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Tregua in Siria violata da raid russi, dice la Francia

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Personale di un centro di emergenza riposano nel cortile della struttura alla periferia di Aleppo, il secondo giorno delle tregua, 29 febbraio 2016
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21 febbraio 2016. Soldati dell'esercito governativo pattugliano l'area circostante la centrale termica di Aleppo, alla periferia orientale della città, in un'area appena sottratta agli islamisti.
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21 febbraio 2016. Dalla centrale termica della città si leva una colonna di fumo, dopo che le forze governative hanno ripreso il controllo dell'area alla periferia est di Aleppo, Siria.
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Forze siriane in azione nella zona di Aleppo
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21 febbraio 2016. Dalla centrale termica della città si leva una colonna di fumo, dopo che le forze governative hanno ripreso il controllo dell'area alla periferia est di Aleppo, Siria.
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Siria. Le rovine della città di Aleppo, 5 gennaio 2016
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Siria. Le rovine della città di Aleppo, 5 gennaio 2016
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Siria. Profughi fuggiti da Aleppo al confine con la Turchia, 5 gennaio 2016
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Rifugiati siriani e iracheni cercano di varcare il confine tra Grecia e Macedonia, 29 febbraio 2016
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Rifugiati siriani e iracheni cercano di varcare il confine tra Grecia e Macedonia, 29 febbraio 2016
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Rifugiati siriani e iracheni cercano di varcare il confine tra Grecia e Macedonia, 29 febbraio 2016
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21 febbraio 2016. Un soldato delle forze governative regge un ritratto del defunto presidente Hafez al-Assad, mentre un commilitone dà alle fiamme una bandiera del sedicente Stato Islamico, dopo aver ripreso il controllo dell'area, alla periferia est di Aleppo, Siria.
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Una ragazza siriana al confine tra Grecia e Macedonia, 29 febbraio 2016
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21 febbraio 2016. Un soldato dell'esercito governativo rimuove una bandiera del sedicente Stato islamico e appende al suo posto quella della Siria in un'area appena sottratta agli islamisti, alla periferia orientale di Aleppo.
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21 febbraio 2016. Due soldati dell'esercito governativo rimuovono una bandiera del sedicente Stato islamico e appendono al suo posto quella della Siria, in un'area appena sottratta agli islamisti, alla periferia orientale di Aleppo.
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21 febbraio 2016. Forze governative si muovono su un mezzo blindato portando il ritratto del defunto presidente Hafez al-Assad, mentre alle loro spalle dalla centrale termica di Aleppo, Siria, si leva una colonna di fumo, dopo aver ripreso controllo dell'area alla periferia est della città.
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21 febbraio 2016. Soldati dell'esercito governativo osservano il ponte - distrutto dai miliziani del sedicente Stato islamico - che collega il villaggio di al-Tiba alla centrale termica di Aleppo, alla periferia orientale della città, in un'area appena sottratta agli islamisti.
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Una delle vittime dei recenti bombardamenti dell'aviazione siriana ad Aleppo
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Siria. Profughi fuggiti da Aleppo al confine con la Turchia, 5 gennaio 2016
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Siria. Profughi fuggiti da Aleppo al confine con la Turchia, 5 gennaio 2016
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Siria. Profughi fuggiti da Aleppo al confine con la Turchia, 5 gennaio 2016
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21 febbraio 2016. Un soldato dell'esercito governativo ispeziona la centrale termica di Aleppo, alla periferia orientale della città, in un'area appena sottratta agli islamisti.
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21 febbraio 2016. Soldati dell'esercito governativo ispezionano la centrale termica di Aleppo, alla periferia orientale della città, in un'area appena sottratta agli islamisti.
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21 febbraio 2016. Soldati dell'esercito governativo ispezionano la centrale termica di Aleppo, alla periferia orientale della città, in un'area appena sottratta agli islamisti.
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21 febbraio 2016. Syrian government forces drive tanks near smoke billowing from Aleppo's thermal power plant after they took control of the area on the eastern outskirts Syria's northern embattled city from Islamic State (IS) group fighters on February 21, 2016. In two days Syrian government forces have taken more than a dozen villages from IS jihadists around a stretch of highway that runs east from the northern city of Aleppo to the Kweyris military base. / AFP / GEORGE OURFALIAN (Photo credit should read GEORGE OURFALIAN/AFP/Getty Images)
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21 febbraio 2016. Soldati dell'esercito governativo pattugliano l'area circostante la centrale termica di Aleppo, alla periferia orientale della città, in un'area appena sottratta agli islamisti.
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21 febbraio 2016. Soldati dell'esercito governativo pattugliano l'area circostante la centrale termica di Aleppo, alla periferia orientale della città, in un'area appena sottratta agli islamisti.
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21 febbraio 2016. Membri della "Difesa civile" intendi a spegnere l'incendio divampato nella centrale termica della città, dopo che le forze governative hanno ripreso il controllo dell'area alla periferia est di Aleppo, Siria.
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21 febbraio 2016. Dalla centrale termica della città si leva una colonna di fumo, dopo che le forze governative hanno ripreso il controllo dell'area alla periferia est di Aleppo, Siria.
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21 febbraio 2016. Membri della "Difesa civile" intendi a spegnere l'incendio divampato nella centrale termica della città, dopo che le forze governative hanno ripreso il controllo dell'area alla periferia est di Aleppo, Siria.
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21 febbraio 2016. Soldati dell'esercito governativo installano un ponte militare retraibile alla periferia orientale di Aleppo, in Siria, in un'area appena sottratta agli islamisti.
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21 febbraio 2016. Soldati dell'esercito governativo osservano il ponte - distrutto dai miliziani del sedicente Stato islamico - che collega il villaggio di al-Tiba alla centrale termica di Aleppo, alla periferia orientale della città, in un'area appena sottratta agli islamisti.
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Tishreen, Damasco, Siria, 14 febbraio 2016. Un bambino tra degli edifici distrutti.
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Tishreen, Damasco, Siria, 14 febbraio 2016. Adulti e bambini camminano sullo sfondo di una tenda gigante usata dai residenti per proteggersi dai colpi dei cecchini.
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15 febbraio 2016. L'ospedale gestito da Mèdecins Sans Frontières (Msf) vicino a Maaret al-Noomane, nella provincia di Idlib, nel nord della Siria, distrutto in seguito ad un attacco aereo russo.
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15 febbraio 2016. L'ospedale gestito da Mèdecins Sans Frontières (Msf) vicino a Maaret al-Noomane, nella provincia di Idlib, nel nord della Siria, distrutto in seguito ad un attacco aereo russo.
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Masaken Barzeh, Damasco, Siria, 14 febbraio 2016. Un bambino preparare del cibo per la sua famiglia su una stufa a legna.
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Masaken Barzeh, Damasco, Siria, 14 febbraio 2016. Un bambino preparare del cibo per la sua famiglia su una stufa a legna.
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Masaken Barzeh, Damasco, Siria, 14 febbraio 2016. Edifici distrutti e tuttora abitati.
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Tishreen, Damasco, Siria, 14 febbraio 2016. Due ragazzi leggono un libro fuori dalla loro casa.
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Tishreen, Damasco, Siria, 14 febbraio 2016. Abiti stesi ad asciugare fuori da un edificio distrutto.
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Tishreen, Damasco, Siria, 14 febbraio 2016. Una coppia nella propria casa, di fronte a un piatto di pane vecchio.
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15 febbraio 2016. L'ospedale gestito da Mèdecins Sans Frontières (Msf) nella provincia di Idlib, nel nord della Siria, distrutto in seguito ad un attacco aereo russo.
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Un ritratto del presidente siriano Bashar Assad su un muro di un palazzo di Damasco distrutto da un attacco kamikaze
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6 febbraio 2016. A Bab al-Salama, nei pressi della città di Azaz, nella Siria settentrionale, vicino al confine turco, tre bambini fuggiti dai combattimento in corso ad Aleppo siedono in attesa su un veicolo.
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18 febbraio 2015. Rifugiate siriane camminano lungo una strada coperta di neve a Istanbul.
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13 dicembre 2015. La sorella di Mohammed Ismael piange il fratello durante i funerali a Qamishli, cittadina a maggioranza curda nella provincia nordorientale di Hasakeh, in Siria. L'uomo è stato una delle vittime dei tre attacchi suicidi con autobomba avvenuti a Tal Tamr nei giorni precedenti e rivendicati dal gruppo "Stato islamico".
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Un fermo immagine da un video della BBC con un bimbo di Madaya, Siria, gennaio 2016
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Opere di raccolta delle macerie a Idlib, nel nordovest della Siria - 21 dicembre 2015
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Sterline siriane vicino a dollari americani
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Bambini siriani a Marj al-Sultan, a est di Damasco - 21 dicembre 2015
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Opere di raccolta delle macerie a Idlib, nel nordovest della Siria - 21 dicembre 2015

Dopo un weekend di tregua in Siria (almeno così è sembrato) lunedì sono spuntati le prime segnalazioni di violazioni.

Il che non ha però scoraggiato i team delle Nazioni Unite che presiedono al soccorso dei civili dall’annunciare che nel corso della settimana partiranno tutti i convogli con aiuti umanitari per sei città. Oggi i primi camion di soccorsi sono arrivati a Al Moadamyeh, un centro abitato nei pressi di Damasco. Gli aiuti dovrebbero raggiungere almeno 150mila persone entro 5 giorni, oltre 1,7 milioni entro la fine di marzo; e sono già cinque milioni i siriani che vengono alimentati dal World Food Programme delle Nazioni Unite.

Oggi pomeriggio comunque si è riunito alla sede Onu di Ginevra il gruppo di monitoraggio della tregua, con rappresentanti di vari paesi, per esaminare le informazioni sui casi di mancato rispetto del cessate il fuoco.

In particolare ha alzato la voce la Francia che ha chiesto spiegazioni sui raid che domenica i russi hanno comunque compiuto su postazioni di ribelli anti-Assad, come riportato anche dal Washington Post.
L’accordo per il cessate il fuoco prevede la sospensione delle ostilità con tutti i gruppi antigovernativi, esclusi i jihadisti dell’Isis e del Fronte al Nusra.

Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, organizzazione dell’opposizione moderata ad Assad, con sede a Londra, ha dichiarato che con l’inizio del cessate il fuoco si sono notevolmente ridotti i morti e i feriti nelle aree del paese non controllate dai Jihadisti.
Secondo l’Osservatorio i morti sabato sono stati 20, altrettanti domenica. Venerdì invece — prina dell’entrata in vigore della tregua — erano stati 144: 70 soldati governativi, 38 ribelli e 36 civili. Il bilancio medio quotidiano in febbraio, sottoline l’ong, è stato di 120 morti al giorno.

Infine, la Russia ha ribadito che per il Cremlino il futuro della Siria è con Assad.

Ore 7:00- Tregua fragile, quella in Siria, che regge mentre è cominciato il terzo giorno dall'entrata in vigore.

Un tregua sul filo, tra dichiarazioni di speranza, denunce di violazioni e sporadici incidenti.

Sono in gran parte tranquille per la prima volta in cinque anni di guerra le zone dove più intensi fino a venerdì notte erano stati i combattimenti, i bombardamenti degli aerei e dell'artiglieria pesante, le devastazioni e le stragi.

Lo riferiscono fonti diverse, mentre testimoni raccontano della gente che sta tornando nelle strade delle città in macerie a far scorte di acqua e cibo.

Soprattutto nella capitale Damasco - dicono - le vie durante il giorno sono state molto animate.

La tregua 'trovata' su iniziativa di Washington e di Mosca, e appoggiata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu che l'ha 'benedetta' con una risoluzione approvata all'unanimità, sta dunque suscitando grandi speranze malgrado la complessità della sua applicazione su un territorio vastissimo, che è comunque solo quello interessato dai bombardamenti Usa e dai combattimenti tra le forze del regime appoggiate dall'aviazione degli alleati russi e i ribelli siriani.

Sono esclusi dal cessate-il-fuoco i jihadisti dell'Isis e di al-Nusra, con i quali non è stato possibile avviare la benché minima trattativa. Ma sono esclusi, secondo la Turchia, anche i curdi dell'Ypg, alleati del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan) che Ankara non smette di definire "terroristi" e che anche ieri sono stati presi di mira dai colpi dell'artiglieria turca.

27 febbraio 2016
Ore 13:00 - 
Tutto sommato, il cessate il fuoco in Siria entrato in vigore alla mezzanotte ora di Damasco sembra tenere.

L'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani riferisce che alcuni colpi di mortaio sono caduti nella provincia di Afrin, la regione curda della Siria settentrionale, un'area controllata dalle Unità di Protezione Popolare (Ypg).
Le milizie curdo-siriane dell'Ypg sono tra i gruppi armati dell'opposizione che hanno annunciato di voler rispettare il cessate il fuoco annunciato da Usa e Russia. Secondo l'Osservatorio–ong con sede a Londra e che si avvale di una rete di collaboratori sparsi per il paese–si registrano combattimenti solo nelle zone dove sono presenti il Fronte al-Nusra, filiale di al-Qaeda e l'Isis, come previsto.
Nella provincia centrale di Hama, un'auto-bomba attribuibile all'Isis è saltata in aria a un posto di blocco del regime all'entrata della località di Salamiya: sono morti due soldati siriani.

Russia
La Russia ha dichiarato mattina di aver bloccato tutti i raid aerei nelle zone interessate dalla tregua.

Pessimismo dei ribelli anti-Assad
Reuters riporta invece che un comandante del gruppo anti-governativo Fursan al-Haqq ha dichiarato che mentre le forze di Damasco si sarebbero fermate in alcune parti del paese, in altre zone continuano i bombardamenti in violazione del cessate il fuoco. Fares Bayoush, ha aggiunto che queste violazioni determineranno la fine della tregua.

Scetticismo Usa
Intanto il presidente degli Stati Uniti, Obama, ha dichiarato di non farsi illusioni sul cessate il fuoco: "Ci sono molti motivi per essere scettici. Nella migliore delle circostanze, la violenza non si fermerà subito. Agli aiuti umanitari deve essere consentito di raggiungere le aree sotto assedio". Nella tregua, ha aggiunto Obama, "molto dipende da se il regime siriano e la Russia manterranno i propri impegni". "L'unico modo per sconfiggere l'Isis è mettere fine alla guerra civile e al caos in Siria, sotto il quale l'Isis prospera".

Ore 8:00 - Alla mezzanotte ora di Damasco (le 23 in Italia) è entrato in vigore in Siria l'atteso cessate il fuoco negoziato da Russia e Stati Uniti, che però non riguarda l’Isis e il Fronte al-Nusra.


Quasi allo stesso tempo, l'inviato speciale dell'Onu Staffan de Mistura ha annunciato che i colloqui di pace per il Paese potrebbero riprendere il 7 marzo, "se la tregua tiene".

In video conferenza da Ginevra, de Mistura ha aggiornato il Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla situazione e ha affermato che "senza dubbio non mancheranno i tentativi di minare il processo" di pace, ma, ha aggiunto, "nulla e' impossibile, specie in questo momento".
Poco dopo, i 15 membri del Consiglio di Sicurezza hanno votato all'unanimità una risoluzione di sostegno al cessate il fuoco, in cui viene anche chiesta la ripresa dei colloqui di pace "il più presto possibile".

Numerosi dubbi rimangono sulle reali possibilità che la tregua venga rispettatà dalle parti.

La Turchia sostiene che continuerà a bombardare i Curdi siriani.
E poi c’è l’incognita delle varie milizie e gruppi anti-Assad e pro Assad che ancora non si sono pronunciati chiaramente a proposito della tregua. Per ora, secondo la tv al Arabiya, sono circa cento le milizie di insorti che hanno comunicato di voler rispettare il cessate il fuoco.

26 febbraio

Obama avverte Mosca
A poche ore dall'entrata in vigore della tregua, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha lanciato un messaggio chiaro alla Russia e ad Assad: “Il mondo vi guarda”, ha detto, parlando con i giornalisti dopo un incontro del consiglio per la sicurezza nazionale riunito al dipartimento di Stato. Obama ha quindi sottolineato che invece “nessuna tregua” è in corso nella lotta contro l’Isis, ricordando che una lotta “implacabile” e condotta “su tutti i fronti” dall’America e dalla coalizione di suoi alleati.

Assad e la Russia
Giovedì la guerra è infuriata intensa.
L’esercito siriano ha ripreso ieri all’Isis un centro strategico lungo la strada di accesso ad Aleppo.

Continuano i pesanti bombardamenti russi e governativi su varie località in mano ai ribelli, su postazioni dei ribelli a nord di Aleppo verso la frontiera turca, nella regione di Daraa, nel sud del Paese, e su diverse località alle porte di Damasco. 
Fonti sul terreno parlano di numerosi feriti tra i civili a Zamalka, Arbin e Duma, a nord e nord-est della capitale, e a Daraya, a sud. I bombardamenti dell’aviazione russa hanno anche permesso all’esercito di riprendere il controllo della cittadina di Khanaser, 50 chilometri a sud-est di Aleppo, lungo la strada che collega la metropoli al resto del territorio in mano ai lealisti. 
Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), in tre giorni di battaglia sono morti non meno di 35 soldati. Ma le colline intorno a Khanaser rimangono nelle mani dell’Isis.

Tutti però si dichiarano pronti al cessate il fuoco.

Il governo di Damasco è “d’accordo su tutto” ciò che riguarda l’intesa raggiunta da Usa e Russia, compresa la tregua, ha detto l’ambasciatore a Mosca, Riyad Haddad.

La Turchia: continueremo a bombardare i Curdi 
Il premier turco Ahmet Davutoglu ha ripetuto che, se lo riterrà necessario per la sicurezza del suo territorio, Ankara continuerà a bombardare le milizie curdo-siriane, sostenute dagli Usa in funzione anti-Isis. Al che la Russia, per bocca del vice ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov, ha affermato che è “assolutamente senza senso” affermare che i curdi non dovrebbero essere inclusi nella tregua, come l’Isis e il Fronte al Nusra.

In base al piano russo-americano, le parti hanno tempo fino a oggi per dare il proprio assenso al cessate il fuoco.

I russi smentiscono le voci che sia già pronto un ‘Piano B’, con una divisione della Siria, nel caso fallisse il cessate il fuoco. 
Tale piano “non c’è e non ci sarà mai”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, facendo riferimento ad una possibilità ventilata dal segretario di Stato americano John Kerry.


Cibo per gli assediati
La tregua, precisano all’ONU, è assolutamente necessaria per portare cibo e medicinali ai 480mila civili intrappolati nelle 17 località sotto assedio. Finora soltanto 110mila sono stati raggiunti in sei località nelle ultime due settimane, dopo un accordo raggiunto dall’inviato dell’Onu, Staffan de Mistura con il governo siriano. 
Ieri il Programma alimentare mondiale (Pam) ha fatto paracadutare anche i primi aiuti dal cielo a Deyr az Zor, capoluogo dell’omonima provincia orientale, dove 200.000 abitanti vivono sotto l’assedio dell’Isis.

Ma Yan Egeland, consigliere di de Mistura per gli affari umanitari, ha detto che una parte del materiale è finito fuori bersaglio e alcune casse sono andate distrutte perché il paracadute non si è aperto. 
In attesa dell’ora zero’ che metterà alla prova la buona volontà dei contendenti, è andata aumentando nelle ultime ore.
(ANSA, The Guardian).

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