Schwazer choc: ancora positivo al doping

Una notizia choc che colpisce il mondo dello sport italiano alla vigilia delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Alex Schwazer, rientrato alle gare lo scorso 8 maggio e qualificato per i Giochi con una prestazione mostruosa nella 50 km poi bissata nella 20 km, è stato trovato nuovamente positivo in un controllo antidoping. La sostanza assunta sarebbero gli anabolizzanti e il periodo è quello della lunga preparazione sotto il controllo di Sandro Donati.

La notizia viene pubblicata in esclusiva dalla Gazzetta dello Sport e getta ombre pesanti sul recupero dell'atleta altoatesino, al centro della clamorosa vicenda della squalifica dopo essere stato trovato positivo all'Epo il 30 luglio 2012, prima di partire per i Giochi di Londra. Schwazer era stato squalificato per 3 anni e 9 mesi ed era appena tornato alle gare, suscitando anche perplessità e proteste da parte di alcuni colleghi.

La sfida di Donati: "A Rio per vincere e Schwazer non ricadrà nel doping"

La parabola di Schwazer, tra doping e medaglie

Alex Schwazer in un fermo immagine dell'intervista di ieri al TG1 (credits: ANSA).

La parabola di Schwazer, tra doping e medaglie

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Alex Schwazer è tornato alle gare dopo 3 anni e 9 mesi di squalifica

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Alex Schwazer festeggia il ritorno con vittoria nella 50 km

La parabola di Schwazer, tra doping e medaglie

ANSA/ETTORE FERRARI
Alex Schwazer è stato fermo per squalifica per 3 anni e 9 mesi

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Alex Schwazer, 31 anni lo scorso 26 dicembre

La parabola di Schwazer, tra doping e medaglie

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Alex Schwarzer sul rettilineo finale dello Stadio di Pechino. La medaglia d'oro nella marcia 50 km ha fatto di Schwazer il simbolo dell'atletica italiana verso Londra 2012.


La parabola di Schwazer, tra doping e medaglie

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Schwazer sul podio di Pechino 2008.


La parabola di Schwazer, tra doping e medaglie

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Alex Schwazer con la medaglia d'oro di Pechino e la divisa da carabiniere. Dopo la vicenda doping si attendono i provvedimenti dell'Arma.


La parabola di Schwazer, tra doping e medaglie

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La disperazione di Alex Schwazer dopo il terzo posto ai mondiali di Osaka 2007. Oggi queste immagini assumono tutto un altro significato riguardo al carattere del ragazzo di Vipiteno.


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Alex Schwazer con il suo ex allenatore Sandro Damilano ai mondiali di Osaka 2007.


La parabola di Schwazer, tra doping e medaglie

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La prima medaglia di bronzo di Alex Schwazer ai mondiali di Helsinki, nel 2005.


La parabola di Schwazer, tra doping e medaglie

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Alex Schwazer dopo la vittoria alle Olimpiadi di Pechino nel 2008


Il giallo del controllo rifatto dopo mesi

Secondo quanto ricostruito, il controllo incriminato sarebbe stato fatto a sorpresa a Vipiteno per ordine della Iaaf e risalirebbe all'inverno (1° gennaio). Avrebbe riscontrato valori di steroidi 11 volte superiori al consentito. In un primo tempo la provetta non aveva destato sospetti, ma la Iaaf avrebbe ordinato un nuovo esame mirato il 12 maggio e lì sarebbero emersi i valori non in linea con le norme. Poi il silenzio fino alle indiscrezioni delle ultime ore.

Un giallo che avrà bisogno di essere chiarito, insieme alle certezze che la collaborazione con Sandro Donati sembrava aver regalato al tentativo di resurrezione sportiva del marciatore. Il tecnico simbolo dell'antidoping in Italia aveva impostato tutto il lavoro sulla massima trasparenza di dati e sistemi di allenamento, provvedeva personalmente a far testare Alex da specialisti riconosciuti e giurava che non ci sarebbero state ricadute.

Dopo quella data, infatti, Schwazer era stato controllato altre 15 volte risultando sempre pulito. Nessuna anomalia, fino al riesame di quella provetta del 1° gennaio 2016 con la scoperta dei valori fuorilegge. Schwazer stava per cominciare il periodo di preparazione finale prima della partenza per i Giochi. Ora la notizia della nuova positività apre una ferita che si stava rimarginando. 

La lunga marcia di Alex Schwazer

La replica dell'avvocato di Schwazer

Durissima la replica dell'avvocato di Schwazer: "Si tratta di accuse false e mostruose. E' successo quello che Alex ha sempre temuto, ma noi ci difenderemo e faremo causa" ha detto Gerhard Brandstaetter, che cura gli interessi del marciatore e che nelle prossime ore fornirà la propria versione dei fatti e darà volto e voce ai dubbi dell'entourage dell'atleta. 

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