Swing, bop e free. Il Jazz degli anni ‘60

Roberto Polillo
Roberto Polillo, Abbey Lincoln, Milano 1964
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Bill Evans, Milano 1965
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Coleman Hawkins, Milano, november 1966 (JATP)
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Dizzy Gillespie, Milano 1967
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Duke Ellington, Milano, 1966
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Earl Hines, Milano 1967
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Ella Fitzgerald, Milano 1968
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Elvin Jones, Milano 1968
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Eric Dolphy, Bologna, 1964
Roberto Polillo
Roberto Polillo, John Coltrane, Milano 1962
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Lennie Tristano, Milano 1965
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Marion Williams, Juan-les-Pins (France) 1965
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Miles Davis, Milano 1964
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Sarah Vaughan, Lecco 1967
Roberto Polillo
Roberto Polillo, Thelonious Monk con sua moglie Nellie, 1964

Al Base di Milano, nell’ambito di JazzMi, inaugura la mostra fotografica “Swing, bop e free. Il Jazz degli anni ‘60”, tratta in parte dall’omonimo libro e dedicata da Roberto Polillo, autore delle immagini, alla memoria del padre Arrigo.

In programma fino al 16 novembre 2016, l’esposizione mette in scena l’ epoca più gloriosa e celebrata della musica Jazz con più di 100 foto realizzate tra il 1962 e il 1974 in un centinaio di concerti, svoltisi principalmente in Italia, Svizzera e sulla Costa Azzurra. A commissionargli i servizi fotografici era lo stesso padre, direttore per decenni della rivista Musica Jazz, autore della più famosa e ristampata storia del jazz pubblicata in Italia, e organizzatore nel dopoguerra dei concerti che portarono per la prima volta in italia i più importanti musicisti jazz dell’ epoca.

“Le fotografie di Roberto Polillo - come sottolinea Francesco Martinelli, Direttore del Centro Studi “Arrigo Polillo” - hanno colto quella che è stata giustamente definita l’ultima età dell’oro del jazz, un periodo di straordinaria fertilità in cui erano ancora attivi i musicisti che hanno definito le coordinate storiche di questa musica – Armstrong e Duke Ellington con le loro orchestre – e allo stesso tempo operavano Miles Davis, Charles Mingus, John Coltrane: coloro che dall’interno hanno operato quell’ eversione stilistica che ha trasformato il jazz in un movimento policentrico e multistilistico impossibile da chiudere in una definizione, tanto distanti sembrano le sue ali. Per fornire una approssimata periodizzazione, il decennio chiave è quello simbolicamente delimitato dal 1959 – l’anno di Kind of Blue e dell’esplosione del free jazz con l’arrivo di Ornette Coleman a New York – e dal 1969, segnato tra le altre cose dalla svolta “elettrica” di Miles con la registrazione di Bitches’ Brew da parte di un gruppo che magistralmente integra il jazz modale post-coltraniano, il free e il funk”.

Swing, bop e free. Il Jazz degli anni ‘60
5 - 16 novembre 2016
BASE
Via Bergognone 34, Milano


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