Quagliarella un gol ogni 55'. Eppure la Juve vuole Llorente (uno in 460')

E' il mondo alla rovescia di Fabio Quagliarella che, nel giorno in cui festeggia la tripletta a Pescara che lo consacra miglior cannoniere della Juventus, deve fare i conti con il moltiplicarsi delle voci che spingono Llorente a Torino a gennaio (al modico prezzo di 6-7 milioni di euro) o a giugno (gratis). Paradosso per un attaccante che sta viaggiando alla media di una rete ogni 55 minuti, è il più prolifico dell'intera rosa di Conte e sta facendo tutto nei pochi ritagli messi a disposizione dal tecnico.

I numeri di Quagliarella sono da top player. In campionato 8 spezzoni di gara (373 minuti) e 6 reti: una ogni 62 minuti. In Champions League 3 presenze (73') e 2 centri compreso quello pesantissimo di Stamford Bridge che tiene in corsa la Juventus. Totale: 11 partite, 8 gol, 446 minuti giocati e una rete ogni 55'. Nessuno nella Juve viaggia alle sue medie. Vucinic, che a ragione è considerato intoccabile, ne fa segnati 4 in 871' (uno ogni 217'), Giovinco che è il più utilizzato uno ogni 257' (4 reti in 1.029'), Matri dimenticato un gol in 455' e Bendtner la delusione nessuna realizzazione in 273'.

Come dire che il top player Marotta ce l'ha già in casa ed è paradossale che si ostini a cercarlo fuori, così come è strano il trattamento che Conte riserva a Quagliarella. In estate era sul mercato e la Juventus l'avrebbe volentieri scambiato con l'Inter per portare a Vinovo Pazzini. Affare reso impossibile dai rapporti gelidi tra Agnelli e Moratti, ma in questa fase iniziale della stagione il giocatore è stato spesso ai margini.

Lui ha sofferto e non sempre in silenzio. Il giorno della presentazione delle maglie ha buttato fuori il suo disagio con un sorriso ("Mi è rimasto da fare solo il modello per sfilate") e a Copenaghen è finito in tribuna anche per punizione avendo sdoganato l'odiato Zeman ("Un giorno mi piacerebbe essere allenato da lui"). Incomprensioni poi chiarite e, soprattutto, cancellate a suon di gol.

Quello che deve essere chiaro è che per Quagliarella questi numeri non sono un'eccezione. Nella Juventus di Delneri prima dell'infortunio contro il Parma (6 gennaio 2011, rottura del legamento crociato anteriore destro e 6 mesi di stop) era il trascinatore dei bianconeri che avevano chiuso il 2010 al quarto posto in classifica a sole 5 lunghezze dal Milan: 17 presenze, 9 gol, uno ogni 146'. Dopo il crac ha faticato a risalire la china.

Un anno fa Conte lo ha usato a intermittenza: 23 partite (solo 9 da titolare) e 4 centri. Troppo poco per esprimere il suo potenziale e convincere la società a investire su di lui. Ora torna a chiedere spazio e attenzione. Leggere di Llorente nel giorno della sua tripletta è un paradosso che pesa. I tifosi della Juventus cosa ne pensano?

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