Pmi in difficoltà, in attesa dei ristori arriva la proroga del fondo di garanzia

Qualcosa inizia a muoversi sul fronte dei sostegni alle imprese, specialmente a quelle che stanno subendo le conseguenze peggiori della quarta ondata di contagi. L’obiettivo del governo è varare il prima possibile il nuovo decreto Ristori, che secondo le indiscrezioni dovrebbe valere tra 1,2 e 2 miliardi di euro, e che conterrà misure a sostegno delle categorie economiche più colpite dal covid, come turismo, spettacoli, sport e discoteche. Ma la richiesta di aiuto arriva anche da altre attività, come parrucchieri e centri estetici. ''Siamo quasi in lockdown: un'attività su due lavora al minimo, per carenza di personale e per la riduzione netta della clientela. Lo stesso vale per i centri estetici”, è la denuncia del presidente nazionale di Confesercenti Immagine e Benessere Sebastiano Liso, secondo cui questa situazione, unita “ai costi di mantenimento dei dipendenti e delle strutture, sta mettendo in ginocchio il nostro settore che, da inizio pandemia, ha perso oltre il 20% delle imprese''.

Intanto la scorsa settimana, il 12 gennaio, è stata ufficialmente prorogata al 30 giugno la disciplina straordinaria per l’accesso al Fondo di garanzia per le Pmi. Porta infatti quella data la circolare con la quale MedioCredito Centrale ha recepito quanto previsto dalla legge di Bilancio, che prevede un progressivo allentamento delle misure emergenziali: un rientro alla normalità che però, secondo l’Associazione bancaria italiana, dovrebbe essere ulteriormente rimandato. I prestiti per le quali le imprese hanno chiesto una moratoria, secondo l’Abi, ammontano ancora a 36 miliardi di euro.

La manovra per il 2022stanzia a favore dello strumento ulteriori risorse pari a 520 milioni di euro per il 2024, 1,7 miliardi di euro per il 2025, 650 milioni di euro per il 2026 e 130 milioni di euro per il 2027. Nel dettaglio, la circolare prevede la proroga al 30 giugno delle misure straordinarie previste dal Dl Liquidità, varato dal governo Conte durante la prima ondata della pandemia. Con qualche modifica: la garanzia offerta dal fondo per un massimo di 5 milioni di euro a impresa verrà ridotta a partire dal primo gennaio dal 90% all’80%, per i piccoli prestiti fino a 30mila euro. Dal primo aprile verrà poi ripristinato il pagamento di una commissione per l’accesso al fondo, finora gratuito. Viene inoltre prorogata, sempre fino a fine giugno, la garanzia in favore degli enti non commerciali, comprese le realtà del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti.

Una boccata d’ossigeno per le piccole e medie imprese, che devono scontare, oltre alle conseguenze della pandemia, anche gli effetti negativi del caro energia. L’allarme riguarda quasi tutti i settori produttivi, tra cui l’industria alimentare: in questo comparto le Pmi, denuncia il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio, sono con l’acqua alla gola e rischiano di dover tagliare 40mila posti di lavoro entro la fine dell’anno. "Molte delle nostre industrie sono energivore tanto quanto quella dell'acciaio o della ceramica e come queste hanno bisogno immediato di attenzione e di aiuto, non possono essere dimenticate”. Una situazione estremamente difficile, aggiunge Vacondio, "tanto che alcune delle nostre aziende hanno iniziato a fermare gli impianti nelle ore in cui il costo dell'energia è più alta, per poi riattivarli nelle fasce orarie in cui i consumi sono minori. Un segnale drammatico davanti al quale non vedo grandi soluzioni. Abbiamo chiesto aiuto al governo inviando anche una lettera formale a Draghi in cui ribadiamo la situazione nella quale ci troviamo, ma la mia paura è che non ci siano sufficienti risorse per risolvere questo problema diventato enorme".

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