, illuminata dai colori dell'arcobaleno, in solidarietà con le vittime della strage di Orlando.

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13 giugno 2016. Centinaia di persone riunite a Los Angeles, in California, in segno di solidarietà alle vittime della strage di Orlando, in una manifestazione davanti al City Hall organizzata dal locale Centro LGBT.

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13 giugno 2016. I colori dell'arcobaleno illuminano la Tour Eiffel a Parigi, in solidarietà con le vittime della strage di Orlando.

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13 giugno 2016. Un manifestante mostra il pugno alzato colorato dalle tinte della bandiera arcobaleno a Los Angeles, durante una manifestazione di solidarietà alle vittime della strage di Orlando.

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13 giugno 2016. Nicole Edwards e la moglie Kellie Edwards osservano un minuto di silenzio durante una veglia notturna di fronte al Dr. Phillips Center for the Performing Arts di Orlando.

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13 giugno 2016. Una ragazza mostra un cartello arcobaleno con la scritta "Orlando" durante una manifestazione di solidarietà alle vittime della strage, in Old Compton Street a Soho, Londra.

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13 giugno 2016. Una donna con dei fiori e delle bandiere arcobaleno durante una veglia a New York, in memoria delle vittime della strage di Orlando.

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13 giugno 2016. Migliaia di persone partecipano a una veglia notturna di fronte al Dr. Phillips Center for the Performing Arts di Orlando, in memoria delle vittime della strage.

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13 giugno 2016. La foto di una coppia gay tra fiori e candele di fronte al Dr. Phillips Center for the Performing Arts di Orlando, durante una veglia notturna in memoria delle vittime della strage.

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13 giugno 2016. Centinaia di persone riunite a Los Angeles, in California, in segno di solidarietà alle vittime della strage di Orlando, in una manifestazione davanti al City Hall organizzata dal locale Centro LGBT.

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13 giugno 2016. Fiori, bigliettini, ricordi e bandiere arcobaleno presso un memoriale improvvisato a San Francisco in onore delle vittime della strage di Orlando.

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13 giugno 2016. Un uomo tocca il suolo accanto a delle bandiere arcobaleno durante una veglia in memoria delle vittime della strage di Orlando, presso il Newtown Neighbourhood Centre a Sydney, in Australia.

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13 giugno 2016. Una veglia in memoria delle vittime della strage di Orlando nel centro di Seul, in Corea del Sud.

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13 giugno 2016. Una veglia in memoria delle vittime della strage di Orlando nel centro di Seul, in Corea del Sud.

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13 giugno 2016. Il simbolo di solidarietà alle vittime della strage di Orlando durante una veglia a Hong Kong.

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13 giugno 2016. Rose e bandiere americane di fronte alla discoteca Pulse di Orlando, in Florida, dove Omar Mateen ha ucciso 50 persone e ne ha ferite 53.

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13 giugno 2016. Il ponte del porto di Sydney, in Australia, illuminato dai colori della bandiera arcobaleno, in memoria delle vittime della strage di Orlando.

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13 giugno 2016. La Town HallIl di Sydney, in Australia, illuminato di rosa in memoria delle vittime della strage di Orlando.

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13 giugno 2016. La popolazione di Orlando partecipa a una veglia notturna silenziosa di fronte al Dr. Phillips Center for the Performing Arts della città della Florida.

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13 giugno 2016. Una lanterna cinese sale in cielo accanto a un hotel colorato dalla bandiera arcobaleno a Orlando, in Florida, in memoria delle vittime della strage alla discoteca gay Pulse.

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13 giugno 2016. Partecipanti alla veglia notturna di fronte al Dr. Phillips Center for the Performing Arts di Orlando, in memoria delle vittime della strage.

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13 giugno 2016. Una coppia gay tra le migliaia di persone che partecipano a una veglia notturna di fronte al Dr. Phillips Center for the Performing Arts di Orlando, in memoria delle vittime della strage.

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13 giugno 2016. Una bandiera degli Stati Uniti di fronte al Palazzo Reale in Piazza Dam ad Amsterdam, illuminato dai colori della bandiera arcobaleno, in memoria delle vittime della strage di Orlando.

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13 giugno 2016. Bandiere arcobaleno e candele durante una veglia in memoria delle vittime della strage di Orlando in Oxford Street a Sydney, in Australia.

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13 giugno 2016. La comunità LGBT riunita di fronte allo storico bar gay "Stonewall Inn" di New York per esprimere cordoglio e solidarietà alle vittime della strage di Orlando.

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13 giugno 2016. Partecipanti a una veglia notturna silenziosa di fronte al Dr. Phillips Center for the Performing Arts di Orlando, in memoria delle vittime della strage.

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13 giugno 2016. I giocatori dei Miami Marlins rispettano un minuto di silenzio in onore delle vittime di Orlando, prima di una partita di baseball contro i San Diego Padres al PETCO Park di San Diego, in California.

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13 giugno 2016. Il Los Angeles Hall illuminato dai colori della bandiera arcobaleno in onore delle vittime della strage alla discoteca gay Pulse di Orlando, in Florida.

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12 giugno 2016. Un memoriale improvvisato per le vittime della strage di Orlando a San Diego, California.

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12 giugno 2016. Militanti e sostenitori del movimento LGBT riuniti a Parigi, vicino al Beaubourg, in solidarietà alle vittime della strage di Orlando.

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12 giugno 2016. Un momento della veglia in riva al lago Eola, a Orlando, in Florida, per le vittime della strage al club gay "Pulse".

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12 giugno 2016. La scritta #prayfororlando su un cartello esposto durante la veglia in riva al lago Eola, a Orlando, in Florida, per le vittime della strage al club gay "Pulse".

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12 giugno 2016. Membri e sostenitori della comunità LGBT depongono dei mazzi di fiori e delle bandiere arcobaleno (simbolo del movimento di liberazione e per i diritti civili di lesbiche, gay, transessuali e bisessuali) di fronte all'ambasciata degli Stati Uniti a Madrid, in Spagna.

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12 giugno 2016. Fiori, candele e bandiere arcobaleno lasciate dalla popolazione nella Harvey Milk Plaza di Castro, quartiere di San Francisco, in solidarietà alle vittime della strage di Orlando.

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12 giugno 2016. Membri e sostenitori della comunità LGBT depongono dei mazzi di fiori e delle bandiere arcobaleno (simbolo del movimento di liberazione e per i diritti civili di lesbiche, gay, transessuali e bisessuali) di fronte all'ambasciata degli Stati Uniti a Madrid, in Spagna.

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12 giugno 2016. Membri e sostenitori della comunità LGBTQ partecipano a una manifestazione di solidarietà per le vittime della strage di Orlando di fronte alla Casa Bianca a Washington, DC, USA.

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12 giugno 2016. La comunità LGBT riunita di fronte allo storico bar gay "Stonewall Inn" di New York per esprimere cordoglio e solidarietà alle vittime della strage di Orlando.

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12 giugno 2016. Membri e sostenitori della comunità LGBTQ partecipano a una manifestazione di solidarietà per le vittime della strage di Orlando di fronte alla Casa Bianca a Washington, DC, USA.

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12 giugno 2016. Una veglia di cordoglio e solidarietà per le vittime della strage di Orlando nella Harvey Milk Plaza, nel quartiere di Castro a San Francisco, in California.

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Poliziotti davanti al Pulse nightclub di Orlando (Florida), dopo la strage, 12 giugno 2016

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Poliziotti davanti al Pulse nightclub di Orlando (Florida), dopo la strage, 12 giugno 2016

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Poliziotti davanti al Pulse nightclub di Orlando (Florida), dopo la strage, 12 giugno 2016

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Poliziotti davanti al Pulse nightclub di Orlando (Florida), dopo la strage, 12 giugno 2016

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Poliziotti davanti al Pulse nightclub di Orlando (Florida), dopo la strage, 12 giugno 2016

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Poliziotti e vigili del fuoco davanti al Pulse nightclub di Orlando (Florida), dopo la strage, 12 giugno 2016

E dove, ha detto il presidente, "dopo il peggio dell'umanità, ha risposto il meglio dell'umanità".

Il presidente lo ha fatto lontano dai riflettori. Questo è il momento di portare un messaggio intimo, di mostrare - con accanto il vicepresidente Joe Biden - come gli americani "restano uno al fianco l'uno dell'altro", come l'America si stringe attorno ad Orlando. "Non c'è modo più tangibile di manifestare il suo sostegno se non recandosi nella città dove ha avuto luogo questo orrendo episodio", ha spiegato la Casa Bianca.

E di tangibile Obama a Orlando trova il dolore: in corteo verso il luogo dove incontra la comunità per oltre due ore, a due miglia circa dal Pulse, scorrono davanti agli occhi del commander in chief giunto da Washington i segni profondi lasciati dalla violenza scatenata da Omar Mateen, tra le bandiere arcobaleno e quel cartello affisso da una rivendita di Harley-Davidson: "Pregate per Orlando".

Così, dopo il monito fermo e determinato dei giorni scorsi con cui ha puntato il dito contro l'intolleranza e la violenza guardando dritto negli occhi degli oppositori politici, oggi è il giorno dell'unità e dell'appello accorato.

Alla famiglie delle vittime ''non interessa la politica, e non interessa neanche a me''. Non le divisioni politiche, che invita ancora una volta il Congresso adesso a superare, spingendo per maggiori controlli per le armi. Il giorno dell'unità.

A dimostrarlo le immagini dell'arrivo del presidente in Florida: scende dalla scaletta dell'Air Force One seguito da Marco Rubio.

Il senatore repubblicano della Florida ed ex candidato per la nomination repubblicana che contro Obama si è scagliato con vigore durante la sua campagna, ha volato con lui dalla capitale fino al suo Stato.

I due hanno parlato, senza dubbio, ma di ciò che in queste ore è l'unico argomento possibile: "Questo è un momento in cui democratici e repubblicani possono dimostrare che, quando negli Stati Uniti d'America una comunità viene attaccata, gli Stati Uniti d'America restano uniti", commenta la Casa Bianca come a spiegare il senso di questa giornata.

Mentre le prime prove di unità sono in corso al Congresso dove si intravedono i segnali di un'intesa tra democratici e repubblicani per una stretta sulle armi.

La svolta dopo l'intervento fiume di quasi 15 ore del senatore democratico del Connecticut Chris Murphy: era già mattina quando si è conclusa la maratona guidata da Murphy e quando il senatore ha reso noto che ci sono adesso i presupposti per una intesa con i repubblicani disposti a votare alcune misure chiave sui controlli, consentendo quindi l'approvazione di emendamenti che prevedono maggiori verifiche sui singoli acquirenti di armi e il divieto di vendita a sospettati di terrorismo.

Intanto, mentre Obama promette che gli Stati Uniti combatteranno senza sosta i gruppi terroristici, continuano le indagini sulle dinamiche dell'attacco al club gay ed emergono altri dettagli su Omar Mateen e sulla strage: secondo quanto emerge il killer scambiava sms con la moglie durante l'attacco.

Non è chiaro tuttavia se la donna fosse consapevole di quanto stesse accadendo. Lo riferisce la Cnn citando fonti, mentre è all'analisi degli esperti l'uso intenso che Mateen faceva dei social media, luogo privilegiato dove scatenare tutto il suo odio. Al punto che adesso si chiede l'aiuto di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, per tracciare e capire l'attività del killer. (ANSA)

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