Mondo Marcio: Ho fatto tanti errori, ma non ne cancellerei nessuno

Lo ammetto, prima di quest’intervista lo conoscevo solo superficialmente, conoscevo le sue Hits e chi fosse, ma non avevo scavato nella sua discografia. Beh so rimediare ai miei errori, e anche se lui si giustifica con un: “Non ti preoccupare non sono mica Bono“, io sono corsa ai ripari:

Sa farsi ascoltare, è presente quando si parla del suo lavoro, ed è spesso incazzato, ma ora ci spiega il perché. Ecco a voi Mondo Marcio, e sì, nello scambio di mail per quest’intervista io l’ho sempre chiamato Marcio. (Mondo mi sembrava troppo confidenziale).

“Non tutto il male viene per nuocere” si può dire leggendo la tua biografia. C’è qualcosa che non rifaresti se potessi tornare indietro?

Ho fatto tanti errori, ma non ne cancellerei nessuno. Preferisco aver sbagliato ed avere imparato qualcosa sulla mia pelle piuttosto che aver seguito le impronte di qualcun altro. Orgoglio, testardaggine? Chissà da cosa dipende. Comunque sono felice così.

Tu sei stato un rapper prodigio, la tua carriera è iniziata prestissimo. Il fatto di aver avuto subito a che fare con “gente adulta” pensi ti abbia tolto qualcosa nella vita?

In realtà l’unico prodigio che ho fatto è stato quello di lavorare duro dall’inizio, anche se non mi è mai pesato così tanto, dato che è la mia prima passione. Ho messo il mio lavoro prima di qualsiasi cosa, salute e amore compresi, il resto è stata una piacevole conseguenza. Per gente adulta cosa intendi? Il mondo del lavoro è pieno di bambinoni e di incompetenti, sono felice di essermi fatto le ossa da subito.

Quando hai cominciato a vedere il rap non più come sfogo, ma anche come un lavoro, una passione con cui poter vivere?

Da subito. E’ cambiato il modo di scrivere, cambiando io e cambiando le cose che vedevo scorrermi davanti, ma la mia attitudine non è mai stata per hobby.

Bisogna per forza essere incazzati per fare del buon rap?

(Ride) No, ma in Italia se t’incazzi sembri più Eminem e quindi vendi di più. Scherzi a parte, ognuno ha il suo modo di parlare, nel mio caso di rappare a chi mi ascolta. Il mio “modo” è sempre stato personale e, personalmente ho sempre avuto parecchio per cui incazzarmi!

Non ti sei mai tirato indietro nei dissing, elemento che trovo onorevole e divertente visto da spettatrice, sfidarsi con le rime e con la musica, mettere in mostra il proprio talento per difendersi o attaccare facendo leva sulla dialettica. Avendone fatto uso, come lo vivi questo modo di discutere?

All’inizio lo evitavo, poi l’ho preso come una prova di stile. Nella maggior parte dei casi è così. Molti lo usano per farsi promozione, lo trovo davvero triste. Quando sono uscito non ho dovuto nominare un J-AX o un Caparezza per attirare l’attenzione, mentre molti piccoli rapper lo hanno fatto con me. Contenti loro…

Hai sfiorato il disco di platino con “Solo un uomo”, ti sono girate un po’ le palle eh?

Ti devo deludere, mi hanno detto che a oggi ho venduto più di 130.000 copie, al che ho detto “wow”. Sarebbe circa un doppio platino con i numeri di oggi. Alla fine sono arrivato a pensare che i premi sono importanti, ma comunque relativi, lo stesso disco d’oro che ho ricevuto con “Solo Un Uomo” non lo paragonerei a un disco d’oro di anche solo 10-15 anni prima, quando dovevi vendere 5 volte tanto per ottenerlo. Penso che ciò che conti davvero sia quanto resti nel cuore delle persone. Suona come una frase di un film da due soldi, ma ci credo davvero.

Chi stimi professionalmente nel panorama HipHop e Rap italiano? E chi ritieni un grande professionista anche se magari non lo stimi come persona?

La seconda domanda è un po’ rischiosa quindi non ti rispondo, ma apprezzo la tecnica (ride) . Mi piace molto Bassi Maestro, per me è un punto di riferimento per come si è rapportato con la scena e con lo showbusiness negli anni. E’ sempre rimasto lo stesso, ha sempre continuato a credere nelle stesse cose. Lo stimo come persona e come musicista. J-AX è un altro artista per cui ho molto rispetto, 30anni circa di carriera dovrebbero essere il manuale d’istruzioni di questo mestiere per molti dei miei colleghi.

Quanto interagisci sui socialnetwork con chi ti segue e anche con chi non ti apprezza?

Su Twitter leggo tutti e rispondo a tutti. Soprattutto a chi mi critica. Facebook è un po’ il nuovo sito degli artisti, quindi lo tratto come tale. I social, come l’onda tecnologica di questi anni, mi piacciono e mi demoralizzano a seconda dei momenti. Tutto bello e divertente e interattivo per carità, ma se guardo da qui a cinquant’anni continuando così, non posso non immaginarci tutti come una generazione di ciccioni depressi che pratica cybersex e non ha né amici né interessi se non quello di leggere i cazzi altrui. Questa è la versione “alla Mondo Marcio” chiaramente.

Sei uscito con un nuovo progetto da poco, la Mondo Records, un bel rischio, un passo importante. Cos’hai intenzione di creare con la tua etichetta?

In realtà la MR esiste nel suo piccolo da circa 3 anni, ho prodotto 4 album sotto la mia label, tra cui quello di Michelle Lily, la prima artista che ho firmato e personalmente prodotto, e il quinto sarà “Cose Dell’Altro Mondo”, il mio nuovo album ufficiale in uscita dopo l’estate.

La mission della Mondo Records è creare musica che duri, lavorare con artisti che durino nel tempo e produrre la musica che amiamo fare prima di tutto. Oggi tutti hanno una label, tutti si fanno un logo e tramite studi comuni o affittati si vantano di avere questa o quella famosa etichetta. La Mondo Records ha il suo team di producer, i suoi studi, il suo artista di riferimento. Siamo sulla buona strada per fare un ottimo lavoro.

Cos’è per te il tuo nuovo singolo “Fight Rap”?

“Fight Rap” è un opera d’arte prima di tutto. Va ascoltato per le emozioni che suscita. La musica che sto sentendo di questi tempi si riassume in due parole: tutta uguale. Tutti fanno i ritornelli con l’autotune, parlano delle stesse cose, rappano sulle stesse basi. Volevo dare un’idea di come dovrebbe essere il rap, senza volere insegnare niente a nessuno, ci mancherebbe. Ma trovo in tutta onestà che il livello del rap italiano, pur essendo diventato davvero mainstream, sia sceso in basso in quanto ad album e ad artisti che abbiano qualcosa da dire. “Fight Rap” vuole riportare il genere all’essenza. Il rap è musica da battaglia, è musica di protesta, qualcosa che ascolti per MOTIVARTI e per trovare lo spirito giusto per dare un cambiamento alla tua vita, non qualcosa che ascolti mentre chatti su Facebook.

Cosa ne pensi, da rapper che ha fatto pezzi remixati anche per i clubs, delle donne dj in consolle? E fra le 10 finaliste di SheCanDj.it chi sceglieresti?

Viva le donne e viva le Donne-Dj. Corro ad ascoltarle tutte e dieci. La musica è la cosa più democratica che abbiamo, sarebbe un peccato relegarla a un sesso solo. Quindi la prossima intervista me la fai TU in freestyle ?

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