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Se la Giunta ha già deciso. La resa della politica

Silvio Berlusconi firma i referendum radicali (ANSA)

Oggi sul Corriere della Sera alle pagine 8 e 9 compaiono in formato francobollo i volti dei 23 membri della Giunta per le elezioni del Senato. Di ciascuno non viene indicato semplicemente il ruolo e il partito di appartenenza, ma anche la posizione favorevole o contraria alla decadenza di Silvio Berlusconi. Il 9 settembre infatti la Giunta, che, giova ricordarlo, ha funzione giurisdizionale e non meramente notarile, dovra’ esprimersi circa la decadenza o meno del leader del centrodestra.
Ora, si puo’ pensarla come volete sulla parabola giudiziaria di Silvio Berlusconi. Quello che pero’ dovrebbe far riflettere tutti quanti, sinistra in primis, e’ che molti degli esponenti di quella giunta si sono gia’ espressi a favore della decadenza del Cavaliere. E lo hanno fatto ancor prima dell’espletamento di una formale istruttoria, ancor prima dello svolgimento di un regolare e dovuto contraddittorio, ancor prima di sentire le ragioni del senatore Berlusconi in aula. Ovvero, in barba ai piu’ elementari principi della civilta’ giuridica. ’15 a 8′, pronosticano i giornali. Come se il ruolo dei 23 senatori membri di quell’organo parlamentare si limitasse alla mera ratifica della decisione dei magistrati. Violante, che ha osato ribadire una ovvieta’ come il diritto alla difesa di Berlusconi, e’ stato pubblicamente processato dal suo stesso partito.
C’e’ stato un tempo, non remoto, in cui un avviso di garanzia bastava a provocare le dimissioni di un eletto dal popolo. Quel tempo e’ passato, ma la genuflessione della politica al terzo potere, in una forma che ha del patologicamente anomalo sul piano squisitamente istituzionale, persiste anche a causa della incapacita’ di una politica troppo debole a rivendicare la propria sacrosanta autonomia. Forse quell’articolo 68, cosi’ voluto dal padre costituente Mortati e sbrigativamente cassato nel ’93, non era, a ben guardare, il male dei mali, ma un indispensabile puntello a salvaguardia del governo del popolo, eletto dal popolo, per il popolo. Non in balia di una truppa ben coesa di funzionari pubblici.

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