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Panama Papers: che cos'è lo studio Mossack Fonseca

Lo studio legale Mossack Fonseca, la società con sede a Panama da cui sono usciti tutti leaks che stanno facendo tremare i potenti della terra, è considerato tra le società più affidabili e segrete al mondo, quando si tratta di riciclare enormi quantità di denaro, evitare le sanzioni anti-riciclaggio, eludere i controlli del fisco, far sparire dai radar le liquidità di uomini politici, boss del narcotraffico, dittatori sanguinari, trafficanti d'armi, semplici grandi e piccoli risparmiatori.


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Non è la prima volta che questo studio legale, conosciuto fino a ieri solo dagli addetti ai lavori, rimane coinvolto in scandali, non ultimo quello che ha riguardato in Brasile il colosso petrolifero Petrobras e che ha già costretto uno dei suoi soci, Ramon Fonseca Mora, consigliere della presidenza panamense, a prendersi un anno di aspettativa per difendersi dalle accuse di corruzione.

Fondata nel 1977 da Jurgen Mossack, trasferitosi a Panama da bambino perché il padre era un ex membro di spicco delle famigerate SS tedesche, questo studio di fatto gestisce i tesori dei potenti della terra in cambio di parcelle milionarie, opera in 42 paesi, per lo più paradisi fiscali, e conta 600 dipendenti in tutto il mondo. Secondo il britannico The Guardian è la quarta società più importante al mondo che si occupa di creazione e gestione di società off shore nei paradisi fiscali disseminati ai quattro angoli del pianeta, da Malta a Hong Kong, da Cipro alle Isole Vergini britanniche, dalle Bahamas fino l'Isola di Anguila e alle Seychelles


La sua forza consiste e consisteva (fino all'esplosione del Panama-leaks) nell'estrema riservatezza garantita ai suoi clienti e ai loro prestanome. È per questo che la fuga di notizie - probabilmente dovuta a una gola profonda che aveva lavorato nello studio - rischia di dare un colpo pesantissimo alla sua credibilità e soprattutto alla sua promessa di riservatezza, conditio sine qua non per gestire gli ingenti patrimoni che transitano dai paradisi fiscali.

La risposta stessa fornita da Mossack Fonseca, dopo l'esplosione dello scandalo, è la miglior spiegazione di come siano abituati a operare. Nonostante in un documento contenuto nei Panama Papers lo studio ammetta che «il 95 per cento del nostro lavoro coincide con la vendita di sistemi per evadere le tasse» (in modo, spesso, anche assolutamente legale, grazie alla legislazione panamense) lo studio ha risposto in una nota che collaborerà con le autorità giudiziarie «come abbiamo sempre fatto» e che ha sempre rispettato «in modo rigoroso» le normative antiriciclaggio. La linea, insomma, per evitare un fuggi-fuggi di clienti e attuali e futuri, è quella di evitare qualsivoglia polemica.

Mossack Fonseca assiste i suoi clienti che vogliono spostare il patrimonio a Panamá, gestendo tutti i passaggi necessari, dagli affari d’immigrazione alla creazione di società di comodo fino allo stabilimento dei loro affari. Può farlo, contando anche su un rapporto, organico, con il governo panamense, considerato quasi dai suoi avversari come una dépendance della Mossack Fonseca e delle altre società off-shore presenti sul suo territorio. Un rapporto organico - va detto - e anche di reciproco interesse, considerato che - per fare un esempio - uno dei suoi più importanti soci è consulente e braccio destro del presidente panamense.

Gli avvocati del gruppo sono considerati quasi ambasciatori informali del Paese centramericano, al quale questo studio legale offre in cambio anche servizi di cosiddetta responsabilità sociale nelle comunità vicine ai suoi uffici e finanziamenti alle Ong che danno assistenza alle scuole e alle comunità povere panamensi. Ma sono briciole - utili forse in termini di immagine - rispetto all'enorme massa di movimentazione che Mossack Fonseca garantisce ai suoi facoltosi clienti in cambio di una riservatezza che ora rischia di non esserci più.


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