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Milano: ma Balzani non ha ancora detto no a Sala

Francesca Balzani, il vicensidaco di Milano sconfitta alle primarie da Beppe Sala, non guiderà la lista di sinistra che dovrebbe nascere a sostegno di Mr Expo. Non si candiderà, ha detto in un'intervista al Corsera, per evitare di personalizzare il negoziato politico in corso tra le varie anime del centrosinistra milanese, nonostante le preghiere di Giuliano Pisapia, il suo principale sponsor, e di tutto il Partito democratico.  

Come interpretare questa mossa, per certi versi, inattesa? Quali effetti politici potrebbe produrre la sua decisione di fare un passo indietro? A leggere le risposte date dal vicesindaco al quotidiano di Via Solferino verrebbe da pensare che si tratta di una mossa tattica, volta a far pesare di più l'anima arancione  in un'eventuale coalizione a sostegno di Sala. Un modo, insomma, non di sfilarsi dalla coalizione ma di obbligare Mr Expo  a tener in dovuto conto  quei 20 mila elettori che l'hanno votata alle primarie e, ancor di più, di quelle decine di migliaia di persone che nel 2011 avevano votato Pisapia e che oggi sono tentate dall'ipotesi astensionista oppure dalla candidatura alternativa.

In sostanza, un tentativo per condizionare Sala, per obbligarlo a scendere a patti (politici) con l'anima di sinistra che non lo ha votato alle primarie, in vista della formazione delle liste e della composizione della giunta. L'operazione politica di Balzani - rifiutando di fare da foglia di fico della sinistra milanese pro-Sala - è tutta qui: parafrasando Lenin, un passo indietro (non candidarsi) per farne due avanti (pesare politicamente di più). 

Non una porta in faccia a Sala, dunque, ma un tentativo per stanarlo. «Non dare la mia disponibilità per il capolista non significa che non si debba fare la lista. Anzi. È imprescindibile. Mi auguro che si individui un capolista giovane. Gli elettori di Sel e dei Verdi potranno riconoscersi in questa compagine se risponde al progetto su cui ci eravamo impegnati» ha detto Balzani garantendo il suo impegno a sostegno dell'ex Ad. Il guaio per Sala, che ha molto insistito affinché il gruppo dirigente milanese di Sel (che dovrebbe partecipare alla nascitura lista di sinistra) rispetti il «patto di lealtà» siglato con le primarie, è che - per vincere contro il candidato tutt'altro che debole del centrodestra, Stefano Parisi - avrà bisogno del voto e della partecipazione di tutti gli elettori di sinistra che non si sono riconosciuti nella sua candidatura. Non dovrà, Mr Expo, sottovalutare il significato politico della mossa di Balzani.

C'è poi, per il Pd milanese e per Sala, l'incognita della candidatura alternativa a sindaco che nascerebbe in diretta competizione con Sala, almeno al primo turno. Un'ipotesi cui stanno lavorando, da settimane, civatiani, sinistre diffuse e un pezzo dissidente di Sel, il partito da cui proviene il sindaco Pisapia. I nomi che sono circolati sono quelli di Curzio Maltese e Gherardo Colombo. Nomi forti, soprattutto quest'ultimo, che potrebbero sottrarre voti importanti a Sala. Balzani non ne sarebbe stupita: «Non è un colpo di scena. Lo si sapeva fino dallo scorso anno che alcune forze si sarebbero organizzate su una candidatura diversa».  Ma si guarda bene dal dire che sosterrà questa candidatura alternativa. Anzi, garantisce che si impegnerà a sostegno di Sala, pur non candidandosi come capolista. Una conferma in più del carattere tattico della sua rinuncia a fare da capolista. Tocca ora a Mr Expo fare la prossima mossa, per non costringere la sinistra non-Pd milanese con le spalle al muro.

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