Miranda, come Tarzan, vive su una pianta e salva la Tasmania

Ha trascorso 449 giorni consecutivi su un albero. Un anno e tre mesi senza mai scendere a terra. Ma alla fine ha vinto la sua battaglia: grazie alla caparbietà di Miranda Gibson la lussureggiante foresta della Tasmania è salva. L’area di vegetzione protetta dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, infatti, verrà estesa di altri 170mila ettari.

Sono sei anni che Miranda Gibson si batte per protezione del paradiso naturale australiano, che proprio per questa ragione oggi conosce meglio delle sue tasche. Ha lanciato appelli, ha fatto circolare petizioni, ha scritto articoli di giornale, ma la sfida più estrema rimarrà per sempre l’aver vissuto per quindici mesi scarsi su quello che la giovane attivista ha battezzato come “l’albero osservatore ”, un eucalipto gigante di circa 400 anni, che l’ha ospitata con pazienza su una piccola piattaforma posizionata a circa sessanta metri da terra.

Miranda ha ammesso nel dicembre del 2011, quando le venne l'idea di trasferirsi sul suo eucalipto preferito, non pensava ci sarebbe rimasta così a lungo. O meglio, pur avendo dichiarato che non ne sarebbe scesa fino a quando le aree protette della foresta della Tasmania non sarebbero state ampliate, e pur consapevole che avrebbero potuto aspettare anni per ottenere qualche risultato, non credeva sarebbe riuscita a resistere così a lungo. E invece ce l’ha fatta.

Oggi racconta col sorriso che la memoria di questa incredibile avventura rimarrà impressa nella sua mente per sempre. E lo stesso varrà per i momenti di profonda riflessione e ispirazione che ha vissuto sul “suo” eucalipto e per le sensazioni di tristezza, sconforto e solitudine che di tanto in tanto l’hanno fatta vacillare. Il più grande insegnamento che ha tratto da questa avventura, però, è un altro: la convinzione che anche l’azione isolata di uno sconosciuto possa riuscire a cambiare quello che nel mondo non funziona.

Per evitare di finire con l’immaginare che Miranda Gibson abbia trascorso 449 giorni assorta nella più assoluta meditazione tra le fronde di eucalipto secolare, è bene precisare che questa ragazza è salita sulla sua piattaforma adeguatamente equipaggiata: pannelli solari per riscaldarsi e rifornirsi dell’energia di cui avrebbe avuto bisogno per vivere, provviste, e un computer portatile con cui rimanere in contatto con l'esterno e documentare “dal vivo” la distruzione della foresta che tanto ama. Una strategia che si è rivelata efficace: il mondo ha cominciato a parlare di lei, al punto da indurre il governo australiano a candidare, lo scorso febbraio, un’altra porzione della Tasmania come Patrimonio dell’Umanità da tutelare. Una proposta che l’Unesco è stata ben lieta di accogliere, e da oggi l’albero osservatore e i 170mila ettari di rigogliosa foresta che lo circondano sono liberi di continuare a crescere per molti altri secoli.  

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