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Stampa e clandestini: polemiche a cinque stelle

Tre giorni fa la pubblica sconfessione da parte di Grillo e Casaleggio dell'emendamento voluto da due senatori a cinque stelle in Commissione Giustizia del Senato che puntava ad abrogare il reato di immigrazione clandestina. E ora, in un fuoco di fila che ha messo in luce anche le divisioni politiche del MoVimento a livello nazionale, una nuova livorosa polemica contro I falsi amici de Il Fatto quotidiano, reo di essersi trasformato - secondo il post ospitato in grande evidenza sul blog di Beppe Grillo - in un organo di stampa del «pdmenoelle», una specie di Unità bis ma in versione «mascherata» e ipocrita. La colpa di Travaglio & co secondo Grillo: aver preso le distanze dal M5S «che non si prostra alle gonnelle piddine e al'ipocrisia del momento sul tema immigrazione».

Ma che cosa è accaduto esattamente? E soprattutto chi è l'autore del post contro Il Fatto che Grillo ha scelto di pubblicare con grande risalto sul suo blog? Capirlo può essere utile perché dà conto di un dibattito, interno del M5S, tra la destra e la sinistra interna che raramente la stampa nazionale finora ha saputo raccontare. L'autore del post contro Il Fatto e contro l'emendamento dei due senatori sulla clandestinità, è un personaggio in vista della rete a cinque stelle:  si chiama Ernesto Leone, alias Tinazzi. È un fedelissimo della linea ortodossa, e ha conquistato un ruolo di primo piano nel Meet-up 878, fedelissimo alla linea sul tema dell'immigrazione clandestina, circolo di riferimento per alcuni eletti, a iniziare dalla senatrice Paola Taverna, neo capogruppo al Senato, fino al deputato Alessandro Di Battista. Tinazzi - l'autore del post - incarna l'anima destrorsa del MoVimento. A lui, e al quotidiano, è dedicato un recente articolo de Il Manifesto che dà conto di una divisione politica profonda all'interno tra una destra e una sinistra interna che, finora, solo il carisma di Grillo ha saputo nascondere. Il titolo: «Meet-up 878, i manganellatori del Movimento che mettono in riga i buonisti di sinistra ». 

Scrive il giornalista de Il Manifesto: «Da tempo il gruppo 878 - con a capo l'ex manager di multinazionali Ernesto Leone - si è assunto il ruolo di «manganellatore» all'interno del M5S. Non ha una veste ufficiale e riconosciuta, ma un peso molto forte sulla rete, dove riesce a agglutinare quella base informe nata e cresciuta attorno al blog di Beppe Grillo. Gente che ha una fede assoluta e incrollabile nelle teorie cospirazioniste del signoraggio, che mal sopporta l'intera sinistra, vero obiettivo da abbattere, spesso antieuropeista. (...) Il nocciolo duro del M5S - ovvero quel cerchio magico stretto attorno a Grillo e Casaleggio - sta apertamente puntando a recuperare i voti in fuga della destra populista. A cominciare dalla Lega nord. L'alleanza sui temi economici che Casaleggio ha stretto con i piccoli imprenditori veneti della Confapri - think tank veneto diretto dall'imprenditore Massimo Colomban - è esemplare. Dalle commissioni parlamentari, fino ai dibattiti pubblici i fedelissimi richiamano moltissimi temi cari al centrodestra, a partire da quello delle tasse. E oggi degli immigrati. Da anni, poi, Grillo spara a alzo zero contro le rappresentanze sindacali, tanto da proporre un «non sindacato» fotocopia del non movimento».

Le fonti per capire le divisioni del MoVimento

Il post del blog di Grillo contro Il Fatto

La risposta di Travaglio

La risposta di Gomez

Il post di Grillo-Casaleggio contro l'emendamento pro-immigrati dei due senatori 5

La risposta del senatore autore dell'emendamento

L'articolo de Il Manifesto sul meet-up di destra del MoVimento

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