Originali e cattivissime: le storie ciniche di Mr. Maugham

Partiamo da un aggettivo: delizioso. “La gente educata spesso ricorre a questa espressione quando in una donna non sa trovare altre caratteristiche di rilievo, tanto che ormai non suona più come un vero complimento”. Difficile darvi torto.

Ecco, queste tre righe potrebbero spiegare piuttosto bene il divertimento che si trova a leggere queste Storie ciniche di W. Somerset Maugham, da poco pubblicate da Adelphi grazie alla traduzione di Vanni Bianconi.

Undici racconti che – a una scorsa veloce – sembrano intinti nel curaro e plasmati sul calco delle peggiori intenzioni. Vero, ma solo in parte.

In realtà, a leggere i trascorsi dei personaggi che Maugham mette in pagina, è impensabile non provare una certa empatia per quelli descritti come più pietosi e più cattivi.

Da Louise, che accompagna le sue ricorrenti vedovanze con sempre maggiori crescite del patrimonio, a Lady Elizabeth, riscattata da un amore che prevedibilmente la tradirà, i protagonisti di queste Storie fanno dell’imprevedibilità e dell’anticonformismo un brillante scudo dei retaggi vittoriani. La loro originalità sfiora solo il narcisismo e non è quasi mai fine a se stessa.

In questo – a essere sinceri – lo aiuta molto la scrittura di Maugham che non scade mai nel virtuosistico o nell’autoreferenziale. E, con la misura breve del racconto, raggiunge uno dei picchi più alti della sua produzione letteraria.

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