Pastoie burocratiche a Kabul

Oggi mi sono svegliata più leggera del solito, avendo dormito come mai prima nelle ultime settimane.

Sì, perché aldilà delle lunghe ore di lavoro e delle innumerevoli cose da fare a scuola prima e dopo l’apertura, ci si è aggiunto anche il visto in scadenza, da rinnovare obbligatoriamente.

E dopo un mese passato tra cinque ministeri diversi, colloqui con parlamentari e persino con un vice ministro, code estenuanti sotto al sole che sembravano non finire mai, e centinaia di carte da firmare e far vidimare…finalmente me l’hanno dato!

Adesso posso solo preoccuparmi della mia scuola, e dormire sonni (quasi) tranquilli.

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