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Referendum, il fronte del No diviso tra elezioni subito e modifiche all'Italicum

La vittoria del No al referendum elettorale ha come effetto immediato quello di ricompattare almeno per una notte tutto il centrodestra dopo le dimissioni del premier Matteo Renzi.

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La legge elettorale

Ma se il punto di partenza è comune, il "dopo" Renzi rischia, come appare ormai evidente da settimane, di dividere le strade della coalizione.

"Sono naturalmente molto soddisfatto per l'esito del voto. La maturità e il senso di responsabilità degli italiani hanno consentito di evitare il rischio di una deriva autoritaria, di un uomo solo al comando, al quale ci avrebbe condotto questa riforma costituzionale". Ha detto il presidente di FI Silvio Berlusconi. Che aggiunge:   "Abbiamo fiducia nel ruolo di garante del Capo dello Stato che vigilerà certamente su questa fase delicata con equilibrio e imparzialità. Siamo certi che il Presidente della Repubblica saprà individuare la soluzione più corretta per assicurare agli italiani in tempi brevi la possibilità di votare e di scegliere finalmente, dopo tre governi non eletti, il governo a cui intendono affidare la guida del Paese".

L'intenzione dell'ex capo del governo è quella di avere voce in capitolo sulle modifiche all'Italicum con la speranza di poter radunare il più possibile consensi su una legge proporzionale. Un punto di caduta che gli garantirebbe di non dover per forza fare accordi con gli alleati.

Dimissioni di Renzi: "Ho perso e mi dimetto" | video

La scelta del leader

I progetti dell'ex capo del governo però vanno a sbattere con le ambizioni del resto degli alleati. Non solo, la possibilità che Forza Italia possa partecipare a nuove trattative per le riforme metterebbe la parola fine a qualsiasi progetto comune. Condizione poi per rimettere insieme i "pezzi" del vecchio centrodestra è la scelta del futuro leader. "Basta imposizioni dall'alto", mettono in chiaro all'unisono sia il segretario della Lega che la Meloni. Un messaggio chiaro al Cavaliere che ha sempre bocciato l'idea di una consultazione popolare e non ha nemmeno mai nascosto i dubbi sulla possibilità che gli altri leader del centrodestra (Salvini in particolare) possano avere le caratteristiche per guidare un centrodestra a trazione moderata.

Salvini: "primarie nel centrodestra"

Ora nel centrodestra "ci vogliono primarie, perché la gente vuole decidere, ed è sacrosanto che decida": lo ha detto su Radio Padania il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, rispondendo alle domande degli ascoltatori. Quanto a una possibile convergenza con il Movimento Cinque Stelle, Salvini ha aggiunto: "Alla prova di governo i cinque stelle dimostrano totale incompetenza. Abbiamo visto a Roma cosa succede, non basta dire no no no. La Lega invece da vent'anni dimostra di saper governare con competenza e serietà, la Lombardia e il Veneto sono lì a dimostrarlo".

Grillo: elezioni subito

Anche Beppe Grillo in queste ore post risultati ha fatto sentire la sua voce, attraverso le pagine del suo blog: "Auguriamo buon lavoro al Presidente Mattarella in questo momento cruciale. Come prima forza politica del Paese siamo disponibili a fare tutti i passi necessari per arrivare alle elezioni politiche". E sulle elezioni aggiunge: "I partiti faranno di tutto per tirarla per le lunghe e arrivare a settembre 2017 per prendere la pensione d'oro. Non glielo permetteremo e l'unica soluzione e' quella che proponiamo. Chiediamo agli italiani di stare al nostro fianco in questa battaglia".


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