Polonia, torna Tusk, l'europeista, una buona notizia soprattutto per l'Ucraina

Il premier polacco incaricato Mateusz Morawiecki non ha ottenuto la fiducia in Parlamento per formare un nuovo esecutivo. Cosi’ con 266 voti a favore di Tusk e solo 190 contro, su 460 seggi in totale, l’assemblea parlamentare ha respinto il premier uscente, aprendo così la strada alla nascita del nuovo esecutivo. Secondo la costituzione polacca in caso di bocciatura del premier indicato dal presidente sono i deputati a decidere chi è il successore.

Visto l’esito del voto, la camera bassa, guidata da una maggioranza pro Ue, ha conferito al suo leader, Donald Tusk, l'incarico di guidare un nuovo esecutivo. La svolta chiude una fase durata otto anni di governo del Partito nazionalista Diritto e Giustizia (PiS). «Sistemeremo tutto insieme» ha detto Tusk parlando al parlamento polacco dopo aver vinto il voto per diventare primo ministro. Donald Tusk ha ringraziato i polacchi e ha affermato che il suo nuovo governo «correggerà i torti in modo che tutti possano sentirsi a casa». Poi il neo premier ha dichiarato: «Dobbiamo riuscire a convincere noi stessi e il mondo che ripristineremo lo stato di diritto», ed ha promesso la fine della polarizzazione interna: «La guerra tra polacchi e polacchi finirà». Su questi aspetti Bruxelles in questi anni si è scontrata con il governo polacco tanto che ha bloccato più volte alcuni fondi europei destinati a Varsavia.

Il cambio di potere in Polonia è importantissimo per i 38 milioni di cittadini della nazione dell'Europa centrale mentre quella che è ormai l’opposizione in Polonia teme che Donald Tusk avvierà una serie di politiche liberali in contrasto con le loro politiche conservatrici.

L'Unione Europea ha accolto con favore la nomina di Tusk, nella speranza di instaurare con la Polonia un dialogo migliore. Nel 2007, dopo una dura campagna elettorale, Tusk ha sconfitto il partito conservatore al potere ed è diventato primo ministro del governo. Nei suoi sette anni di governo la Polonia riuscì a crescere di quasi il 20%, un successo senza precedenti in Europa. Il governo uscente della Polonia è stato inizialmente uno dei più forti alleati di Kiev dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia l'anno scorso, ma tutto è cambiato nell’ultimo anno tanto che i rapporti si sono guastati a causa della concorrenza economica dei produttori alimentari e dei camionisti ucraini che hanno fatto arrabbiare i polacchi, i quali sostengono che «i nostri mezzi di sussistenza sono minacciati».

Tusk, già presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019, ha in programma di recarsi a Bruxelles per un vertice dell'Ue nel corso della settimana, dove si terranno discussioni cruciali per il futuro dell'Ucraina. Le sue posizioni vicine all'Ue fanno ovviamente ben sperare per un dialogo aperto rispetto all'invasione russa dell’Ucraina. Qui troverà il primo ministro ungherese Viktor Orban, stretto alleato della Russia, che chiede che siano tolti dall'agenda politica l'adesione dell'Ucraina all'Ue e i miliardi di euro di finanziamenti destinati al paese completamente devastato dai russi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è congratulato con Tusk, affermando che «il futuro dell'Ucraina e della Polonia risiede nell'unità». La prima a congratularsi con lui è stata, non certo a caso, il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, appena pochi minuti dopo la sua investitura serale. «La sua esperienza e il suo forte impegno nei confronti dei valori europei saranno preziosi per forgiare un’Europa più forte», ha detto. Anche il presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola si è congratulata con Tusk. «Congratulazioni di cuore a Donald Tusk, nuovo primo ministro della Polonia, convinto sostenitore dell’Unione europea e caro amico. Non vedo l’ora di lavorare insieme per una Polonia prospera e un’Europa più forte. Affronteremo le sfide attuali. Uniti», si legge sul suo profilo X. Uno dei problemi più gravi per Bruxelles mentre il PiS governava la Polonia era che uno dei paesi più importanti del blocco poneva continui problemi su questioni di stato di diritto che andavano dall’indipendenza della magistratura alle libertà dei media e ai diritti LGBTQ+. A proposito della magistratura: Tusk dovrà comunque affrontare la dura opposizione di Andrzej Sebastian Duda, presidente della Repubblica di Polonia dal 2015 ed esponente del partito Diritto e Giustizia e del Tribunale costituzionale del paese, controllato dai lealisti del PiS. Qualsiasi legge volta ad annullare le riforme del sistema giudiziario deve passare attraverso Duda, che di conseguenza può porre il veto o chiedere al tribunale di esaminarla e di conseguenza bocciarla.

La grande speranza è che Tusk possa aiutare a riallineare Varsavia l’UE, privando l’ungherese Orbán di un alleato chiave nei suoi tentativi di minare le principali priorità strategiche dell’UE. Ma per Bruxelles la posta in gioco è ben altra. Come scrive Politico «l’UE sta gettando le basi per un processo di allargamento storico, aprendo la porta a diversi futuri paesi membri, di cui l’Ucraina sarebbe il più grande e il più importante». La questione più urgente per Donald Tusk è quando, se e come la Polonia sarà in grado di accedere ai suoi 35 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti dell’UE per la ripresa dalla pandemia di coronavirus, nonché ai 76,5 miliardi di euro di fondi regolari per lo sviluppo dell’UE – bloccati da Bruxelles a causa dei pessimi rapporti con il precedente governo mentre Tusk aveva condotto una campagna per far sbloccare i fondi di Bruxelles. I media polacchi scrivono che Tusk cercherà di sfruttare la sua precedente posizione nell’UE per chiedere alla Commissione di sbloccare 6,9 miliardi di euro dal fondo di recupero pandemico del blocco non appena subentrerà ufficialmente, anche se la Polonia allo stato non soddisfa formalmente nessuno degli standard previsti.

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