Milan senza mira in Champions League: 33 tiri per segnare un gol

La vittoria del Newcastle contro il Psg ha messo in salita il cammino del Milan verso la seconda fase della Champions League, mescolando le gerarchie del gruppo della morte. Serviranno almeno 8 punti nelle ultime 4 giornate per garantirsi il passaggio agli ottavi di finale e le sfide contro Psg e Newcastle saranno degli spareggi anticipati nel cuore dell'autunno. Che non sarebbe stato semplice si sapeva dal momento del sorteggio, sfortunato, ma che la pratica qualificazione si complicasse in questo modo non era preventivabile. Ora è la realtà con cui Pioli e i suoi ragazzi si devono misurare trovando le contromosse in fretta.

C'è, però, un'altra ragione alle difficoltà rossonere in Europa ed è tutta interna alla rosa. Tra Newcastle (25) a San Siro e Borussia Dortmund (14) al Signal Induna Park, la squadra di Pioli ha tirato verso la porta avversaria 39 volte senza riuscire mai a fare centro. Un pizzico di sfortuna, molta imprecisione e qualche atto di superficialità come il tentativo di colpo di tacco di Leao con gli inglesi o il disturbarsi a vicenda di Giroud e Theo Hernandez in Germania sono le immagini simbolo del momento che non è limitato a questa stagione.

Se si allunga la lettura statistica anche alla seconda fase della scorsa Champions League, quella chiusa con l'eliminazione per mano dell'Inter nell'Euroderby di semifinale, ecco che la fotografia diventa impietosa. Nelle ultime 8 partite, che significa 720 minuti di calcio, il Milan ha realizzato la miseria di 3 reti con Brahim Diaz, Bennacer e Giroud. Un gol ogni 4 ore in campo con 99 tentativi verso il portiere avversario. Tradotto: un centro ogni 33 prove. Troppo poco per rimanere competitivi ad altissimo livello quale è quello di un girone che assomiglia tanto a una sequenza di ottavi e quarti di finale.

Il gioco di Pioli, intenso e verticale, molto europeo per quello che è stato conosciuto nelle stagioni del ritorno in Champions League, mostra insomma un limite strutturale di non poco conto. Si riapre il dibattito sulla necessità di investire su un centravanti di prima fascia da affiancare al 37enne Giroud; nel mercato non è arrivato e l'assenza di sente, in attesa di capire se Okafor potrà essere il vice Olivier giusto e non solo il rimpiazzo di Leao.

A proposito del portoghese, un discorso sui numeri è utile farlo. Leao fa tutta la differenza di questo mondo in Serie A ed ha mezzi e talento enormi. Però in Champions League il tabellino è fermo a 2 reti in 17 presenze che diventano 3 su 25 tenendo dentro anche l'Europa League del 2021. Ci sono un numero sufficiente di assist e anche a Dortmund gli strappi più pericolosi li ha costruiti lui, eppure da un potenziale crack internazionale è lecito attendersi un apporto numerico superiore. E' il salto definitivo che lo attende, ora che a 24 anni la fase di maturazione si avvia a compimento. Al Milan servono anche i gol di Leao e a Leao serve segnare se davvero vuole confermare di essere uomo da cento milioni di euro.

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