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Il Pentagono: stiamo battendo l'Isis in Iraq

Secondo il Pentagono, l'Esercito del Califfato è in difficoltà in Iraq. Sta perdendo terreno e la sua capacità offensiva è ormai quasi nulla. La strategia condotta finora dalla coalizione internazionale ha pagato. I miliziani sono sulla difensiva, la loro forza è in declino. I generali americani per la prima volta appaiono ottimisti.

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Il Califfo dello Stato islamico, Al Baghdadi, in una moschea di Mosul
Volontari delle forze armate irachene EPA/ALAA AL-SHEMAREE
MOHAMMED SAWAF/AFP/Getty Images
Alcuni dei circa 500 volontari sciiti di Tal Afar, in Iraq, impegnati in una sessione di addestramento al combattimento presso un campo militare nella città-santuario sciita di Kerbala
AHMAD AL-RUBAYE/AFP/Getty Images
Combattente peshmerga a Mosul

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Mosul. Un fermo immagine di una decapitazione di un prigioniero curdo da parte degli uomini del califfato dell'Isis

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Un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Youtube mostra i momenti precedenti alla decapitazione di un prigioniero curdo a Mosul

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Un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Youtube mostra i momenti precedenti alla decapitazione di un prigioniero curdo a Mosul

EPA/JAMAL NASRALLAH

21 agosto 2014. Due bambini iracheni cristiani fuggiti da Mosul, per scampare alla violenza scatenate contro "gli infedeli" dai miliziani dello "Stato islamico", accolti presso la chiesa del monastero di Mar Elias ad Amman, in Giordania. 


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30 luglio 2014. Nella città santa di Najaf, in Iraq, delle bambine sciite irachene, sfollate con le loro famiglie dalla città natale di Mosul, si divertono con delle pistole giocattolo durante la festa di Eid al-Fitr, che segna la fine di Ramadan, il mese musulmano dedicato al digiuno.


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19 giugno 2014. Volontari della polizia irachena a una sessione di allenamento presso il campo di polizia di Ibrahimiya, poco fuori dalla città sciita irachena di Kerbala.


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Mosul

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Soldati iracheni a Mosul, 8 giugno 2014


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Profughi iracheni in fuga da Mosul controllati ad un posto di blocco in Kurdistan


L'offensiva su Mosul

Il conflitto sarà ancora lungo, ma, dopo un inizio incerto,  i primi risultati sembrano arrivare. E, altri ne arriveranno presto. In una conferenza stampa al Dipartimento della Difesa sono stati rivelati alcuni dei particolari dell'offensiva che l'esercito iracheno lancerà tra aprile e maggio (comunque prima del 17 giugno, data d'inizio uffiicale del Ramadan) contro Mosul, la seconda città dell'Iraq, conquistata dall'Isis diversi mesi fa.

All'operazione parteciperanno circa 20.000 soldati iracheni, tre brigate dei peshmerga curdi e - ha, di fatto, ammesso il portavoce del Pentagono che ha parlato con i giornalisti - anche truppe americane. Guideranno dal terreno i raid aerei dell'aviazione statunitense e accompagneranno gli iracheni nell'avanzata verso la città.

Davanti a loro ci sarano i miliziani dell'Isis. Il loro numero, secondo le stime del Pentagono, varia tra i 1.000 e i 2.000. Opporranno una forte resistenza, ma è evidente che di fronte a una forza molto superiore, difficilmente riusciranno a tenere Mosul.

Vedremo se tutto andrà liscio come hanno raccontato i funzionari del Pentagono. L'esercito iracheno è poco addestrato e con poche armi. Alla fine è quindi probabile che nell'offensiva siano impiegate le truppe d'élite, al massimo 3.000 soldati. Diventerà  quindi fondamentale il ruolo dei peshmerga curdi e delle forze speciali Usa.

Non tutto va bene sul fronte iracheno

Nonostante i toni positivi dei generali americani, non tutto va però per il verso giusto contro l'Isis in Iraq. Settimana scorsa, i miliziani sono riusciti a circondare una parte della città di al-Baghdadi, nella provincia di Anbar. E' uno dei punti più delicati del fronte, visto che è popolata da una forte maggioranza sunnita.

La città si trova a tre chilometri di distanza dalal base aerea di Ain al-Asad, dove sono stati inviati 320 soldati americani con il compito(ufficiale) di addestrare i militari iracheni. Da tempo, si pensa che quello potrebbe essere (se non lo è già stato) il primo punto di contatto, di scontro faccia a faccia tra i marines e i miliziani dell'Isis.

Qualche giorno fa, per contenere gli islamisti, per la prima volta nel conflitto,  sono stati impiegati degli elicotteri Apache. Il comando Usa li ha inviati a supporto degli iracheni. I loro missili hanno colpito le postazioni dell'Isis.

Una guerra terrestre

La guerra americana in Iraq, da guerra aerea, sta diventando sempre di più una guerra di terra. Quello che Barack Obama avrebbe voluto evitare, e che i suoi generali ritenevano invece un passo indispensabile per puntare alla vittoria, sta diventando realtà.

La prossima offensiva di Mosul ci dirà fino a che punto è arrivato il coinvolgimento dei soldati americani sul terreno. Ma ci spiegherà anche se l'Isis avrà perso la guerra. Almeno in Iraq.


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