Economia
September 20 2018
Buone notizie per l'economia globale: l'aumento di macchine, robote algoritmi in fabbrica e in ufficio creerà quasi il doppio di posti di lavoro rispetto a quelli che andranno perduti a causa dell’innovazione. E’ quanto emerge da uno studio del World Economic Forum che stima che, entro la metà del prossimo decennio, il progresso tecnologico sarà in grado di creare 133 milioni di posti di lavoro nel mondo, compensando dunque i 75 milioni che potrebbero andare persi.
Lo riporta il Guardianche traccia un parallelo con altre epoche della storia economica trainate dall’innovazione. E’ il caso della rivoluzione industriale che, con l’avvento dei motori a vapore prima e dell’elettricità poi ha determinato una trasformazione del panorama lavorativo, ma anche la creazione di nuove professionalità che, con il tempo, hanno portato allo sviluppo della classe media.
I risultati presentati sono emersi da un sondaggio condotto dal World Economic Forum presso dirigenti aziendali di venti nazioni che rappresentano un totale di cinque milioni di lavoratori. Klaus Schwab, presidente dell’organismo economico, ha tenuto a sottolineare che i guadagni occupazionali determinati dalla tecnologia non sono una conclusione scontata. Per arrivare a questo traguardo, infatti, saranno necessari maggiori investimenti in formazione e istruzione per aiutare i lavoratori ad adattarsi al cambiamento.
Il rapporto, infatti, ha rilevato che esistono sfide urgenti per la riqualificazione dei lavoratori e che, allo stesso tempo, sono necessarie reti di sicurezza per proteggere le figure professionali più esposte. I rischi dell’inazione, infatti, sono noti. I capi delle aziende interpellati hanno detto che più della metà delle attività lavorative esistenti oggi potrebbero essere eseguite dalle macchine entro il 2025. In particolare, i lavori più rischio hanno a che fare con l’amministrazione, la contabilità e l’inserimento dati.
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