Mobilità, viaggio sulle strade connesse del futuro

da Tokyo

Già al primo impatto, la sensazione è quella di essere finiti su una versione automobilistica di Facebook, una sua variante accesa non su un telefono ma a bordo di quattro ruote. Con la strada che ci scorre davanti al posto del solito flusso sulla bacheca e, come amici provvisori, gli occupanti dei veicoli che s’incontrano lungo il tragitto. Nessuno pubblica video o articoli, ma all’occorrenza segnala manifestazioni, lavori in corso, qualsiasi anomalia nei dintorni che possa indurre a cambiare percorso; una notifica avvisa di una vettura in arrivo a un incrocio, così si può rallentare per tempo; ci sono i «mi piace», quelli sì, ma anziché ad apprezzare foto o riflessioni sagaci di altri utenti, servono a ringraziare chi ci ha appena dato la precedenza.

L'asfalto connesso e i suoi abitanti

Tokyo Motor Show
L’immagine mostra una città del futuro (nella simulazione è Tokyo) vista da un’automobile capace di connettersi alle altre vetture nei paraggi.

L'asfalto connesso e i suoi abitanti

Tokyo Motor Show
Per esempio, sul display sul cruscotto o proiettato sul vetro, arriva il «grazie» di un altro automobilista a cui abbiamo lasciato la corsia libera.

L'asfalto connesso e i suoi abitanti

Tokyo Motor Show
Ogni macchina integra una sim card per accedere a internet, mentre il Gps ne segue costantemente la posizione. Tutte sono collegate alla medesima piattaforma, dentro la quale interagiscono con chi si trova nella stessa area.

L'asfalto connesso e i suoi abitanti

Tokyo Motor Show
Il rendering sopra immagina la popolazione delle strade di domani: due ruote con il passeggero chiuso in un abitacolo (a destra), quattro ruote di dimensioni standard, sportive e non (a sinistra), altre più grandi (al centro) dedicate al «ride sharing»: alla condivisione dei percorsi tra sconosciuti tramite applicazioni come Uber.

L'asfalto connesso e i suoi abitanti

Tokyo Motor Show
Un dubbio legittimo è se un sistema del genere possa finire per distrarre chi siede al volante. Oltre a essere pensato per ridurre i pericoli anziché crearne di inediti, sarà a regime quando le auto integreranno procedure di guida autonoma. Capaci, come minimo, di frenare al nostro posto se avremo cali d’attenzione.

L'asfalto connesso e i suoi abitanti

Honda
«Ai-Miimo» di Honda può giocare a pallone con i bambini in giardino, annunciare e scortare fino alla porta ospiti in arrivo, aiutare gli anziani ad attraversare la strada.

L'asfalto connesso e i suoi abitanti

Toyota
«Concept-i Walk» di Toyota marcia fino a 20 chilometri e senza cavalli. L’intelligenza artificiale rileva gli ostacoli, così chi guida può distrarsi con il paesaggio.

L'asfalto connesso e i suoi abitanti

Honda
«RoboCas» è un chiosco mobile, dotato di un motore elettrico utile per vendere dappertutto cibo (può ospitare un frigorifero) o altri oggetti racchiusi al suo interno.

Chiacchiere tra vetture

Non siamo davvero al volante, abbiamo in testa un casco per la realtà virtuale che ci sta proiettando in questa visione d’asfalto evoluto. Nella simulazione di una caratteristica di serie nei prossimi anni: la connettività tra i singoli veicoli, la loro capacità d’interagire reciprocamente in modo utile mutuando dinamiche tipiche dei social network.

Nuove e vecchie maniere

A dimostrare il potenziale del meccanismo ai suoi quasi 800 mila visitatori, ha provveduto l’ultima edizione del Tokyo Motor Show, tra le più longeve e quotate manifestazioni globali dedicate alla galassia dei motori. Un universo in mutazione, che sta smantellando le sue prassi tradizionali per addentrarsi nella mobilità del futuro. Ecco dunque quest’efficace immersione nelle strade connesse. Incapace però di soddisfare una piccola, umanissima curiosità, una domanda alla quale i giapponesi, visto il loro proverbiale aplomb, hanno preferito non rispondere: oltre a ringraziare gli automobilisti gentili, ci sarà un impulso digitale per mandare a quel paese i cafoni?

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