Puglia: terra (fertile) per le start-up

Duecento start-up innovative, il 4% di quelle italiane: se la Puglia rispetto alla media nazionale, in quanto a numero di "natalità" di nuove idee di business, si trova a metà classifica, nel Sud svetta, seconda solo alla Campania. Con due province, Bari e Lecce, vicine alla media nazionale, anche grazie a un fertile ecosistema universitario e acceleratori e incubatori che hanno reso possibile, ad esempio, il successo di realtà come Blackshape, (start-up nata nel 2010 con un progetto di produzione di aerei ultraleggeri che oggi ha 90 dipendenti) e Parrotto, che con le sue pale eoliche domestiche ha attratto 5 milioni di finanziamenti stranieri.

È questa la fotografia uscita dalla sede di Trani dell'università Pegaso dove si è tenuto l'incontro "Fare start-up in Puglia si può" e dove la moderatrice Barbara Carfagna ha riunito i protagonisti dell'innovazione pugliese insieme a chi li supporta, come Bernardo Mattarella di Invitalia, che finanzia il 75% delle 200 startup pugliesi, o come Danilo Iervolino presidente dell'università Pegaso nella doppia veste di padrone di casa e sturtupper: ha illustrato la sua nuova Mercatorum, start-up universitaria nata da Pegaso in partnership con Unioncamere.

La videointervista a Danilo Iervolino

"L'idea è quella di creare un link tra le università e gli startupper. Facebook è nata ad Harvard, non a caso. Funzionerà con testimonial, e avrà scambi con la Silicon Valley e con Israele, perché sono più bravi di noi".

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Silvia Morara
I giovani startupper pugliesi: Giangiuseppe Tateo (Nextome), Diego Antonacci (Impact Hub Bari), Domenico Colucci (Nextome), Nicola Taranto (Enjore) e Davide Neve (AuLAB)
Silvia Morara
Il dibattito "Fare start-up in Puglia si può!" moderato dalla giornalista Barbara Carfagna all'Università Telematica Pegaso a Trani
Silvia Morara
I giovani startupper pugliesi: Giangiuseppe Tateo e Domenico Colucci (Nextome), Nicola Taranto (Enjore) Diego Antonacci (Impact Hub Bari) e Davide Neve (AuLAB)

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Bernardo Mattarella di Invitalia
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Il dibattito "Fare start-up in Puglia si può!" moderato dalla giornalista Barbara Carfagna all'Università Telematica Pegaso a Trani
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Giuseppe Ravasi, manager of Cloud Ecosystem Development IBM Italia
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Danilo Iervolino, presidente Università Telematica Pegaso
Silvia Morara
Il dibattito "Fare start-up in Puglia si può!" moderato dalla giornalista Barbara Carfagna all'Università Telematica Pegaso a Trani

Domenico Colucci, fondatore di Nextome, azienda che ha sviluppato Nextome Gps, un satellitare per interni che consente di crearsi percorsi privilegiati in un museo come il Louvre, si è fatto strada anche grazie alle infrastrutture cloud di IBM. "Mi chiedono sempre come sia possibile che la nostra start-up sia nata proprio in Puglia" ha raccontato ridendo. "Non solo l'idea è nata qui, ma è arrivata dalla ricerca di un bagno in un centro commerciale". Adesso la esportano più all'estero che in Italia. "Manteniamo la produzione in Puglia perché qui abbiamo i migliori programmatori e ingegneri e il costo della vita è più basso". La particolarità, pensando alle relative applicazioni, sta nel fatto che si possono conoscere abitudini di tutte le persone che si collegano come i clienti del supermercato o dei centri commerciali. Consentendo quindi di ripensare l'organizzazione, ad esempio, degli scaffali.

Guarda allo sport, invece, Nicola Taranto, amministratore delegato di Enjore, start-up per soluzioni digitali per lo sport: una piattaforma per gestire competizioni ma anche videogame, con forte componente social, nata tre anni fa: "Siamo nati per il calcio ma ora puntiamo anche ad altri sport, permettendo a chi organizza le competizioni, tornei con 600 persone ad esempio, di gestirle in modo automatizzato". Obiettivo: conquistare i mercati europei e sudamericani.

È tutta concentrata in città invece la start-up di Diego Antonacci che 4 anni fa ha fondato Impact hub, il più grande spazio di coworking barese (1600 metri quadri) dove fianco a fianco lavorano startupper, grafici, imprenditori, comunicatori: "All'inizio dovevamo addirittura spiegare cosa è un coworking, eravamo 5 persone, oggi contiamo 160 membri". Negli spazi di Impact hub non a caso David Neve ha dato vita ad AUlab, startup sulla formazione scolastica che punta a creare l'identità digitale degli studenti delle scuole secondarie: "Insegniamo ai ragazzi a dare vita a processi di sviluppo della robotica. E, soprattutto, ad andare sul mercato il prima possibile".

La videointervista a Diego Antonacci

La stessa missione di Fernando Napolitano (presidente e ad di IB&II) che in collegamento video ha illustrato i due programmi che consentono di aumentare le probabilità di exit, la ricca liquidazione delle start-up, soffermandosi quindi su trasferte in Usa e borse di studio (le prossime saranno oggetto di un bando che uscirà a dicembre) dedicate ai ragazzi decisi a "cambiare verso".

Un po' come quelli che hanno partecipato alla competizione nazionale di IBM Italia, che agli startupper offre tecnologie a costo zero, nonché consulenze: "Ottanta progetti" ha raccontato Giuseppe Ravasi, manager dello sviluppo del Cloud system "da cui sono stati selezionati quattro finalisti, tra cui una startup pugliese. Hanno presentato i loro business plan davanti a 90 potenziali investitori". Ravasi è convinto che sia questo il futuro: "Non per niente dei 13 mila laureati in Giurisprudenza sbarcati nel mondo del lavoro l'anno scorso solo il 25% ha trovato un'occupazione a distanza di un anno. Mentre i 200 esperti ingegneria informatica hanno tutti trovato lavoro".

La videointervista a Giuseppe Ravasi

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