La lunga tragica estate del 1944

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Manifesto propagandistico della RSI. Un bersagliere della GNR e un parà tedesco pongono una domanda categorica. O con noi, o contro di noi. Estate 1944.


10 agosto 1944. Milano, Piazzale Loreto. I corpi di 15 detenuti politici prelevati dal carcere di S. Vittore, giacciono senza vita sul selciato vigilati da militi della Muti ed esposti al caldo torrido dell'agosto milanese.

L'eccidio fu ordinato dai tedeschi per rappresaglia, in seguito ad un attentato partigiano ad un autocarro della Wehrmacht parcheggiato in viale Abruzzi, a poca distanza dalla stessa piazza dove l'anno successivo si consumerà il macabro rituale dell'esposizione dei cadaveri di Mussolini, della Petacci e dei gerarchi.


Immagini dalla guerra civile in Valsesia, una delle più importanti "zone libere".

Da sinistra, i vertici della Resistenza valsesiana: Mario Vinzio "Pesgu" della brigata Osella, il comandante in capo Vincenzo "Cino" Moscatelli, l'ex militare cieco di guerra Gianni Daverio e Eraldo "Ciro" Gastone.

Nella foto di destra, il terzo da sinistra è Merico Zuccari, comandante la 63a Legione "Tagliamento" della RSI. Fu inviato in Valsesia a reprimere il movimento partigiano e ben presto impose la sua autorità con il terrore, venendo richiamato persino dai tedeschi e dalle autorità militari di Salò per la ferocia delle sue azioni.


Imperial War Museum

Nell'estate del 1944, dopo il proclama Alexander, gli aiuti alla Resistenza si fecero più rari. Questo mise non poco in difficoltà le divisioni partigiane strette nella morsa della controffensiva nazifascista. Nella foto, avieri della RAF preparano i "cilindri", gli involucri paracadutabili contenenti i rifornimenti per i partigiani pronti per essere lanciati sulle alture piemontesi.


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Piemonte, estate 1944. La sagoma di un C47 "Dakota" si allontana dopo aver lanciato aiuti ai partigiani sopra la zona opportunamente segnalata.


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Questo Westland "Lysander" della RAF ha toccato il suolo nell'astigiano. Lo scopo è l'evacuazione medica di alcuni partigiani feriti in azione tra cui un ufficiale dell'OSS (Office of Strategic Services) con la funzione di collegamento con la Resistenza.


Bundesarchiv

Milano, nei pressi diPorta Romana. Intrico di cartelli in lingua tedesca apposti dalla Wehrmacht.


Quest'uomo abbigliato come un damerino, è in realtà Pietro Koch, uno dei più efferati torturatori della RSI. Già noto a Roma nel 1943, si trasferì a Milano al seguito dei tedeschi dove istituì una propria sezione di "Polizia Repubblicana". In realtà un gruppo autonomo dalle forze regolari di Salò, che prese in consegna una villa in zona Fiera, nota poi come "Villa Triste". Per diversi mesi fu luogo di sevizie e torture, ma anche di contrabbando e di consumo di cocaina, dalla quale lo stesso Koch era dipendente. Presso la villa di Via Paolo Uccello passarono come ospiti del questore Koch anche i divi Osvaldo Valenti e Isa Ferida, per questo entrambi fucilati per ordine del CLN di Milano. Fu l'autorità di Salò, per opera della Legione Autonoma "E.Muti" ad irrompere nella villa e a trarre in arresto Koch e la sua banda. Nel 1945 sarà fucilato al forte Bravetta, esecuzione ripresa da Luchino Visconti che a Roma fu suo prigioniero.


Una pattuglia della Legione autonoma "Ettore Muti" a Milano nell'estate 1944. Acquartierata presso l'edificio del Piccolo Teatro in via Rovello, la legione era una dei più temuti reparti di Polizia politica del regime di Salò. 


Bundesarchiv

Ritratto dell' SS-Hauptsturmfuhrer Theodor Saevecke, capo della Gestapo a Milano dal settembre 1943. Fu il responsabile della strage di Piazzale Loreto del 10 agosto 1944.


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Sfilata di ausiliarie della RSI nel centro di MIlano.


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Milano. Addestramento di un'ausiliaria della GNR all'uso del fonogoniometro per la difesa antiaerea.

Nell'estate 1944 i bombardamenti dell' USAAF si fecero frequenti, anche se su minore scala rispetto alle incursioni a tappeto dell'agosto 1943. Era l'estate di "Pippo", come veniva chiamato comunemente il cacciabombardiere che quasi ogni notte teneva svegli gli italiani del Nord. In realtà si trattava di più apparecchi alleati in volo individuale, che avevano il compito di procurare allarme e di causare danni per innervosire il nemico.


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Alpini della divisione "Monterosa" della RSI parlano con una anziana abitante di un paese della Garfagnana. Nell'estate 1944 l'attività della divisione alpina addestrata in Germania si concentrò nella zona tra La Spezia e la alture toscane e liguri allo scopo di arginare l'avanzata anglo-americana.


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Particolare di un alpino zappatore della divisione "Monterosa". Oltre alla funzione strategica di mantenimento della linea del fronte, alla "Monterosa" fu affidato il compito di repressione delle bande partigiane in Liguria e Toscana. 


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Provincia di Cuneo, 1944. Partigiani in transito su un autocarro requisito alla Wehrmacht.


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Scambio di prigionieri tra partigiani, tedeschi e repubblichini in Val Cannobina.


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Val Cannobina (Novara). I prigionieri fascisti, bendati, si avviano al luogo stabilito per lo scambio. 


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Settembre 1944, appennino pistoiese. Un gruppo di partigiani ha appena incontrato soldati Sudafricani in avanzata verso il Nord. Lentamente la marcia degli alleati continua ma l'estate del 1944 farà posto al più terribile inverno prima della fine della guerra.


Estate 1944. L'avanzata alleata subisce una netta battuta d'arresto dopo l'apertura del fronte occidentale seguito allo sbarco in Normandia.

Il fronte italiano diventa, per gli anglo-americani, un fronte secondario.

I rifornimenti ai partigiani sulle alture del settentrione si fanno sempre più rari. Si intensifica invece l'attività di repressione e di rastrellamento da parte delle autorità tedesche e di Salò. Sono i mesi delle repubbliche partigiane (o zone libere) della Carnia, dell'Ossola e della Valsesia, messe a dura prova dal contrattacco nazifascista partito proprio nell'estate del 1944. Le città sono devastate dai bombardamenti quasi quotidiani.

Le regioni del Nordest sono in massima parte annesse al Reich e rette da governatori (gauleiter) alle dirette dipendenze di Berlino.

All'interno della stessa autorità della RSI nascono realtà autonome direttamente legate alle SS, come i gruppi autonomi di "polizia repubblicana". Il più famoso di questi fu la "banda Koch" che si stabilì a Milano, dove si produsse in torture, sevizie, spoliazioni fuori dal controllo delle autorità di Salò. Gli eccidi di Piazzale Loreto il 10 agosto e quello di Sant'Anna di Stazzema due giorni dopo sono diventati i simboli dell'ondata di odio e violenza cresciute nei mesi estivi del 1944, destinata a durare ancora per il più duro inverno fino alla fine della RSI nell'aprile 1945. 

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