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Omicidio Ceste: così il pm ha chiesto e otterrà 30 anni per Michele

Il pubblico ministero Laura Deodato ha chiesto al giudice una condanna a 30 anni di carcere per Michele Buoninconti, il massimo della pena considerato che il processo si svolge con rito abbreviato.

L’imputato è accusato di omicidio premeditato e occultamento del cadavere della moglie, Elena Ceste, la casalinga di Costigliole d’Asti sparita dalla sua abitazione il 24 gennaio dell’anno scorso e ritrovata senza vita 9 mesi dopo tra le sterpaglie dentro un corso d’acqua a due chilometri di distanza dalla sua abitazione.

La tragedia di Elena

Michele Buoninconti e Elena Ceste nel giorno del loro matrimonio in una foto tratta dalla pagina Facebook 'Michele Buoninconti: innocente fino a prova contraria'.

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I funerali di Elena Ceste a Govone, il paese dei genitori della donna in provincia di Cuneo, 7 febbraio 2015.ANSA/Manuela Macario

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I manifesti fuebri per Elena Ceste a Govone, il paese dei genitori della donna in provincia di Cuneo, 7 febbraio 2015.ANSA/Manuela Macario

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ANSA/ANTONINO DI MARCO

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I carabinieri raggiungono la casa di Motta di Costigliole di Michele Buoninconti, marito di Elena Ceste, uccisa ad Asti, per arrestrae l'uomo reo di aver ucciso la moglie, Torino, 29 Gennaio 2015. I carabinieri, alla presenza dei suoi legali, Chiara Girola e Alberto Masoero, lo hanno prelevato e portato in caserma ad Asti. L'uomo era indagato per omicidio dal 24 ottobre. ANSA/ ANTONINO DI MARCO

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In una combo Elena Ceste e il cane Gandalf.

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Michele Buoninconti, marito di Elena Ceste, in un fermo immagine tratto da Chi l'ha visto. ANSA/

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Gandalf, il cane di Elena Ceste, la donna scomparsa a Costigliole d'Asti nel gennaio del 2014, 19 gennaio 2015.

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ANSA / Manuela Macario

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E' ripreso questa mattina, tra le campagne astigiane, il sopralluogo dei carabinieri lungo il Rio Mersa, il canale di scolo che lo scorso 18 ottobre ha restituito, dopo otto mesi di ricerche, il cadavere di Elena Ceste, Asti, 30 Ottobre 2014. ANSA/ MANUELA MACARIO

La tragedia di Elena

E' ripreso questa mattina, tra le campagne astigiane, il sopralluogo dei carabinieri lungo il Rio Mersa, il canale di scolo che lo scorso 18 ottobre ha restituito, dopo otto mesi di ricerche, il cadavere di Elena Ceste, Asti, 30 Ottobre 2014. ANSA/ MANUELA MACARIO

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Fiori sul luogo del ritrovamento del cadavere di Elena Ceste, Costiglio d'Asti, 25 ottobre 2014. ANSA / Manuela Macario

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Fiori sul luogo del ritrovamento del cadavere di Elena Ceste, Costiglio d'Asti, 25 ottobre 2014. ANSA / Manuela Macario

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Fiori sul luogo del ritrovamento del cadavere di Elena Ceste, Costiglio d'Asti, 25 ottobre 2014. ANSA / Manuela Macario

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Michele Buoninconti, il marito di Elena Ceste iANSA / MANUELA MACARIO

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Elena Ceste in una foto dal suo profilo Facebook

Deodato ha parlato per quattro ore in una requisitoria nella quale ha illustrato quelli che considera “elementi incontrovertibili” contro il vigile del fuoco, raccolti durante “indagini condotte in maniera ineccepibile”, che prima di inchiodare il marito di Elena hanno percorso tutte le potenziali strade alternative per arrivare alla fine dall’unico grande indiziato, che nel frattempo pensava di giocare al gatto col topo con i carabinieri di Asti comandati dal colonnello Fabio Federici.

I quali gli hanno silenziosamente costruito un recinto attorno, per poi fargli terra bruciata fino a incastrarlo. Manca la cosiddetta pistola fumante, in questo caso, del resto difficile se non impossibile da trovare. Ma c’è qualcosa di più consistente che rappresenta la vera forza di questa indagine e, prevediamo, reggerà fino alla fine: la prova logica, che viene costruita fin dalle prime parole del marito subito dopo la scomparsa della moglie.

La prova logica

Lui, che non è presente quando la donna si allontana, dice che è uscita di casa nuda. Ma nessuno si incammina per la campagna senza vestiti il 24 gennaio, se non una persona che non sta bene. Ed ecco che Buoninconti parla della moglie in preda a una sorta di delirio psicotico. Peccato che in casa non vengano trovati medicinali e che il medico di famiglia, che l’ha visitata due giorni prima, parla di uno stato di salute normale.

Facciamo tre passi avanti e corriamo al 18 ottobre scorso, quando il corpo di Elena viene ritrovato nel rio Mersa. Coincidenza vuole che sia nuda, proprio come aveva detto il marito che, ripetiamo, non l’aveva vista uscire.

Gli investigatori non hanno più dubbi: l’ha uccisa dentro casa, cogliendola di sorpresa subito dopo la doccia e soffocandola con un cuscino, poi è andato a seppellire il corpo e a quel punto, puntando ad accreditare l’ipotesi dell’allontanamento volontario, ha detto che Elena è uscita nuda per pararsi il colpo nel caso in cui fosse stata ritrovata.

Su cosa punta la difesa

Non è certo questa la prova che lo inchioda, ma tutto inizia da qui. E finirà qui, perché il castello accusatorio è solido e reggerà gli urti della difesa di Buoninconti, che farà leva sulle celle telefoniche e sulla causa di morte che parla di asfissia come ipotesi finale dopo che sono state escluse tutte le altre possibilità scientifiche.

Qualsiasi cosa succeda, non si tratta di elementi che da soli portano in una direzione opposta, quindi non sono in grado di generare un ragionevole dubbio.

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