Perché tutti vorremo avere un maggiordomo robot

Fin da quando era studente al MIT, Colin Angle aveva un grande sogno nel cassetto: sgravare l’umanità dalle attività routinarie, ripetitive, diciamo pure noiose: passare l’aspirapolvere, ad esempio, lavare i pavimenti, tagliare l’erba in giardino, piegare i vestiti, stirarli e molto altro ancora.

I fatti dicono che questo 48enne di Boston possa ritenersi oggi un uomo piuttosto soddisfatto. Con iRobot, l’azienda che lui stesso ha fondato 25 anni con il suo professore di robotica, ha esaudito buona parte dei suoi desideri, primo fra tutti quello di sdoganare un nuovo modo - scansafatiche - di fare le pulizie.

Per chi non l’avesse ancora capito, stiamo parlando del papà di Roomba, il primo vero aspirapolvere robot mai apparso sul Pianeta Terra, e di tutta una serie di oggetti striscianti non identificati (Scooba, Braava, Looj) che ogni giorno aiutano milioni di casalinghi e casalinghe disperati a eliminare l’inesorabile strato di sporco che si accumula sui pavimenti (e oltre).

Il cofondatore e CEO di iRobot, Colin Angle, mostra il nuovo Romba 980Roberto Catania

Dopo il robot che aspira quello che controlla casa
In un’altra epoca, Colin Angle sarebbe stato definito un inventore. Oggi invece si preferisce parlare di “imprenditori visionari”, facendo riferimento a tutto quel filone di super-CEO che va da Steve Jobs e arriva fino a Jeff Bezos, che oltre a un'azienda sono stati capaci di creare un bisogno.

Unendo la mappa di casa alla comprensione del contesto possiamo chiedere agli oggetti di casa di fare la cosa giusta al momento giusto

La sostanza, comunque la si voglia vedere, non cambia. Di mezzo c’è una mente in continuo movimento, abituata ad andare oltre, ad accettare sfide sempre più ambiziose. E il famigerato next step, come amano definirlo d queste parti, oggi ha già una forma ben definita, quella del robotmaggiordomo.

Proprio così. Dopo il robot che aspira, quello che lava i pavamenti, quello che pulisce la piscina e le grondaie, il patron di iRobot starebbe pensando a un nuovo (s)oggetto automatizzato capace di sorvegliare le nostre case e tutto ciò che ci sta dentro.

Molto di più di un aspirapolvere robot
L’idea non è nuova, ma il boom del cosiddetto Internet delle cose sembra aver dato ad Angle e ai suoi l’impulso ad accelerare i tempi. Lo si è capito una volta per tutte lo scorso mese a New York in occasione della presentazione del Roomba 980, il primo modello connesso dell’ormai popolosa famiglia di aspirapolvere robot Made in USA. Quello che sulle prime potrebbe essere scambiato per l'ennesimo elettrodomestico controllabile a distanza attraverso uno smartphone è in realtà l’embrione di un progetto ben più lungimirante, il cui fine ultimo è proprio quello di arrivare a un controllo completo su tutti gli oggetti connessi presenti in casa.

"Il nuovo Roomba 980 - spiega a Panorama.it Colin Angle - non è solo il nostro miglior aspirapolvere di sempre, ma anche il primo prodotto di questo tipo che riesce a connettersi a Internet e allo stesso tempo a mappare l’ambiente domestico. Queste due funzionalità messe insieme permettono a Roomba di sapere com’è fatta la casa e di mettere in relazione questa informazione con la posizione dell’utente e con lo stato degli altri oggetti connessi. È un aspetto che cambia radicalmente lo scenario all’interno della cosiddetta smart home. Unendo la mappa di casa alla comprensione del contesto possiamo chiedere agli oggetti di casa di fare la cosa giusta al momento giusto".

Roomba 980, le foto

Il nuovo Roomba 980

Roomba 980, le foto

iRobot
Roomba 980 è il primo aspirapolvere robot prodotto da iRobot che si connette a Internet

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Sulla parte alte del robot, in prossimità del tasto di accensione, si trova una piccola fotocamera in grado di vedere l'ambiente circostante

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Sulla parte bassa del Romba 980 è stato inserito un sensore ottico per la mappatura del percorso

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
L'utente può in qualsiasi momento e da qualsiasi località accendere o spegnere il Roomba

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Lo smartphone informa l'utente quando la vaschetta dell'aspirapolvere è pieno o quando gli estrattori si inceppano

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Fra le opzioni c'è anche la possibilità di selezionare uno specifico programma di pulizia e visualizzare lo storico dei passaggi

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Sempre da remoto è possibile impostare un programma di pulizia settimanale

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Dall'interfaccia dell'applicazione iRobot Home App è possibile anche cercare i ricambi originali della casa e acquistarli

Roomba 980, le foto

iRobot
Roomba 980 si basa sul nuovo sistema di navigazione iAdapt 2.0 per muoversi in autonomia lungo tutto il percorso di casa

Roomba 980, le foto

iRobot
Roomba 980 può essere controllato anche in modo tradizionale sfruttando i tre pulsanti fisici situati sulla parte frontale del robot (Clean, Dock, Spot)

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Grazie alla funzione Carpet Boost, il nuovo Roomba è in grado di riconoscere la superficie su cui sta passando (ad esempio un tappeto) e di aumentare automaticamente la potenza di aspirazione secondo tre livelli progressivi

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
L'utilizzo delle barriere virtuali permette al Romba 980 di tenersi alla larga da oggetti o aree da non pulire

Roomba 980, le foto

iRobot
Come tutti gli ultimi modelli iRobot, anche il nuovo Romba 980 integra il sistema Cliff Detecting per la rilevazione di scale o altri tipi di dislivelli

Roomba 980, le foto

iRobot
Secondo quanto dichiarato da iRobot, il sistema di pulizia del nuovo Romba 980 con Carpet Boost fornisce una potenza 10 volte superiore rispetto al precedente modello

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Come il precedente modello, anche il nuovo Roomba 980 integra il sistema di pulizia a doppio estrattore controrotante

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Roomba 980 ha un'autonomia dichiarata di circa 2 ore. Quando il robot sta per scaricarsi torna alla base, si ricarica, e riprende la pulizia da dove l'aveva interrotta

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Roomba 980

Roomba 980, le foto

Roomba 980 in azione

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Roomba 980

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Roomba 980

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
La vaschetta del nuovo Roomba 980

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
La vaschetta del nuovo Roomba 980

Roomba 980, le foto

iRobot
Il nuovo Romba 980 in azione

Roomba 980, le foto

iRobot
Il nuovo Roomba 980 in azione

Roomba 980, le foto

Roberto Catania
Roomba 980

Conoscere la casa per dirigerne le azioni
Certo, al momento non si può ancora parlare di un vero e proprio maggiordomo robot capace di sovraintendere a tutte le attività di casa, ma è comunque il primo passo verso un ecosistema casalingo fatto di piccoli e grandi oggetti che siano non solo connessi a Internet ma anche coordinati fra loro. Perché, è evidente, ci vuole un passo in più in più per arrivare a un’esperienza più gratificante, e soprattutto comoda, di quella che stiamo vivendo con i primi prodotti a denominazione IoT.

Siamo passati da un’interazione facile con poche possibilità di scelta, a un’interazione che offre molte opportunità ma in modo più complesso

"Fino a ieri", spiega ancora il CEO di iRobot, "abbiamo acceso e spento le luci di casa tramite un interruttore. Oggi, grazie alle lampadine wireless, possiamo fare molto di più, ad esempio cambiare colore e regolare l’intensità luminosità. Si tratta comunque di un’esperienza che passa da un’interazione complessa che ha bisogno di tutta una serie di passaggi intermedi: dobbiamo sbloccare il telefono, aprire un’app dedicata, premere un pulsante virtuale. Se calcoliamo il tempo che passa dal momento in cui decidiamo di spegnere le luci a quello in cui effettivamente portiamo a termine l’azione ci rendiamo conto che il vantaggio non è poi così concreto: a conti fatti faremmo prima a premere un interruttore. Il fatto è che siamo passati da un’interazione facile con poche possibilità di scelta, a un’interazione che offre molte opportunità ma in modo più complesso. 

L'obiettivo, insomma, è lavorare per semplificare questo modello che al momento appare sì intelligente, ma anche un po' complicato. Ed è qui che interviene l'intelligenza artificiale, un robot - o un suo simile - che sappiacom’è fatta devvero una casa, dove sono gli oggetti statici e quelli connessi, e combinare tutte queste informazioni con quelle relative alla posizione dell’utente. "Finché le lampadine non sapranno regolarsi autonomamente in base alla nostra posizione in casa, accendendosi automaticamente quando entriamo in camera e spegnendosi quando usciamo, non potremo parlare davvero di illuminazione intelligente".

Un mercato che è già in fermento
Quello delle luci intelligenti è solo uno dei tanti esempi che ci permettono di capire perché un robot maggiordomo sarà, presto o tardi, necessario in ogni casa. Il discorso potrebbe essere esteso all'attivazione dei sistemi di sorveglianza, all'apertura e alla chiusura delle porte e delle tapparelle, più in generale a qualsiasi altra attività che prevede un’interazione fra le persone e un oggetto connesso.

"In tutti questi casi ci sarà bisogno di un'entità super partes capace di dare delle regole, coordinando le attività di casa, spiega Angle. "Abbiamo sempre avuto l’obiettivo di eliminare le azioni routinarie, ma senza un sistema capace di tracciare la casa questa resta solo una bella idea sulla carta. Non posso chiedere a un robot di prendermi le medicine, piuttosto che una birra nel frigorifero, se questo non sa dove sono e come raggiungerli.

Naturalmente per dirigere un'orchestra così vasta e variegata servirà anche lo spartito giusto. Che significa, al di fuori delle metafore, lavorare intorno a un ecosistema software universale, interpretabile cioé da tutto il mondo dell’Internet delle cose. Il contributo di Apple, Microsoft, Samsung, Google e degli altri colossi del mondo hi-tech che stanno già lavorando sui framework per l'IoT potrebbe rivelarsi in questo senso decisivo.

Per arrivare a una casa intelligente, su questo non ci sono più dubbi, non basterà un esercito di oggetti dotati di una presa di rete o un modulo wireless. Da che mondo è mondo, ogni rivoluzione ha bisogno dei suoi comandanti.

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