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Missili cinesi sull’isola contesa nel Mar della Cina meridionale

Colpo di mano della Cina: il governo di Pechino ha infatti installato varie rampe di lancio di missili terra aria sulla Woody Island (Yongxing), nel mar cinese meridionale.

Rotte di navigazione, gas e petrolio
La faccenda è grave e rischia di alzare ulteriormente la tensione in quest’area dove si intrecciano dispute territoriali complesse, perché la zona è vitale per le rotte del trasporto marittimo e dove si trovano importanti giacimenti di petrolio e gas.

Le dispute territoriali sull’area coinvolgono oltre alla Cina, Taiwan, la Malesia, il Vietnam, il Brunei e le Filippine e interessano ovviamente gli Stati Uniti.

Un'immagine distribuita dalle Forze armate filippine il 18 febbraio 2015 nel quale vengono riprese le attività di costruzione su Mabini (Johnson) Reef nell'arcipelago conteso delle Spratly Islands, nel Mar della Cina meridionale. Il !7 febbraio la Cina ha installato batterie di missili terra aria sulla Woody Island, nelle Paracel, altro gruppo di isole contese da vari paesi dell'area del South China SeaEPA/ARMED FORCES OF THE PHILIPPINES

Vietnam, Taiwan (e Cina)
In particolare, l’isola dei missili -su cui è stato installato anche un sistema radar- è nota con il nome cinese di Yongxing (oltre che Woody Island) e si trova nell’arcipelago delle Paracel. L’isola è rivendicata anche da Vietnam e Taiwan.

Il summit Ansean-Usa turbato dalla notizia
La notizia è emersa durante il summit tra Usa e Paesi dell’Asean di Sunnylands, in California -al quale ha partecipato anche il presidente Barack Obama- il cui articolato documento finale, pur precisando la libertà di navigazione e la soluzione pacifica delle controversie, non ha fatto menzione esplicita di Cina o Mar Cinese meridionale a causa delle diverse valutazioni e rivendicazioni che i paesi partecipanti hanno su quest’area vitale. 

Gittata di 200 km
Secondo Fox News, che per prima ha diffuso la notizia delle rampe, rilevate da ImageSat International , i funzionari Usa hanno confermato l’accuratezza delle immagini e identificato i missili terra-aria nei sistemi HQ-9, che hanno una gittata di circa 200 chilometri e quindi potenziale minaccia per qualsiasi aereo civile o militare in volo nelle vicinanze. 

A Taiwan, il ministero della Difesa ha confermato la mossa dei militari di Pechino precisando, in una nota, che Tapei “guarda da vicino gli sviluppi” mettendo in guardia le parti coinvolte, senza mai nominare la Cina, dal prendere “qualsiasi azione unilaterale” che possa far salire le tensioni a danno della pace e della stabilità della regione.

Alta tensione, sempre
La tensione nei mari che bagnano la Cina è costantemente alta: il mese scorso, un cacciatorpediniere Usa era entrato all’interno delle acque territoriali di alcune isole rivendicate da Pechino: è stata la seconda incursione in circa tre mesi in un’area rivendicata dalla Cina. Il gesto, che Washington giustificò come un’operazione per riaffermare la libertà di navigazione nel Mare Cinese Meridionale, era stato definito da Pechino “pericoloso e irresponsabile” e una “deliberata provocazione” degli Stati Uniti.

[Fonti: Agi, The Guardian]


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