La protesta dei parlamentari del Pdl e l’ipocrisia dei giornali

La protesta dei parlamentari del Pdl davanti al palazzo di giustizia di Milano, in quanto atto politico, è ovviamente opinabile: può piacere o non piacere.

Quel che sorprende, nelle cronache di oggi, è l’aspra denigrazione della manifestazione, in alcuni casi additata addirittura come atto eversivo. Su certi giornali i toni sono addirittura indignati, come se deputati e senatori del Pdl, i quali in realtà legittimamente protestavano contro quella che denunciano essere la persecuzione giudiziaria nei confronti di Silvio Berlusconi, avessero compiuto un atto violento, incostituzionale, una sorta di marcia su Roma.
È ingiusto chi parla di «bullo collettivo». È sbagliato. Perché è sacrosanto diritto di ogni cittadino (anche e soprattutto se si tratta di un parlamentare) protestare civilmente per le sue idee. Del resto, in un passato non troppo remoto è accaduto che si protestasse davanti a Montecitorio (in certi casi anche con toni accesi e violenti).

Se il diritto alla protesta civile è un Principio fondamentale di libertà, non si vede poi perché mai i tribunali dovrebbero essere immuni da critica: anche i palazzi di giustizia possono essere oggetto di unamanifestazione. Del resto, in un remoto passato accadde che parlamentari del Pci (come Umberto Terracini) protestassero a Milano davanti al tribunale per contestare l’andamento del processo sulla strage di Piazza Fontana. E i radicali, che meno di chiunque altro possono essere accusati di comportamenti anticostituzionali, hanno protestato più volte davanti alla Corte costituzionale per il trattamento riservato a loro referendum.
Tutto il resto è ipocrisia.

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