CR7 vola e il Pallone d'Oro diventa un affare tra stati

C'era una volta il Pallone d'Oro che si assegnava premiando tutti gli anni il calciatore che aveva vinto con il suo club (o nazionale) e che era risultato decisivo. Un premio a volte contestato, come quando ad alzarlo fu il tedesco Sammer che certo non era un fuoriclasse, ma di sicuro rispettato in tutto il mondo. Anche così, in mezzo secolo di vita, la rivista France Footballera riuscita a costruire la credibilità di un riconoscimento ambitissimo da calciatori, media e sponsor. C'era una volta e non c'è più, perché da quando la Fifa ha messo le mani sul Pallone d'Oro fondendolo con il Fifa World Player e allargando la platea dei votanti, non è passato anno senza che ci fosse una polemica su criteri e scelte.

Il Pallone d'Oro 2013, però, passerà alla storia come quello dei veleni e dei sospetti, esplosi in maniera fragorosa alle ore 21,24 del 19 novembre 2013, quando dagli uffici della Fifa è stata inviata ai giurati sparsi in tutto il mondo la mail che comunicava la riapertura delle votazioni già chiuse il 15 novembre. Spiegazione ufficiale: poche schede era tornate alla casa madre. Difficile da credere, visto che il Pallone d'Oro dà lustro non solo ai calciatori, ma anche ai pochi eletti chiamati ad esprimersi. Un tempismo sospetto, quello della Fifa. Mail spedita nel bel mezzo degli spareggi per il Mondiale 2014, con la Francia di Deschamps (e soprattutto Ribery) avanti per 1-0 contro l'Ucraina e instradata verso la clamorosa rimonta. Ronaldo? In quel momento era fermo sullo 0-0 a Solna e la tripletta che avrebbe fatto il giro del mondo non si era ancora materializzata.

Cristiano Ronaldo è diventato il favorito numero uno per il Pallone d'Oro nei 90 minuti successivi, devastando la Svezia e trascinando il Portogallo al Mondiale. Una prestazione mostruosa che ha costretto anche il presidente Blatter a complimentarsi e ha sconvolto la corsa al Pallone d'Oro. Difficile pensare ora a Leo Messi (come pareva possibile fino alla vigilia) e complicato affermarsi anche per Ribery, malgrado il Triplete tedesco con il Bayern Monaco e il Mondiale acciuffato all'ultima curva con la Francia.

Chi è stato aiutato dalla riapertura del voto? CR7 sicuramente, Ribery no. In Francia spingono perché sia lui ad avere il riconoscimento, ma France Football ha perso la sua influenza sulle votazioni. In Italia lo schieramento è compatto per Ronaldo e la Gazzetta dello Sport (che con Paolo Condò esprime il voto riservato alla stampa del nostro Paese) lo ha scritto a caratteri cubitali in prima pagina. Dunque difficile che nel segreto dell'urna cambi idea. In Germania amerebbero veder valorizzato il super-Bayern di Heynckes e la Spagna è divisa in due, come tradizione.

Da una parte c'è Barcellona e la Catalogna che gridano allo scandalo. Se ne sono accorti subito che qualcosa non funzionava e lo hanno sparato in prima pagina su Mundo Deportivo, quotidiano di riferimento: 'Escandalo en el Balòn de Oro'. Dose rincarata dal presidente del Barcellona Rosell, secondo il quale senza pressioni politiche e sportive il vincitore sarebbe Leo Messi, per la quinta volta consecutiva. Come a dire che a Zurigo stanno decidendo di boicottare la Pulce per favorire Ronaldo. A Madrid, invece, si gongola perché CR7 è l'idolo, anche se la riapertura delle votazioni non è piaciuta nemmeno agli editorialisti di Marca.

Gli altri stanno a guardare. Chi vincerà? Ufficialmente si saprà in gennaio con annuncio dei finalisti prima di Natale. C'è chi pensa che sia tutto scritto e non lo manda a dire. Sentite Hristo Stoichkov, ex stella del Barcellona: "Il Pallone d'Oro mi fa schifo, è tutto già fatto. Platini si muove bene, Ribery è francese e ha già vinto molti titoli". Già, Michel Platini. A essere maliziosi si potrebbe anche sospettare che Blatter abbia voluto fargli uno sgarbo riaprendo giochi che erano già chiusi e che potevano essere a favore di Ribery. A pensar male, però, perché prove non ce ne sono. Solo tante polemiche intorno a un premio in evidente crisi di credibilità

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