Agnès Varda
ANSA/ADAM BERRY

È morta la regista Agnès Varda, decana del cinema francese

A 90 anni è morta la decana del cinema francese, Agnès Varda, regista belga trasferitasi a Parigi, amica di Alain Resnais, pioniera della Nouvelle Vague. Capelli immancabilmente a caschetto bicolore, vitalità briosa che non l'ha mai mollata neanche con il peso degli anni sempre più sonante, sguardo pulito e franco sul cinema e sul mondo contemporaneo, pronto continuamente a rinnovarsi e a buttarsi in nuove esperienze.

Recentemente l'abbiamo vista con tutta la sua curiosità intatta nel documentario Visages villages (2018), realizzato insieme all'artista francese JR in una sorta di road movie artistico. E questo non è certo il suo ultimo lavoro perché Agnès, infaticabile, al festival di Berlino, a febbraio, aveva presentato Varda par Agnès - Causerie, una sorta di testamento: il doc di una narratrice affascinante, che fa luce sulla sua esperienza come regista, portando una visione personale di ciò che lei chiamava "cine-scrittura". 

Nata a Ixelles, un comune alle porte di Bruxelles, nel 1928, Agnès Varda è stata sempre in prima fila sul tema femminile, in un ambiente eppure molto maschile. Anche all'ultimo Festival Cannes, quello della marcia del #metoo, lei non mancava, lì, con la sua energia intatta e gli occhi fieri.

Nel 2018 ha ricevuto l'Oscar alla carriera, nel 2015 ha vinto la Palma d'oro onoraria al Festival di Cannes. La Mostra del cinema di Venezia l'aveva incoronata nel 1985, con il Leone d'oro al miglior film per Senza tetto né leggecon una giovane Sandrine Bonnaire

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