Expo 1906: Quando Milano accolse il mondo

Mondadori Portfolio

Illustrazione tridimensionale dell'area espositiva del 1906. Si tratta del dettaglio degli edifici all'interno del Parco Sempione, tra Arena e Castello Sforzesco.


Raccolta delle stampe "Achille Bertarelli" - Castello Sforzesco - Milano

Dalla guida originale dell' Esposizione la visione aerea di insieme delle 2 macroaree della manifestazione: a destra, l'area dell' ex "Piazza D'Armi", collegata all'area del Sempione da una linea ferroviaria sopraelevata evidenziata in arancione.


Raccolta delle stampe "Achille Bertarelli" - Castello Sforzesco - Milano

Biglietto d' ingresso alle mostre. Tipicamente Liberty l'illustrazione dell'Italia turrita all'uscita della galleria del Sempione, recante le due parole latine "ars" e "labor", tipiche parole d'ordine del positivismo progressista nel periodo a cavallo tra i secoli XIX e XX.


Archivio Fondazione Fiera Milano

L'ingresso principale dell' Esposizione al Parco Sempione. Le due arcate d'ingresso riproducevano fedelmente l'interno della galleria del Sempione durante i lavori di scavo. Dentro le gallerie erano riprodotte scene di lavoro con manichini in abiti originali, così come originali erano i materiali di scavo, tarasportati a Milano direttamente dal cantiere del Sempione.


Raccolta delle stampe "Achille Bertarelli" - Castello Sforzesco - Milano

Pianta bidimensionale del Parco Sempione, con edifici in rilievo tridimensionale. L'unico edificio attualmente esistente è l'Acquario Civico, situato nella pianta poco più in basso rispetto all'Arena. La vita dell'edificio, progettato dall'architetto Sebastiano Locati, fu rocambolesca. La notte tra il 13 e il 14 agosto 1943 una bomba lo centrò infilandosi dal tetto. Le vasche esplosero e crollò la galleria interna, originariamente decorata con scogli marini. L'Acquario riaprirà soltanto 20 anni dopo, nel 1963.


Archivio Fotografico Fiera Milano

Gruppo scultoreo all'ingresso dell'Esposizione raffigurante un operaio minatore durante i lavori di scavo della galleria del Sempione.


Il corteo Reale per le vie di Milano il giorno dell'inaugurazione, il 28 aprile 1906. La cerimonia di inaugurazione presso la mostra sarà introdotta dal discorso del sindaco di Milano Ettore Ponti e del Senatore Mangili, membro del comitato organizzatore. Il sovrano, Vittorio Emanuele III, siede accanto alla moglie e al Cardinal Ferrari. Si notano le assenze dei senatori socialisti Cabrini e Turati, che disertarono la cerimonia in segno di protesta contro l'esposizione "del capitalismo".


Archivio Storico Fondazione Fiera Milano

Area dell' ex "Piazza d'Armi", dove erano concentrati i padiglioni tematici sulle tecnologie e i trasporti. Nella foto, il padiglione del lavoro dove erano esposte le più avanzate macchine per automazione dei processi produttivi (macchine da stampa, tornii, macchine per pasta ecc.)


Archivio Storico Fondazione Fiera Milano

L' ingresso dell'Esposizione dalla parte dell' area dell'ex Fiera Campionaria di Milano. Una fuga di colonne conduce all' ingresso situato all'incirca sull'odierna piazza Giulio Cesare.


La ferrovia sopraelevata che collegava le due aree espositive del Sempione e dell' ex Fiera. Primordiale esempio di metropolitana leggera, si trattava di un sistema a doppio binario, con binari unici alle due stazioni e senza fermate intermedie. Al Parco la ferrovia viaggiava a livello del terreno, mentre sopra le vie attraversate correva lungo una linea rialzata in legno, con un ponte in ferro per l'attraversamento delle linee dello "smistamento", le attuali Trenord. Il materiale rotabile era costituito da gruppi di 4 vetture con motrici OM. Ogni treno trasportava più di 200 passeggeri e copriva la tratta di 1,3 km. in 3 minuti, alla massima velocità di esercizio di 40 km/h.

Al termine della manifestazione fu smantellata e in parte il materiale fu utilizzato per la tranvia Pallanza-Fondotoce, che rimase in esercizio fino al 1946.

Nella foto a sinistra: un convoglio lungo la linea sopraelevata in legno. A destra, vettura in uscita dal deposito, situato nella vicina via Mario Pagano.


Archivio Storico Fondazione Fiera Milano

Veduta del padiglione dell'Agraria. All'interno, una vasta esposizione di prodotti agricoli italiani , il reparto dei bottai . Poi le macchine agricole, gli aratri, le fienatrici meccaniche di produzione nazionale ma anche svizzera, ungherese e tedesca.


Mondadori Portfolio, Archivio Storico Fondazione Fiera Milano

All'interno dell'area del Sempione erano concentrati, accanto a quelli dei paesi ospiti, i padiglioni delle belle arti. Nella foto, l'imponente padiglione dell' Arte Decorativa Francese e accanto quello delle Nuove Arti decorative, un tipico esempio di Liberty in stile "Secessione".


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Un padiglione italiano, anzi regionale. Costruito in modo da ricordare la prua di una moderna nave, conteneva l'esposizione dei cantieri genovesi di Sampierdarena.


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Ancora un padiglione italiano, sempre a tema marittimo, richiamato dalla forma di faro della torre. Si trovava nell'area dedicata ai trasporti della ex Piazza d'Armi. All'interno la mostra della Regia Marina con modelli di corazzate, cannoni, cordame e strumenti di misura. Alla sezione italiana si affiancavano le sezioni della Kriegsmarine tedesca, della Krupp e della Marina Francese.


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Interno della sala espositiva della Regia Marina nel padiglione dei traspori marittimi.


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Fianco a fianco, i padiglioni dei futuri nemici. I padiglioni di Austria e Germania. Soprattutto i due paesi portarono a Milano il loro know how tecnologico nel campo dei trasporti ferroviari (locomotori e vetture tranviarie). 


Volo di palloni nell'area espositiva della Piazza d'Armi. Quello aeronautico fu uno dei settori di maggior successo di tutta l'esposizione. 


Nel padiglione aerostatico, oltre alle dimostrazioni di volo di palloni e dirigibili, esisteva anche un servizio pubblico. Era infatti possibile la salita con pallone frenato per provare l'ebbrezza del volo e godere del panorama sulla mostra da altitudini elevate.


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Padiglione degli Italiani all'Estero. Sede della Società Geografica Nazionale e dell'Associazione per l'Assistenza delle Opere all'Estero.


Cartolina illustrata con la facciata dell'attuale Acquario Civico (oggi Stazione Idrobiologica). La struttura era parte integrante di un nucleo espositivo più ampio, dedicato alla piscicoltura.


Raccolta delle stampe "Achille Bertarelli" - Castello Sforzesco - Milano

Cartoncino d'invito alla "Tea Room Charitas", presso il padiglione dell "Arte Decorativa". Frequentato dalle "signore milanesi" della borghesia industriale e professionale cittadina.


Raccolta delle stampe "Achille Bertarelli" - Castello Sforzesco - Milano

Il "Sole del Progresso" sorge su Milano. In questa cartolina celebrativa Meneghino, principale maschera della città, tiene il mondo in mano indicando l'alba da una guglia del Duomo, affacciato sulle aree dell'Esposizione del 1906.


L'Esposizione del 1906 era caratterizzata anche da una zona dedicata alle attrazioni e ai divertimenti. Nella foto, una primordiale giostra detta "l'aeroplano". Con un movimento elettromeccanico sollevava da terra una serie di navicelle ancorate ad un traliccio centrale in ferro.


L'attrazione nella foto è in realtà un'eredità della precedente edizione dell' Esposizione di Milano, più ridotta rispetto a quella del Sempione, svoltasi nel 1894. Si tratta di un'arcaico sistema funiviario progettato da quell' ingegner Ceretti che sarà negli anni a venire uno dei maggiori costruttori di impianti a fune del mondo dopo la fondazione a Milano della sua società, la "Ceretti & Tanfani".


Tra schizzi e schiuma una vetturetta del "Tobogga" plana sul laghetto artificiale sottostante la struttura, una rampa in legno servita da un argano di recupero.


Raccolta delle stampe "Achille Bertarelli" - Castello Sforzesco - Milano

Menu originale dalla cena di gala offerta dal Comitato organizzativo milanese. Rigorosamente in francese, lingua delle élite dell'epoca, è sponsorizzata da un produttore di champagne.


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Il principale punto di ristoro dell'Esposizione, all'uscita della ferrovia di collegamento. In un'unica struttura multidecorata, una buvette, una brasserie e una "birraria".


Raccolta delle stampe "Achille Bertarelli" - Castello Sforzesco - Milano

Anche la ricettività alberghiera ebbe un grande incremento per l'occasione. Furono costruiti diversi complessi alberghieri in grado di ospitare la massa dei visitatori che giunsero a Milano nei 7 mesi di durata dell'Esposizione. Nella foto, la descrizione del complesso alberghiero dell' Impresa Alloggi "Il Riposo", situato ai bordi della vecchia Fiera di Milano tra piazza Sei Febbraio e via Ippolito Nievo.


Raccolta delle stampe "Achille Bertarelli" - Castello Sforzesco - Milano

Altra "meraviglia delle meraviglie" presente all'Esposizione del 1906: si tratta del cosiddetto "Ristorante Meccanico", praticamente un enorme ibrido tra un self-service e un distributore automatico, senza ausilio di alcun personale.

Il "fast food" si affacciava alla città degli affari: come si può intuire dallo slogan nel manifesto: "nessuna mancia, servizio immediato, risparmio di tempo e chiamate per i camerieri. Il vero comfort per le persone pratiche e d'affari".


Raccolta delle stampe "Achille Bertarelli" - Castello Sforzesco - Milano

"Catering" al Parco Sempione per la mostra del 1906 sotto la torre-ascensore Stigler, ancor oggi esistente con il nome di Torre Branca. Il servizio era curato del Bar "Jolanda" di via Tommaso Grossi.


Mondadori Portfolio

Nelle illustrazioni altri due padiglioni presenti all' Esposizione: a sinistra il "padiglione dei palombari" dove era possibile osservare i subacquei in azione. A destra il padiglione della stampa, punto espositivo delle grandi case editrici e di periodici e quotidiani.


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L'esperienza "esotica", nel periodo d'oro delle Colonie europee non poteva mancare a Milano. Nella foto il complesso della "Via del Cairo", dove era ricostruito un isolato della capitale egiziana con tanto di minareto e abitanti autoctoni. Al suo ingresso, si poteva ammirare un cammello in carne ed ossa.


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Frontiera della tecnologia e settore in rapida ascesa era quello dell'automobilismo. Nella foto, uno scorcio dell'interno del padiglione dedicato alla motorizzazione su ruote.


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Nella foto, due padiglioni di paesi esteri. A sinistra in stile neogotico il padiglione del Belgio e a destra del Canada, caratterizzato dal fregio della foglia d'acero che, dal 1946 sarà il simbolo della nazione e della sua bandiera.


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Presto il rombo dei cannoni tedeschi Krupp, esposti a milano nel 1906, saranno tra le maggiori cause della carneficina degli Italiani durante la Prima Guerra Mondiale.


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Padiglioni dall'Europa Orientale. A sinistra quello della Russia zarista, imponente e finemente decorato. A destra, quello della Bulgaria. Quest'ultimo sarà gravemente danneggiato in un incendio accidentale nell'agosto del 1906 e ricostruito a tempo di record durante la manifestazione.


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Firmata dall'Architetto Galetti, un angolo panoramico al Parco Sempione detto "La Grotta Azzurra" costituito da una grotta artificiale racchiusa da scogliere e passerelle panoramiche.


Archivio Storico Fondazione Fiera Milano

Anche le istituzioni pubbliche, come la Previdenza e la Sanità ebbero spazio durante l'Esposizione del Sempione. Persino la Croce Rossa Italiana e i Pompieri ebbero la possibilità di mostrare le loro tecniche in esibizioni e simulazioni di soccorso. Nella foto, la facciata del padiglione dell'Igiene.


Avrebbe dovuto svolgersi nel 1905, ma i ritardi nei lavori della galleria del Sempione imposero che fosse rimandata all'anno successivo. L'idea dell'esposizione internazionale sul tema dei trasporti era nata nel 1902 da un comitato organizzatore presieduto da Giovanni Celoria, scienziato emerito e già presidente dell'Osservatorio astronomico di Brera. Il sistema di finanziamento scelto dal comitato era quello della sottoscrizione pubblica rimborsabile al termine della manifestazione. L'iniziativa ebbe un tale successo che alla vigilia dell'apertura dell'Esposizione furono raccolti ben 6 milioni di lire.

L'adesione dei paesi espositori fu entusiastica tanto che le cifre stilate alla vigilia dell'apertura parlano di 40 paesi aderenti e 35.000 espositori. Una cifra record per i tempi, tanto che il successo della manifestazione getterà le basi delle grandi esposizioni internazionali  della Fiera di MIlano.

Le costruzioni realizzate furono 225, trionfo dello stile Liberty. All'ingresso principale si accedeva tramite un tunnel artificiale che riproduceva fedelmente la galleria del traforo del Sempione con tanto di utilizzo di materiale originale proveniente dal cantiere, documentazione fotografica, statue di minatori al lavoro. La zona del Parco Sempione era dedicata alle arti decorative dei vari paesi aderenti. A fianco dell'Arena Civica fu costruito l'Acquario, unico edificio giunto fino ai giorni nostri, dopo essere stato danneggiato dalle bombe del 1943.

Sempre nel parco uno spazio fu dedicato ai divertimenti. Già nella precedente esposizione del 1894 furono inaugurati un toboga su un laghetto artificiale e un primo rudimento di funivia, costruito da quell'ing. Ceretti che diventerà uno dei massimi costruttori di impianti a fune nel mondo. Un padiglione era poi dedicato all'esperienza "multisensoriale" del "Viaggio all'Estremo Nord", nell'epoca delle spedizioni geografiche ai Poli.

Completavano le attrazioni un buon numero di chioschi e ristoranti, tra cui un avveniristico "ristorante automatico", antenato degli odierni sistemi di distribuzione automatica. E poi birrerie, buvette e il primo "vero" ristorante cinese.

Una ferrovia sopraelevata a corrente monofase collegava, come una moderna metropolitana, le due aree espositive. All'interno dell'area della Piazza d'Armi si sviluppava il macrotema dell'esposizione, ovvero i trasporti. Il più visitato fu quello Aeronautico, a soli tre anni dal volo dei fratelli Wright. Molte furono le esibizioni di voli aerostatici e i milanesi poterono osservare i primi dirigibili solcare il cielo della città. Gli altri padiglioni riguardavano i trasporti ferroviari, marittimi e stradali. Nell'area della fiera fu costruito un quartiere chiamato "Via del Cairo", che riproduceva fedelmente la vita di una strada della capitale egiziana, con tanto di abitanti autoctoni e vero cammello all'ingresso. 

La mostra durò da aprile a novembre del 1906. Fu l'estrema propaggine del positivismo a cavallo tra i secoli XIX e XX, alimentato dalle scoperte scientifiche e tecnologiche e dalla rivoluzione industriale. Di lì a poco, le "magnifiche sorti e progressive" si sarebbero infrante contro la Grande Guerra , il più grande conflitto tra i popoli del mondo che, proprio all'Esposizione di Milano, si erano trovati fianco a fianco a parlare di pace e di progresso. 

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