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C’è un software che traduce il Talmud in italiano

È, probabilmente, la più imponente opera di traduzione mai intrapresa nella storia dell’umanità: trasformare in un testo italiano l’antico Talmud Babilonese, con i suoi 63 trattati in 517 capitoli.

Il Progetto Traduzione Talmud Babilonese ha proprio l’obiettivo di produrre la traduzione digitalizzata di un testo che da oltre 15 secoli è tradizionalmente al centro dell’antica cultura ebraica.

L’antico Talmud (scritto in ebraico e in aramaico) è il commento della Mishnà: la prima trascrizione della legge orale che i rabbini hanno cominciato a redigere nel 70 dopo Cristo, all’epoca della caduta del secondo tempio di Gerusalemme. Il testo che si sta traducendo risale dunque al terzo-quinto secolo, e non tratta soltanto di materia religiosa, ma si occupa di ogni aspetto dell’esistenza: dalla giurisprudenza alla scienza, dalla filosofia alla vita di tutti i giorni. È un’opera fondamentale, dunque, e non solo in campo religioso, ma in ogni aspetto della conoscenza umana.

Da ormai quasi cinque anni, l’equipe al comando della costituzionalistaClelia Pipernoè impegnata nella creazione di una traduzione commentata, con testo originale a fronte in lingua ebraica e aramaica.Al progetto lavorano una novantina di persone(non solo ebrei): sono traduttori, esperti di dottrina, informatici e redattori.

La traduzione è opera del tutto umana, ovviamente, ma viene realizzata con avanzatissimi strumenti di linguistica computazionale e con l’ausilio diun’applicazione informatica, chiamata “Traduco. “È un sistema che migliora con il passare del tempo” spiega Piperno “perché la macchina impara, accumula dati e li connette, riconoscendo per esempio le frasi idiomatiche più ricorrenti”. Dopo quasi cinque anni di lavoro, la memoria di “Traduco” è così ricca da consentire al sistema di suggerire automaticamente una traduzione esatta, in media, una volta su due.

Sviluppata proprio per il Progetto Talmud dalConsiglio Nazionale delle Ricerche,Traducoha reso possibile la creazione di una comunità internazionale di traduttori altamente specializzati.

Finanziato con 12 milioni di euro dal ministero dell’Università e della Ricerca, realizzato in collaborazione con il Cnr e con l’Unione delle comunità ebraiche italiane,Progetto Talmud è appena arrivato al terzo libro: dopo i primi due trattati sul Capodanno e sulle Benedizioni, è appena uscito Ta’anìt, cioè il Digiuno.   

Come spiega Piperno, l’immane lavoro di chi sta traducendo il Talmud “consente anche capire com’era l’insalata che si mangiava 15 secoli fa, o che cosa sia diventata quella certa verdura di cui si parlava allora: nell’antichità, per esempio, i datteri erano frutti grossi come una mano”.

Nel Talmud, del resto, si parla di piante e di animali, di fiumi e di venti. Nelle Benedizioni uno dei temi più analizzati è quello dei sogni e spesso sembra di leggere un trattato di Sigmund Freud.

“Pochi avrebbero scommesso sull’uscita di un solo libro” dice oggi la professoressa Piperno “e invece siamo già arrivati a tre. Abbiamo presentato il progetto negli Stati Uniti e alle Nazioni Unite. In giugno andremo a Mosca per valutare la possibilità di applicare il software anche al cirillico”.

Il Progetto Traduzione del Talmud rappresenta uno straordinario arricchimento del patrimonio culturale italiano, e consentirà l’accesso a un’opera che ha caratterizzato l’ebraismo e influenzato la storia europea degli ultimi mille anni.

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