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Alessandra Mussolini: "Il caso Lazio è la morte della destra italiana"

"Lo sa che aria tirava ieri in Parlamento? Noi del PdL, come ha detto il mio collega Renato Farina, eravamo in preda a una sindrome di euforia da disastro, come quei soldati che al fronte partono alla carica pur sapendo che saranno massacrati". Ha la voce affranta al telefono Alessandra Mussolini, deputata del PdL e storica esponente della destra italiana, a partire dal cognome, quello del nonno Benito. Le sue parole trasudano delusione, a tratti sconcerto, parlando con Panorama.it del caos scoppiato nei giorni scorsi in Lazio, dopo le indagini per peculato che hanno coinvolto Franco Fiorito , ex capogruppo del PdL in regione.

Onorevole, ieri per un pelo si è rischiata la scissione tra ex An e ex Pd L...
Vede, stavamo risalendo la china col PdL dato al 20 - 21%. Poi, tutto ad un tratto, ci è arrivata questa tragedia, una vera e propria mazzata, anche se la posizione di Fiorito mi pare indifendibile: va cacciato. Uno spettacolo indecente, specialmente oggi con la gente che non riesce a pagarsi le medicine, mentre altri mangiano ostriche e bevono champagne... Ma il problema sono i burocrati delle regioni che non controllano. Dal punto di vista politico, però, dalla vicenda può anche emergere una strategia che potrebbe portare alla scissione di una componente.

Il matrimonio tra Alleanza Nazionale e Forza Italia è destinato a fallire?
Se si continua ad andare avanti così non è escluso che si ritorni a un'unione tra un partito più simile a quello che era Forza Italia e una componente con un'identità più di destra, un assetto che non mi dispiacerebbe affatto. Anche perché il PdL è cambiato da quando Fini ha deciso di rivoltare tutto, andandosene: è stata, quella di Fini, una frantumazione nella ulteriore frantumazione della destra.

Vede di buon occhio la formazione di nuovo soggetto a destra formato da ex aennini?
Per la verità non mi piace più niente. Oggi è molto complicato essere un politico. C'è un clima di estrema sfiducia nella classe politica, che non si vedeva dai tempi di Mani Pulite e forse peggio: allora gli scandali non coinvolsero tutti i partiti.

Quindi non si candiderà il prossimo anno?
La candidatura non c'entra, il problema è il clima generale che è cambiato. E' tutto sbagliato: la gente ci chiede più trasparenza, dalla gestione dei partiti alla presunta trattativa su Stato e mafia. Ma la politica nicchia.

Polverini ieri ha minacciato le dimissioni. Pensa che durerà?
Renata ha dimostrato un atteggiamento retto e rigoroso, anche se penso che non potrà reggere, soprattutto dal punto di vista emotivo. Ha fatto bene a fare tutti i distinguo e a mettere i puntini sulle i, ma lo scandalo è talmente grosso che alla fine rischia di coinvolgere tutti.

Quale futuro per la destra, nel Lazio e in Italia?
La destra italiana viaggia un po' sparsa: oggi gran parte è nel PdL, Fini non è più neanche di destra... La verità è che gli esponenti di spicco invece di unire le anime della destra si ritrovano sempre gli uni contro gli altri, e nessuno si fida più dell'altro. Siamo ormai una famiglia spaccata, come in casa socialista, dove neanche i due figli (Stefania e Bobo Craxi, ndr) stanno più assieme.

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