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Obama alla nazione: "La libertà è più forte della paura"

Ansa
6 dicembre 2015, Barack Obama parla alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca
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6 dicembre 2015, Barack Obama parla alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca
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6 dicembre 2015, Barack Obama durante il discorso alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca
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6 dicembre 2015, Barack Obama durante il discorso alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca
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6 dicembre 2015, Barack Obama durante il discorso alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca
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6 dicembre 2015, Barack Obama durante il discorso alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca
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6 dicembre 2015, Barack Obama parla alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca v
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6 dicembre 2015, Barack Obama parla alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca
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6 dicembre 2015, Barack Obama parla alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca
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6 dicembre 2015, Barack Obama parla alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca
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6 dicembre 2015, Barack Obama parla alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca
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6 dicembre 2015, Barack Obama parla alla Nazione dal suo ufficio nello Studio Ovale della Casa Bianca
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"Il terrorismo è una minaccia reale, ma vinceremo". In un discorso dallo Studio Ovale della Casa Bianca, Barack Obama ha parlato alla nazione per ribadire che gli Stati Uniti sconfiggeranno il terrorismo "entrato in una nuova fase" e per rassicurare gli americani ancora sotto shock dopo la strage di San Bernardino.

- LEGGI ANCHE: California, la strage di San Bernardino

È la prima volta che Obama sceglie di parlare dallo Studio Ovale in cinque anni, da quando, nel 2010, annunciò la fine delle operazioni di combattimento americane in Iraq. Ed è la terza volta durante gli anni della sua presidenza. E questo, secondo le analisi della stampa Usa, New York Times in testa, è indicativo della gravità della situazione e del peso che il presidente ha voluto dare alle sue parole. In altri momenti salienti della sua vita politica, Obama ha parlato agli americani ma scegliendo contesti diversi. La morte di Osama Bin Laden l'aveva anninciata dalla East Room della Casa Bianca, e la stessa scelta l'aveva fatta per parlare dell'assistenza sanitaria.

Le armi

Tredici minuti in cui il presidente Usa non fa nessun clamoroso annuncio nel cambio di strategia o di politiche per la lotta al terrorismo, ma ribadisce concetti già espressi in passato e rassicura: "Siamo dalla parte giusta della storia. Ricordiamoci che la libertà è più forte della paura". Obama inizia l'atteso discorso partendo da San Bernardino. "È stato un atto di terrorismo, progettato per uccidere persone innocenti, ma finora non abbiamo prove che i killer siano stati diretti da gruppi terroristici all'estero anche se avevano iniziato un percorso di radicalismo", dice. Quindi chiede, per l'ennesima volta, un intervento del Congresso sulle armi da fuoco: "Bisogna rendere più difficile per la gente comprare fucili d'assalto come quelle usate nell'attacco a San Bernardino", a partire dall'approvazione di una legge "che impedisca a chi si trova già sulla lista nera di quanti non possono salire un aereo - perché considerati pericolosi - di comprare armi".

I controlli

Obama spinge anche per le restrizioni al "K-1 non immigrant visa program", il visto concesso a coniugi o fidanzati (come quello ottenuto dalla killer del commando di San Bernardino), "in modo che si possano fare più controlli e accertare che chi viene in America non sia stato nelle zone di guerra". Ma chiede anche al Congresso di autorizzare l'uso continuato della forza militare contro i terroristi "anche se - precisa - non saremo trascinati in una guerra lunga e costosa. Questo è quello che vuole l'Isis", ribadendo ancora una volta che non invierà truppe di terra in Siria e in Iraq. "La strategia di adesso - raid aerei, forze speciali e collaborazione con le truppe locali che lottano per riprendersi il controllo del Paese - è così che raggiungeremo una vittoria più sostenibile".

Gli assassini

Nel denunciare lo Stato islamico "come il culto della morte", Obama ribadisce che "l'Isis non parla per l'Islam. Sono solo dei criminali e degli assassini e rappresentano una parte piccolissima dei musulmani", sottolineando come bisogna impedire a tutti i costi che questa lotta sia definita come una guerra tra l'America e l'Islam. Il presidente ha quindi sottolineato la necessità di respingere le proposte di chi vorrebbe che i musulmani americani fossero trattati diversamente o di chi vorrebbe i test religiosi per le persone che vengono accolte in Usa. E ancora: "Noi crediamo nella dignità umana. Non importa chi sei, da dove vieni, come appari o quale religione pratichi. Tutti sono uguali davanti agli occhi di Dio e davanti agli occhi della legge". Poi ha concluso: "Siamo dalla parte giusta della storia. E dobbiamo ricordare che la libertà è più forte della paura".

Il sondaggio

In un sondaggio diffuso dalla Cnn alle 19 locali (l'una di stamane in Italia), un'ora prima del discorso alla nazione di Barack Obama, per la prima volta emerge che il 53% degli americani vuole l'invio di truppe di terra in Iraq e Siria per combattere Isis (cosa che Obama ha ribadito nuovamente nel suo discorso non accadra' mai durante il suo mandato). Non solo. Ben il 64% disapprova la sua strategia contro lo Stato Islamico ed il 60% boccia 'tout court' la sua risposta alla minaccia terroristica.

Immediate le reazioni negative dell'opposizione. A cominciare da quelle del candidato repubblicano alla prossima presidenza, Donald Trump: "Tutto qui quello che aveva da dire? Abbiamo bisogno di un nuovo presidente, al più presto!"


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