Pucci riparte da Capri

La missione di ogni direttore creativo è quella di lasciare un segno nella decennale storia delle Maison che sono chiamati a rappresentare. C’è chi si immerge negli archivi di un brand cercando quel “filo rosso” che unisca la sua visione a quella dei suoi predecessori e chi invece preferisce un taglio netto col passato, magari rimuovendo anche qualche sillaba (o un accento) dallo storico logo del brand.

L’esordio di Camille Miceli alla guida del brand Emilio Pucci - acquisito nel 2021 dal gruppo LVMH - è uno di quelli che resterà nella storia. La creativa, con un passato tra Chanel, Dior e Louis Vuitton, sembra infatti avere le idee ben chiare sul futuro del marchio fiorentino e non ha paura di portare la storica Maison nell’era del digitale.







«Edizioni limitate e niente sfilate. Scommetto tutto su digitale e social» ha dichiarato la Miceli a Repubblica. Anche Emilio Pucci entra così nell’era del see now, buy now e lo fa partendo da Capri, luogo caro alla Maison dove il fondatore aprì la sua prima boutique, antesignana dei monomarca, nel 1949.

Così come le coloratissime stampe Pucci hanno offerto un barlume di luce (e speranza) nell’Europa del dopoguerra, così il brand guarda a una rinascita post Covid. Per Camille Miceli, la sua prima collezione riguarda «il benessere».

«La Grotta Azzurra», questo il nome della collezione, è composta da vivaci stampe declinate su abiti, top, pantaloni e accessori, abbinate o accostate in uno stile mix-and-match, volto a creare una silhouette moderna e senza tempo, caratterizzata da un’eleganza giocosa e disinvolta.

Una visione contemporanea di Emilio Pucci, rappresentata dagli scatti del fotografo Lachlan Bailey che vedono come protagonista la modella Vittoria Ceretti.

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