Salario minimo: i limiti della riforma di Obama

Una paga di 10.10 dollari l'ora dai 7,25 dollari di oggi. L'aumento del salario minimo negli Stati Uniti, che il presidente Obama vorrebbe concedere a tutti gli americani ma che necessita del via libera del Congresso, potrebbe essere addirittura troppo basso. A sostenerlo è un articolo del New York Times (Nyt) che sottolinea come gli obiettivi del presidente siano eccessivamente modesti, nonostante l'opposizione dei repubblicani (che hanno la maggioranza alla Camera).

ECCO L'ARTICOLO DEL NEW YORK TIMES

“Il salario minimo di oggi, fissato a 7,25 dollari l'ora, è indubbiamente basso ma il livello di 10.10 dollari resta comunque inadeguato”, scrive Teresa Tritch nell'edizione online dell'Nyt, storico giornale schierato da sempre su posizioni liberal e filo-democratiche. Secondo Tritch, infatti, la crescita voluta dal presidente sarebbe nell'ordine di circa il 9,5% all'anno, al netto dell'inflazione, ben inferiore alla media storica e ai precedenti ritocchi alla retribuzione minima avvenuti dal 1939 in poi (pari al 13% circa, sempre al netto dell'inflazione). Nel 1963, ai tempi delle grandi lotte per i diritti civili in tutti gli Stati Uniti, la richiesta dei dimostranti era di alzare ad almeno 2 dollari la paga minima oraria. Rapportando quel valore ai giorni nostri, cioè rivalutandolo in base all'inflazione, si arriverebbe a oltre 13 dollari all'ora. Anche nell'era del democratico Obama, insomma, i salari minimi sono rimasti indietro, almeno secondo il New York Times.

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