Padrone? Quale padrone?


Il signore che vedete con me in questa foto, andrebbe tecnicamente definito “Il Mio Padrone”.

Però nessuno lì a casa usa questa parola, “Padrone”.
E visto che nessuno la usa, io non so bene in cosa consista un padrone.
A parte sapere che dovrebbe essere il mio umano “di riferimento”: vale a dire, forse, quello che mi porta a fare pipì (e il resto), e che mi porta al parco e alla rotonda dove tanto mi piace stare di mattina presto per guardare chi passa.

Per fortuna sono tutti, più o meno, umani di riferimento, gli umani della mia famiglia. E a parte quando qualcuno da fuori arriva e pensa di seminare un po’ di conoscenze tecniche su come si fanno i giochi comunicativi con i cani – si insomma, avete capito: quelli che parlano di ordini, di educazione, di tendenze al dominio che i cani che vivono in gruppo avrebbero, anche se il gruppo è fatto di umani; insomma, a parte questi eccentrici saggi che cercano di spiegarci le nostre cose, noi ci dividiamo/contendiamo bene il lavoro e le risorse, a casa: io e gli altri cinque (loro cinque sono umani, giusto per ricordare come siamo messi).

Certo, si litiga di brutto. Ma non ci facciamo male. Io abbaio se non mi fanno salire sul divano (come vi ho raccontato l’altra volta); anche loro abbaiano, il più delle volte tra loro. Meglio così.

Allora, dicevo, io – giuro! – vado contento a far pipì con chiunque di loro mi porti. Al massimo mi limito a chiedere che qualche volta sia più d’uno ad accompagnarmi. Quindi non ho – tecnicamente – un padrone. Nessuno comanda, a Casa Mia!

[Scusate se entro un po' nei dettagli della mia vita; mi hanno detto però che sui blog si fa così, ci si guarda anche allo specchio; spero di non annoiarvi. Ditemelo se vi annoio, vi prego! Nei prossimi giorni vi porterò anche il punto di vista di qualche mio amico, cane]

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