Scuola, mascherine e misurazione della febbre, i nodi da sciogliere

In vertice Stato Regioni ha il compito di chiarire il ruolo della famiglia e la procedura da seguire in caso di contagio.

Trovare una linea comune a livello nazionale perché l'apertura delle scuole il 14 settembre sia omogenea in tutta Italia e garantisca standard di sicurezza validi e adeguati studenti, professori, personale scolastico e famiglie. A meno di tre settimane dal D-day rimane l'obiettivo delle Regioni e del Governo, alle prese con le richieste sempre più pressanti di presidi, docenti e addetti oltre che l'attesa di milioni di famiglie. Al momento infatti sono parecchi i nodi da sciogliere e le regole da mettere in chiaro in vista della riapertura delle scuole a partire dal ruolo della famiglia nella misurazione della febbre agli studenti.

Il ruolo della famiglia

Al momento, infatti, il Governo non ha disposto di dotare le scuole di scanner per la misurazione della febbre all'ingresso della scuola e il Cts ha raccomandato le famiglie di misurare ogni mattina la febbre agli studenti e di non mandarli a scuola in caso superi i 37.5. Inoltre vige l'obbligo di avvisare tempestivamente l'istituto.

Ma si moltiplicano le voci di chi chiede che sia la scuola a occuparsi della misurazione della febbre. Il governatore campano Vincenzo De Luca ha annunciato di voler rendere obbligatoria la misurazione della febbre all'ingresso di ogni istituto scolastico regionale e la stessa cosa dovrebbe avvenire in Lazio. Secondo l'infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano Massimo Galli: «Se uno deve fare una sorveglianza epidemiologica non la può scaricare sulle spalle dei cittadini: la deve fare come struttura sanitaria, è una responsabilità politica». Il tema "febbre" è strettamente connesso a quello dei trasporti.

Scuolabus e trasporti

Per accedere allo scuolabus servirà la mascherina che andrà tenuta per tutto il viaggio, ma non è chiaro se prima di salire sullo scuolabus bisognerà misurare la febbre oppure se vale la misurazione effettuata a casa dalla famiglia.

Inoltre all'interno del mezzo bisognerà rispettare il metro di distanza e solo i fratelli o i bambini che vivono sotto lo stesso tetto potranno sedersi uno accanto all'altra. In questo modo, però, Regioni ed enti locali hanno già fatto presente che rischia di mancare all'appello il 50% dei mezzi necessari e che, per reperirli (ad esempio usando i bus turistici) servono più risorse.

Unica possibilità per viaggiare a pieno carico è quella che il percorso duri meno di 15 minuti.

Mascherina

Tra i punti fermi c'è quello dell'obbligo d'indossare la mascherina dai sei anni in poi in tutti gli spazi comuni, in entrata e uscita e in aula. Il vincolo vale per tutti: studenti, genitori, bidelli, insegnanti e personale scolastico. Resta da capire se durante le lezioni la mascherina può essere tolta o no e anche qui le Regioni hanno preso posizioni differenti come la Liguria del governatore Toti contrario all'utilizzo della mascherina in classe.

Banchi

Unica eccezione all'utilizzo della mascherina è quando studenti e professori sono seduti al banco e in cattedra. Lì la mascherina pare che si potrà togliere, ammesso che sia garantita la distanza di un metro tra banco e banco. La misurazione dovrà essere effettuata da centro del banco a centro del banco prendendo il considerazione le ormai mitologiche «rime buccali» degli studenti.

Poi c'è il capitolo «banchi monoposto». Tra metà settembre e fine ottobre arriveranno 2,5 milioni di nuovi banchi reperiti dal commissario straordinario Domenico Arcuri tramite una gara d'appalto non senza polemiche che si è conclusa il 12 agosto. Ammesso e non concesso che le ditte che non hanno vinto l'appalto non facciano ricorso bloccando tutto, i tempi di distribuzione non sono ancora stati definiti e neppure le modalità di comportamento da adottare fino a quando i banchi non saranno a disposizione.

Spazi alternativi o orari scaglionati

Vista la necessità di diminuire il numero degli studenti nelle classi (per mantenere il distanziamento sociale di un metro tra alunno e alunno ) è fondamentale aumentare il numero dei luoghi in cui poter svolgere le lezioni. Tra presidi e istituzioni locali è in corso un confronto per mettere a disposizione (e a norma) luoghi dismessi di proprietà di comuni e regione sotto pagamento di un affitto che dovrebbe essere coperto dai finanziamenti messi a disposizione dal Governo per la scuola. Se al nord la ricerca di questi spazi sembra stia dando i suoi frutti la criticità maggiore è al sud dove si sta vagliando l'idea della didattica frazionata e suddivisa sui 6 giorni con possibilità di effettuare turni anche pomeridiani.

Nuove assunzioni

Visto la moltiplicazione delle classi dovrebbero aumentare anche i docenti. Al momento dovrebbero essere 187.000 le supplenze già approvate con un ulteriore stanziamento di 977 milioni per assumere altro personale come stabilito dal decreto rilancio. Alla fine, però, le nuove assunzioni dovrebbero essere 40.000 e non 50.000 come annunciato all'inizio dell'emergenza con un vuoto di 10.000 unità.

Mense scolastiche

Altro nodo da risolvere è quello legato alla fruizione delle mense scolastiche. Bisognerà organizzare dei turni e qualora i locali adibiti a mensa fossero riconvertiti ad aule didattiche bisognerà pensare all'idea del lunchbox e a porzioni monodose sigillate con materiale usa e getta.

La sanificazione

Giornalmente dovrà essere disposta la sanificazione di tutti i locali scolastici a partire dai bagni passando dai laboratori per finire con le aule, le palestre, l'androne e le zone di maggior contatto come maniglie, finestre e sedie. Ogni istituto dovrà dotarsi di igienizzante e di personale sufficiente per garantire la quotidiana e perfetta sanificazione.

Didattica a distanza e non

A momento la possibilità di adottare didattica a distanza via web è presa in considerazione (in via parziale o eccezionale) solo per le scuole superiori.

In caso di contagio

Resta infine da capire cosa fare in caso uno studente venisse trovato positivo al Covid-19, quando e se scatta il lockdown e se questo riguarda l'intera classe o tutta la scuola. Al momento esiste un vademecum che sancisce alcuni paletti. In primo luogo ogni istituto avrà un referente Covid che potrà essere di nomina esterna oppure rappresentato dallo stesso dirigente scolastico. In caso di sospetto Covid lo studente verrà isolato e segnalato alla Asl che provvederà a fare il tampone a lui, alla famiglia e a tutte le persone che sono entrate in contatto con lui nelle ultime 48 ore. Se l'alunno verrà trovato positivo l'intera classa verrà posta in quarantena così come la famiglia. Se a essere positivo sarà un insegnante, invece, saranno poste in quarantena tutte le classi in cui ha insegnato nelle ultime 48 ore. In caso il paziente positivo al Covid-19 sia, invece, un genitore o un parente prossimo (fratello, sorella, marito o moglie dell'insegnante) verrà messa in quarantena solo la cerchia interessata.

Se, infine, dovesse svilupparsi un vero e proprio focolaio sarà l'intero istituto e venir chiuso con la possibilità di attivare la didattica a distanza.

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