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Musica

Pearl Jam: la recensione di Lightning Bolt

Lightning Bolt dice che i Pearl Jam sanno reinventarsi senza rinnegare niente della loro storia. Backspacer, l'ultimo album in studio, era un disco rock quasi perfetto, dritto, immediato. 

Ripercorrere quella strada sarebbe stato rischioso oltre che inutile. Se parliamo di suono, Lightning Bolt è sicuramente un disco con più colori, che cambia spesso atmosfera. Diverso, ma al tempo stesso rassicurante per chi segue la band da sempre. 

Getaway è puro classic rock con tante chitarre, Mind your manners, invece, è punk. Nell'attitudine e nell'atmosfera (viene voglia di riascoltare i Dead Kennedys di Jello Biafra). 

My father's son è intensa, non particolarmente originale, ma l'interpretazione di Vedder salva tutto. Non farà impazzire i fan più intransigenti, eppure Sirens è un gran pezzo. Certo, anche in questo caso il timbro di Vedder fa la differenza. Tra l'altro, è utlle ricordare che di ballad di questa qualità non è che ce ne siano in giro molte. 

E la title track? Formidabile. Potenza e melodia combinate con la perizia che hanno soltanto i grandi performer, un tempo medio dall'andamento ritmico leggermente irregolare: potrebbe riservare grandi sorprese dopo una manciata di ascolti. Davvero belle le parti di chitarra di Infallible, una canzone che decolla piano piano senza mai convincere del tutto.

Ogni grande disco rock ha la "sua ballad". Quella di Lightning Bolt si chiama Pendulumed è davvero un gioiello. Una ragione d'acquisto per un album che senza questa canzone perderebbe un po' del suo fascino. Ritmica percussiva, echi di Tex Mex, sprazzi psichedelici e voce da brividi. Capolavoro. Niente male anche Let the records play dalla potente connotazione blues. 

Bella la parentesi folk di Sleeping by Myself, già presente in un'altra versione nel disco solista del vocalist, Ukulele songs. ChiudeFuture Days: un piano, un violino, le chitarra e la voce di Eddie Vedder. Serve altro?

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