Ecco perché alle start-up i dipendenti convengono di più dei collaboratori

Una nuova generazione di start-up, racconta il New York Times, ha deciso di costruire il proprio successo su un modello di business differente rispetto a Uber che ha puntato tutto sulla flessibilità. Invece di ingaggiare collaboratori come liberi professionisti, le aziende di cui scrive il quotidiano americano scelgono di assumerli, garantendo loro compensi superiori alla media di mercato, benefit, assicurazione sanitaria e pensionistica.

La ragione, spiega Ron Johnson, fondatore di Enjoy, una società che invia presso case e uffici esperti nell’installazione di prodotti tecnologici, è che i dipendenti sono migliori dei collaboratori. “Il nostro prodotto è rappresentato dal servizio fornito dagli installatori: offrire ottime condizioni di lavoro ci permette di selezionare e mantenere i talenti migliori”.

Consapevoli del fatto che dipendenti ben pagati e rispettati possono fare la differenza presso i clienti, anche altre le società “on-demand” stanno abbracciando la medesima filosofia, perché hanno capito che questa politica si traduce in un reale vantaggio competitivo sui concorrenti. Oltre a Enjoy, dunque, ci sono Beepi, una società che compra e vende auto usate online che assume i meccanici responsabili delle valutazioni delle vetture; Munchery, un servizio di consegna di pasti a domicilio; MoveLoot, una start-up che vende arredamento di seconda mano e Instacart, un servizio di consegna della spesa. E i costi? Secondo alcuni venture capitalist, si tratta di una scelta che si ripaga da sé, perché più dedizione da parte dei dipendenti si traduce in maggiore soddisfazione e lealtà da parte dei clienti.

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