Se lo Stato va in crash

«Come va? Un disastro. Sono chiuso almeno fino al 4 maggio, poi… non so. I soldi della cassa integrazione di marzo li ho anticipati io. Quelli dello stato? Chissà quando arriveranno ed i dipendenti chiedevano…Il Decreto Liquidità? Sono stato in Banca, ne ho parlato con il direttore. Aveva sul tavolo il decreto: decine e decine di pagine piene di regole, regoline, il tasso da aumentare ma non si sa bene in base a cosa… tutto interpretabile, alla fine mi ha detto: lascia perdere…».

Dietro le conferenze stampa dai toni trionfali c'è l'Italia, quella vera. C'è il classico Piccolo Medio Imprenditore, la spina dorsale della nostra economia, che incrociato per strada (a distanza) in 30" ti riporta dal sogno alla realtà, dalle parole ai fatti. Ed i fatti raccontano che sono passati 38 giorni dall'inizio della quarantena e ad oggi nelle tasche degli italiani in difficoltà non è arrivato dallo Stato un euro che sia uno.

E' talmente assurdo che non riusciamo nemmeno a festeggiare il fatto che domani dovrebbero essere accreditati i primi bonus da 600 euro per autonomi, partite iva ed altri. Se ad un paese servono 39 giorni per aiutare chi ha davvero bisogno è evidente che c'è qualcosa che non va non nella gente, ma al Governo, in chi ci guida.

Questa emergenza infatti poteva essere l'occasione giusta per mandare al diavolo un po' di quella burocrazia che è il vero cancro produttivo-organizzativo del paese, da sempre. Invece nulla.

Invece abbiamo assistito a conferenze stampa su decreti che non esistevano e che sono arrivati dopo giorni, incomprensibili, spesso senza i decreti attuativi. E così eccoci al caos: caos sulla cassa integrazione, sulla sospensione dei mutui, sul bonus da 600 euro, su quello per le babysitter e, in ultimo, sulla liquidità alle imprese in difficoltà.


Il sito fondidigaranzia.it


Solo oggi infatti sul sito https://www.fondidigaranzia.it/ è comparso il modulo da compilare per poter accedere ai famosi 25 mila euro garantiti dallo Stato. Inutile dire che il link da stamattina è di fatto non apribile, mandato in tilt dall'eccessivo volume di traffico e richieste. Come per il sito dell'Inps due settimane fa. Guai ad organizzarsi prima, per tempo, e potenziare i server…

Intanto però i giorni passano, le fabbriche soffrono, i dipendenti e gli imprenditori si impoveriscono e si preoccupano.E, sia chiaro, non è un problema di soldi. Quelli ci sono (così dicono), ma farli arrivare nelle tasche della gente sembra impossibile. E questo è ingiustificabile.

«Qui in Svizzera - racconta al telefono un industriale di origini italiane del Canton Ticino - c'è stata la presentazione del decreto in conferenza stampa, un giovedì sera, con cui annunciavano di mettere a disposizione da subito il 10% del fatturato dell'anno prima per le aziende chiuse. Il venerdì mattina ho compilato un modulo di una sola pagina con i dati della società ed il fatturato del 2019. Il lunedì mi è arrivata una mail in cui mi dicevano che dai controlli tutto risultava ok e che avrei ricevuto il soldi a breve: martedì mattina avevo il denaro sul conto».

Questo Governo ci ha chiusi in casa, ci controlla con i droni, ci multa se usciamo per una corsetta ma ha impiegato 40 giorni per far arrivare dei soldi nelle tasche di chi ne ha bisogno. Facendo la figura degli sprovveduti se non degli incompetenti.

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