Le miniere dell'India

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Sono milioni. Hanno tra i 6 e i 14 anni. E sono cresciuti trascorrendo le loro giornate nelle miniere di carbone della Cina e dell’India. Nell’attesa che l’estrema fatica o un incidente imprevisto tolgano loro la vita.


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E’ una quotidianità triste quella che scandisce le giornate dei minatori bambini d’Oriente. Ogni giorno sono migliaia i ragazzini che si calano da lunghissime e poco stabili scale di bambù per raggiungere il riparo pieno di fango da cui possono ricominciare a scavare.


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Indossano una maglietta a maniche corte, dei pantaloni che ricordano quelli di un comodo pigiama, scarpe basse o stivaletti. Mettono un po’ di tessuto nelle orecchie per proteggersi dai rumori. Al posto dei guanti usano uno straccio. Nessun elmetto per riparare il capo.


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Rischiano la vita ogni giorno. Ne sono consapevoli, ma non cambiano lavoro. O meglio, non possono farlo. Non hanno alternative. Le famiglie non possono permettersi di mandarli a scuola e nessuno ha voluto assumerli come camerieri, commessi, operai o braccianti.


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In India, purtroppo, i bambini sono impiegati in quasi tutti i settori produttivi. Nonostante la legge vieti categoricamente di assumere chi ha tra i 6 e i 14 anni, l’Unicef ritiene che siano almeno 28 milioni i lavoratori junior del Subcontinente. E tra questi ci sarebbero almeno 70mila piccoli minatori.


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Ci sono ragazzini che iniziano a lavorare in miniera nel giorno del loro quinto compleanno. Hanno tutti alle spalle una realtà di degrado totale, cui sanno di non poter sfuggire. Nessuno è disposto ad aiutarli, e se vogliono anche solo sfamarsi devono cercarsi un lavoro. C’è persino chi ammette di sentirsi “più sereno” quando qualche compagno a fine giornata non riemerge più dalla cava, perché quando capiterà a loro, potranno finalmente smettere di confrontarsi quotidianamente con un destino tanto sfortunato.


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I minatori junior non esistono solo in India, ma anche in molti altri paesi, tra cui si distingue la Cina, e non certo per le condizioni di lavoro a cui li costringe a lavorare.


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Nella Repubblica popolare la produttività delle miniere di carbone è considerata fondamentale per riuscire a soddisfare la sete energetica della nazione. Al punto che spesso chi gestisce le miniere assume, anche con l’inganno, minatori giovanissimi per poter contare su forza lavoro “flessibile e di piccola taglia” in grado di raggiungere angoli che gli adulti non raggiungerebbero mai. 


Ogni giorno migliaia di ragazzini si calano nelle cave del Subcontinente per estrarre carbone o altri minerali. Indossando magliette a maniche corte, pantaloni larghi e sdruciti, scarpe basse o stivaletti. Si proteggono le orecchie con un po' di tessuto, e usano stracci al posto dei guanti.

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