Top 11 italiani: Eder inventa, Soriano cuce e la Samp vola

Vista da qui, l'Italia del pallone che calcia e scalcia con la promessa di ritornare grande sotto la guida di Antonio Conte pare bella e convincente. Merito di alcuni senatori, che in azzurro hanno già scritto pagine importanti. Ma anche e soprattutto di aspiranti campioni che presto o tardi busseranno ai cancelli di Coverciano con la pazza idea di vestire il tricolore. Ecco i migliori undici dell'ottavo turno di campionato. Scegliamo noi, anche questa volta si gioca con il 3-4-3. La formazione? Eccola, da destra a sinistra: Sorrentino; Letizia, Gastaldello, Masina; Florenzi, Lodi, Soriano, Bonaventura; Berardi, Gilardino, Eder. Per Sorrentino, una conferma che vale oro. In panca, pronti a dire la loro a gara in corso, Cerci e Vazquez. 

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Stefano Sorrentino (Palermo). Ci risiamo. Ancora lui. Strepitoso contro il Bologna una settimana fa, si ripete al Barbera contro l'Inter. Due le parate da urlo, su Guarin e Biabiany. Nel mezzo, la solita sicurezza che trasmette a tutto il reparto difensivo rosanero dal primo all'ultimo minuto di gara. Avesse qualche mese in meno sulla carta d'identità, sarebbe da maglia azzurra senza se e senza ma.
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Gaetano Letizia (Carpi). Al servizio della causa, sempre e comunque. Attacca (segna il primo gol in Serie A) e difende. Con la furia di chi conosce il proprio valore e ha una voglia matta di dimostrarlo sul palcoscenico dei migliori. Di più, onestamente, non potrebbe fare.
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Daniele Gastaldello (Bologna). Sbagliava chi pensava che l'ex promessa della Juventus, per otto anni otto al servizio della Samp, fosse prossimo al pensionamento. Nella seconda vittoria della squadra rossoblù in campionato, ci mette lo zampino con una prestazione senza sbavature e scivoloni. In più, c'è il gol che riapre la gara con il Carpi. Medaglia.
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Adam Masina (Bologna). Con Gastaldello, è il custode della porta rossoblù quando il Carpi ingrana la marcia e cerca la vittoria. Preciso, accurato e tempestivo. Dalle sue parti, non si passa. A tempo scaduto, segna anche la rete che torna a far respirare Delio Rossi.
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Alessandro Florenzi abbandonerà la difesa per essere spostato più avanti nel modulo di Spalletti
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Francesco Lodi (Udinese). E poi, il gol che decide la gara firmato dal grande ex, che proprio con la maglia del Frosinone aveva giocato tre delle sue migliori stagioni in carriera. La modalità, una delle sue preferite, il calcio di punizione. Si fa trovare sempre pronto al dialogo con i compagni. Poche chiacchiere, tanta sostanza. Eccezzziunale veramente.
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Roberto Soriano (Sampdoria). Diga e torrente, muro e martello. Nel repertorio messo in mostra dal tuttocampista made in Samp al cospetto dell'Hellas c'è un po' di tutto. La qualità al servizio della quantità, e viceversa. Suo il gol del 3-0 che chiude a chiave la partita e consegna un sorriso grande così a Walter Zenga.
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Giacomo Bonaventura (Milan). Uno dei pochi rossoneri indispensabili, perché capace di prendere per mano la squadra nei momenti decisivi e improvvisare fughe che spesso mettono in affanno la retroguardia avversaria. Tra i migliori in campo nella gara casalinga contro il Sassuolo. Fosse arrivato anche il gol, sfiorato in più occasioni, sarebbe stato da 8 in pagella.
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Domenico Berardi (Sassuolo). Ovvero, come giocare contro il Milan ed essere sicuri o quasi che il gioiellino di Cariati indovini il gol. Questa volta la magia gli riesce su punizione, una primizia degna del suo repertorio. E fanno otto: a lui, il diavolo non ha mai fatto paura.
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Alberto Gilardino passerà le vacanze con la famiglia a Viareggio.
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Eder (Sampdoria). Semplicemente, meraviglioso. Confeziona l'assist per il gol di Soriano, quindi segna il gol del 4-0, ma il bello, anzi, il bellissimo, prende forma nell'arco di tutta la gara. Perché per l'oriundo blucerchiato quella contro l'Hellas Verona è una partita da manuale del calcio, da approfondire alla voce "attaccante moderno". Eder non si ferma un attimo. Calcia, scalcia, recupera palloni e produce intuizioni per i compagni. Un mostro di bravura.

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