Ansa/Giorgio Benvenuti
Economia

Riforma della scuola: perché i sindacati hanno già vinto

Anna Ascani, 28enne componente della Commissione Cultura della Camera per il Partito Democratico, ha pubblicato sul suo profilo Facebook un’ampia e interessantissima sintesi delle modifiche che la stessa commissione ha apportato al disegno di legge sulla Buona Scuola. Lavoro davvero eccellente per il quale la ringrazio.

Quel post dimostra plasticamente quanto il Pd sia rimasto impressionato dal recente sciopero degli insegnanti e di come abbia deciso di inchinarsi alle richieste dei sindacati iniziando a stravolgere il progetto iniziale. Tra le critiche che erano state rivolte da Cgil, Cisl e Uil (oltre che da sigle minori e, per questo, più aggressive) la più importante riguardava il ruolo del preside. Secondo i sindacati gli si attribuiva troppo potere in ordine soprattutto alla possibilità di premiare gli insegnanti migliori. La Commissione, scrive Anna Ascani, ha così deciso di introdurre "un Comitato di Valutazione individuato dal consiglio di istituto, costituito da due docenti e due rappresentanti dei genitori o un rappresentante degli studenti e uno dei genitori per il secondo ciclo. Questo comitato individua i criteri per la valorizzazione dei docenti".

Significa che i criteri in base ai quali gli insegnanti vengono valutati possono essere diversi da scuola a scuola, anche all'interno della stessa città o quartiere e, ovviamente, possono variare da regione a regione. Non ha senso, anche perché nel Comitato di Valutazione (rigorosamente con le lettere maiuscole) un ruolo dominante è ricoperto dai docenti i quali saranno più interessati a valutare tutti gli insegnanti al massimo grado di competenza possibile per distribuire i già scarsi fondi a disposizione per premiare il merito, a tutti. Distribuire pochi euro ma a pioggia ha un effetto disastroso sugli insegnanti migliori, che non hanno alcuna motivazione per restare migliori, ma ha un effetto notevole sulla popolarità dei sindacati che possono far passare il “premio di risultato” (chiamiamolo così) come un aumento di retribuzione. Se l'obiettivo era distruggere il merito (e l’obiettivo era esattamente questo) bisogna ammettere che è stato raggiunto in pieno.

Sempre Anna Ascani spiega che è stato modificato anche il sistema di definizione del Piano dell’Offerta Formativa: "Nella prima versione del ddl si prevedeva che fosse definito dal dirigente, sentendo gli organi collegiali. La Commissione ha introdotto una nuova procedura: il dirigente formula gli indirizzi, ma è il Collegio docenti ad elaborare il POF ed il Consiglio di Istituto (dove siedono insieme studenti, famiglie, docenti e personale Ata) ad approvarlo". Quindi abbiamo il personale Ata che concorre ad approvare il Piano per l'Offerta Formativa. I sindacati hanno vinto su tutta la linea.

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