Siria, tutti i numeri di una crisi umanitaria insopportabile

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Aleppo, Siria, 6 agosto 2016 )
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Aleppo, Siria, 15 agosto 2016
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Aleppo, Siria, 15 agosto 2016
Aleppo, Siria, 17 agosto 2016, le prime cure alle vittime di un raid aereo
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Aleppo, Siria, 17 agosto 2016, le vittime di un raid aereo sulla città
Un fermo immagine tratto da un video fornito dall'opposizione siriana mostra il salvataggio di Omran, dopo un bombardamento ad Aleppo.
Un fermo immagine tratto da un video fornito dall'opposizione siriana mostra salvataggio di Omran, dopo un bombardamento ad Aleppo
Un fermo immagine tratto da un video fornito dall'opposizione siriana mostra salvataggio di Omran, dopo un bombardamento ad Aleppo
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I soccorsi a una vittima dei bombardamenti su Aleppo - 17 agosto 2016
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Un uomo siriano coperto di polvere lavora per liberare dalle macerie una casa di Aleppo in Siria - 15 agosto 2016
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La battaglia per liberare Manbij (Siria) dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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La battaglia per liberare Manbij (Siria) dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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La battaglia per liberare Manbij (Siria) dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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Donne curde ai funerali di un combattente delle Forze Democratiche Siriane caduto durante la battaglia per liberare Manbij (Siria) dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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I funerali di un combattente delle Forze Democratiche Siriane caduto durante la battaglia per liberare Manbij (Siria) dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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Membri delle Forze Democratiche Siriane per le strade di Manbij (Siria) dopo la liberazione dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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Manbij (Siria) dopo la liberazione dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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Membri delle Forze Democratiche Siriane per le strade di Manbij (Siria) dopo la liberazione dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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Membri delle Forze Democratiche Siriane per le strade di Manbij (Siria) dopo la liberazione dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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Membri delle Forze Democratiche Siriane per le strade di Manbij (Siria) dopo la liberazione dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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Le strade di Manbij (Siria) dopo la liberazione dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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Manbij (Siria) dopo la liberazione dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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30 maggio 2016. Un uomo coperto dalla polvere di edifici appena bombardati siede accanto a un ragazzo lungo una strada di Aleppo, nel quartiere settentrionale di Sukkari, in mano ai ribelli, e colpito da raid aerei delle forze governative fedeli ad Assad.
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5 giugno 2016. Un uomo grida circondato dalla polvere sollevata da un bombardamento delle forze filogovernative sul quartiere di Bustan al-Qasr ad Aleppo, in Siria, in mano ai ribelli.

La cronaca e le immagini dell’orrore sono ovunque. Tutti sappiamo cosa succede in Siria. Prima d’interrogarsi sull’assuefazione alla morte e sull’indifferenza dell’Occidente nei confronti di una delle più gravi crisi umanitarie di questo secolo (cui sappiamo rispondere solo con un crescente fastidio per i migranti), vale la pena riflettere su cifre e statistiche che raccontano di un’ecatombe in corso di cui non conosciamo la reale portata, ma che in un modo o nell’altro coinvolgerà presto o tardi tutti noi.
Da notare, in mezzo a tutto questo orrore, che le Nazioni Unite il 17 agosto 2016 hanno annunciato per bocca dell’inviato speciale in Siria, Staffan de Mistura, che l’attività della task force umanitaria “è stata sospesa”, con ciò decretando il tramonto definitivo della credibilità di questa ormai impotente – e dunque inutile – istituzione, il cui Consiglio di Sicurezza sarebbe a questo punto quasi da considerare complice del disastro umanitario in corso, non meno dei fanatici jihadisti che hanno scatenato questo bagno di sangue.


Siria, il dramma dei rifugiati

Sam Tarling/Oxfam
26 gennaio 2016. Aida, 8 anni, Majida, 7 anni, e Basma, 8 anni, provenienti da Raqqa in Siria posano per una foto per la campagna #withsyria, nel campo profughi di Baalbek, nella Valle Bekaa del Libano.

Siria, il dramma dei rifugiati

Sam Tarling/Oxfam
26 gennaio 2016. I bambini siriani Basma (8 anni), Mohsen (4), Amal (3) e Ahmad (6) posano per una foto per la campagna #withsyria, nel campo profughi di Baalbek, nella Valle Bekaa del Libano.

Siria, il dramma dei rifugiati

Sam Tarling/Oxfam
26 gennaio 2016. Reema, 13 anni, Aida, 8 anni, e Nejma nel campo profughi di Baalbek, nella Valle Bekaa del Libano.

Siria, il dramma dei rifugiati

Sam Tarling/Oxfam
26 gennaio 2016. I fratellini Hafez e Malik, di 11 e 7 anni, originari di al-Raqqa in Siria, fuori dalla loro tenda nel campo profughi di Baalbek, nella Valle Bekaa del Libano.

Siria, il dramma dei rifugiati

Sam Tarling/Oxfam
25 gennaio 2016. La collaboratrice di Oxfam Amy Christian parla con la popolazione accolta nel campo profughi allestito a Zahle, nella Valle della Bekaa, in Libano.

Siria, il dramma dei rifugiati

Sam Tarling/Oxfam
25 gennaio 2016. Yumna, 8 anni, originaria della provincia di Homs, in Siria, gioca all'interno del campo profughi allestito a Zahle, nella Valle della Bekaa, in Libano.

Siria, il dramma dei rifugiati

© Alessandro Penso/Sony World Photography Awards
Alessandro Penso, Professionisti, Attualità, con la serie "Lesbo". [Lesbo, Grecia, 2015. Un'imbarcazione affollata di profughi siriani e di altre nazionalità raggiunge la riva, con l'aiuto di due contadini locali. A Lesbo giungono soprattutto siriani, afghani e iracheni, rifugiati, richiedenti asilo e migranti.

Siria, il dramma dei rifugiati

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Un rifugio per profughi siriani a Berlino-Spandau

Siria, il dramma dei rifugiati

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Bambini siriani a scuola nel campo profughi di Zaatari , Giordania, 21 settembre 2015

Siria, il dramma dei rifugiati

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La scuola per i bambini siriani nel campo profughi di Zaatari , Giordania, 20 settembre 2015

Siria, il dramma dei rifugiati

Sam Tarling /Oxfam
Ahmad Mohmammad e le sue due figlie (profughi siriani) a Zarka, Giordania, 8 settembre 2015

I numeri dalla catastrofe
A marzo 2011, inizio della sollevazione popolare degenerata in guerra civile e poi in guerra internazionale, la popolazione siriana contava 21 milioni di abitanti. Dopo cinque anni, 6,5 milioni di siriani sono fuggiti dalle loro case ma sono rimasti intrappolati nel conflitto all’interno del territorio, mentre altri 4,8 milioni sono emigrati. Tra questi ulitmi, i più “fortunati” hanno trovato rifugio nei paesi confinanti: 2,7 milioni in Turchia, pari al 3,6% della popolazione turca; 1,2 milioni in Libano, pari al 22% della popolazione; 650mila in Giordania, pari al 10% della popolazione e 250mila in Iraq, pari allo 0,6% della popolazione, considerato però che anche l’Iraq è un paese in guerra.

Siria: la storia del conflitto - scheda video

Le persone che oggi richiedono assistenza umanitaria immediata in Siria sono invece 13,5 milioni: di questi, 4,5 milioni vivono in aree sotto assedio come nella città di Aleppo, nei territori controllati dallo Stato Islamico o in luoghi impossibili da raggiungere per via dell’inesistenza di strade o per i respignimenti ai posti di blocco.

Aleppo, città martire

A pagare il prezzo più alto della guerra non sono Raqqa o Mosul, le roccaforti dello Stato Islamico, ma la città di Aleppo, quasi cancellata dalla violenza del conflitto e dalla quantità di bombe riversate sopra di essa. Prendere Aleppo è oggi il primo degli obiettivi di ciascuna delle forze che si combattono, perché chi riuscirà a controllarla, potrà controllare anche i destini di una porzione significativa del territorio che un tempo fu siriano e che domani sarà spartito tra i belligeranti.

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Solo nell’assedio della città, ormai trasformatasi nella Stalingrado del Medio Oriente, dal 1 giugno al 15 agosto 2016 sono morte o rimaste gravemente ferite oltre 6mila persone e ben 2 milioni di abitanti della provincia non hanno più accesso all’acqua potabile. Sono 25 le strutture sanitarie danneggiate, di cui 4 ospedali e una banca del sangue. Nota a margine: quando si afferma che sono stati bombardati gli ospedali e ci si chiede chi possa essere stato, vale la pena ricordare che né lo Stato Islamico, né Jabhat Al Nusra, né i curdi, né l’Esercito della Conquista, né il Free Syrian Army o le altre milizie che si oppongono al regime di Damasco possiedono forze aeree (a buon intenditor…).

Siria: Russia bombarda ospedale di Medici Senza Frontiere

Il bilancio dell’orrore

In totale, dal marzo 2011 all’agosto 2016 nella guerra civile che ha sconvolto la Siria e buona parte del Medio Oriente sono morte 470mila persone, con l’11,5% della popolazione sterminata o ferita. A non avere più una casa dove restare o tornare è invece il 45% dei cittadini siriani. Mentre l’aspettativa di vita nel paese è crollata dai 70 anni del 2010 ai 55 anni del 2015.

Tutti questi dati si riferiscono ai morti di ogni fazione in lotta e sono stati registrati dalle Nazioni Unite fino all’annuncio che l’ONU avrebbe smesso di contare i morti a partire dal gennaio 2015. Il conteggio (che allora era fermo a 270mila morti) è proseguito solo grazie alla difficile opera dei vari osservatori internazionali e attraverso fonti dirette dei belligeranti.



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